Influenza, 9mila casi alla settimana. Ma il picco non è ancora arrivato

L’ANDAMENTO. La curva dei contagi è più bassa rispetto agli anni scorsi: ora è atteso il rimbalzo con la riapertura delle scuole. Funziona la campagna vaccinale: già 212.531 dosi somministrate.

Naso che cola, tosse, febbre, dolore alle ossa. In tanti sono alle prese con i malanni di stagione, ma non così tanti come nei due anni precedenti: le vacanze natalizie sono trascorse senza il consueto picco dell’influenza e dei virus respiratori, ora l’attenzione è posata sull’immediato rientro a scuola.

Numeri alla mano, stando al bollettino della sorveglianza epidemiologica lombarda, in Bergamasca si possono stimare attualmente circa 9mila casi settimanali, mentre in passato nella fase più «calda» si arrivava fino a punte di 20mila casi settimanali. Più precisamente, l’ultimo report epidemiologico attesta un’incidenza delle sindromi simil-influenzali pari a 9,5 casi ogni mille abitanti.

Potremmo attenderci un aumento dei casi dalla prossima settimana, vista la riapertura delle scuole: la diffusione del virus è quella consueta, con i più piccoli che possono poi trasmetterlo a genitori e parenti in casa

«Situazione migliore rispetto al passato»

La «chiave» è anche nella campagna vaccinale, che ha macinato numeri in deciso aumento rispetto al recente passato. «La situazione è migliore rispetto agli anni passati, quando il picco arrivava attorno a Natale – rileva Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –: la chiusura delle scuole ha diminuito la circolazione, e alla luce della ripresa delle lezioni è probabile immaginare un rimbalzo proprio in questa fase. La situazione è migliore anche per via della buona riuscita della campagna vaccinale». «Finora le cose stanno andando abbastanza bene – spiega Marco Agazzi, medico di base a Ponte San Pietro e presidente dello Snami, sindacato di categoria –. Potremmo però attenderci un aumento dei casi dalla prossima settimana, vista la riapertura delle scuole: la diffusione del virus è quella consueta, con i più piccoli che possono poi trasmetterlo a genitori e parenti in casa. Probabilmente continuerà una circolazione dei casi sino ai primi di febbraio, poi i virus scemeranno. Ma è stato fatto un buon lavoro sulle vaccinazioni e soprattutto sugli anziani, questo ha permesso di proteggere i più fragili». Anche dai pronto soccorso degli ospedali bergamaschi non si registrano situazioni critiche: gli accessi sono in calo rispetto allo scorso anno.

La Lombardia è praticamente arrivata a 2 milioni di vaccinati contro l’influenza. Secondo i dati aggiornati al 7 gennaio, le dosi somministrate sono state 1.987.911, il 7,3% in più rispetto alla stessa data dello scorso anno

La campagna vaccinale

La Lombardia è praticamente arrivata a 2 milioni di vaccinati contro l’influenza. Secondo i dati aggiornati al 7 gennaio, le dosi somministrate sono state 1.987.911, il 7,3% in più rispetto alla stessa data dello scorso anno. In provincia di Bergamo i vaccinati sono stati 212.531 i vaccini antinfluenzali somministrati: in sostanza, si è ampiamente superata la quota di circa 204mila vaccinazioni della campagna 2023/2024, e tra l’altro è ancora possibile vaccinarsi e aumentare ulteriormente la copertura. Per Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare, la vaccinazione «rappresenta un fondamentale strumento di prevenzione, soprattutto per le categorie più fragili della popolazione. Il risultato raggiunto testimonia l’efficienza del sistema sanitario lombardo e la sensibilità dei cittadini verso la propria salute e quella degli altri. Invitiamo chi non lo avesse ancora fatto a proteggersi visto che la stagione invernale non è ancora finita. Il vaccino è facilmente prenotabile dal sito della Regione Lombardia. L’accesso capillare e tempestivo alla vaccinazione è garantito a tutti i cittadini per tutelare la salute pubblica e prevenire complicazioni legate all’influenza stagionale».

Giù l’anti-Covid

È rimasta invece bassa l’adesione alla campagna vaccinale anti-Covid: le somministrazioni sono state 312.790 in tutta la Lombardia (-43,8% rispetto allo scorso anno), di cui 31.624 in provincia di Bergamo. «La bassa adesione all’anti-Covid preoccupa – rimarca Marinoni –, non tanto per la popolazione generale quanto per i fragili e gli anziani: senza la vaccinazione annuale, l’immunità acquisita nel recente passato per via di una precedente vaccinazione o di una infezione va via via scemando, e questo mette a rischio di fronte agli effetti potenzialmente più gravi della malattia».

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