Influenza, in Bergamasca l’hanno già presa in 120mila

I dati.In otto settimane un bergamasco su 10 ha fatto i conti con il virus, 19mila a letto negli ultimi sette giorni. I bambini sono i più colpiti (30mila casi). Pregliasco: «Negli ultimi due anni ci avevano protetto le mascherine».

Il sondaggio è artigianale ma concreto: se si pensa alla propria cerchia di conoscenti, sarà difficile trovare qualcuno che recentemente non abbia fatto i conti con raffreddore o tosse, febbre o problemi respiratori. Usando invece gli strumenti dell’epidemiologia, il concetto acquisisce dei contorni più precisi: sarebbero quasi 120mila i bergamaschi che nelle ultime otto settimane hanno avuto sindromi influenzali o parainfluenzali, di cui 19mila nel corso degli ultimi sette giorni. In altri termini: un bergamasco su dieci ha preso l’influenza (o virus simili), in questa «stagione influenzale». È la stima che si ricava proiettando su scala provinciale i bollettini della sorveglianza epidemiologica di Regione Lombardia, basata sul lavoro della rete dei medici di base «sentinella». Un boom di contagi con pochi precedenti (tant’è che si è reso necessario «allargare» il grafico del bollettino, perché la curva è la più alta da quando si è iniziato a diffondere i report circa dieci anni fa) e che colpisce fortemente i bambini: sempre nelle ultime otto settimane, sarebbero circa 30mila i bimbi bergamaschi colpiti.

Prima lieve flessione

In realtà una lievissima frenata sembra scorgersi, almeno guardando all’ultimo report della Regione: dopo una lunga escalation, nella settimana tra il 5 e l’11 dicembre l’incidenza del contagio è scesa (passando da 21,2 casi ogni mille persone a 17,3 ogni mille persone), anche se la circolazione virale rimane a «intensità molto alta».

«Quest’anno l’influenza e gli altri virus respiratori stanno circolando in maniera elevatissima – rileva Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano -. Negli ultimi due anni ce ne eravamo quasi dimenticati, anche grazie alle mascherine, perché con le restrizioni anti-Covid si era azzerata o quasi la circolazione dell’influenza. Dall’altro lato, proprio perché da due anni non si entra in contatto col virus, c’è un debito di immunità che ha portato a un aumento dei casi, come se ci fosse un “arretrato”».

La circolazione del Sars-CoV-2 è invece in calo in Italia, mentre nel resto del mondo si accendono alcuni «alert» e tornano le raccomandazioni sulle mascherine: «Bisogna essere flessibili e anche rapidi a cambiare le disposizioni sulla base dell’andamento epidemiologico – ragiona Pregliasco -. Per ora ci sta che si continui senza obblighi generalizzati: è invece giusto che si prosegua a indossarle nei reparti degli ospedali e nelle Rsa. Per il resto, sta al buon senso: le mascherine non sono certo vietate, si possono sempre usare nelle situazioni in cui c’è il rischio di contagio, anche per quanto riguarda l’influenza. Pianifichiamo le scelte con attenzione, senza stress ma anche senza aspetti ideologici».

Le carenze di medicinali

Il picco dell’influenza ha anche acceso una vera e propria «corsa al farmaco». Ma bisogna fare i conti con le carenze di alcuni medicinali: «Soprattutto di quelli per uso pediatrico – specifica Giovanni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo -. Si tratta in particolare di antinfiammatori e antipiretici. L’ibuprofene continua a mancare, sia nel dosaggio per adulti sia nello sciroppo per bambini, anche se in quel caso si può realizzare tramite la preparazione galenica». «L’influenza è scoppiata e sta colpendo soprattutto i bambini tra i 2 e gli 8 anni – commenta Ernesto De Amici, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Bergamo -: ciò ha reso davvero forte la carenza di farmaci antipiretici e antidolorifici, a partire dall’ibuprofene. Chi ha un laboratorio riesce a preparare alcuni farmaci, anche se ci sono delle limitazioni per esempio sulla durata della conservazione. Sarebbe perciò utile sensibilizzare le persone a non fare scorte eccessive di farmaci, preferendo invece acquisti più mirati».

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