Inflazione, Bergamo 10ª in Italia e 1ª in Lombardia. Il tasso è al 2%

I DATI. Una famiglia media si trova quindi a spendere 559 euro in più all’anno. L’Unione consumatori: calati i consumi alimentari. Sul carovita pesa l’energia.

Il piazzamento è da alta classifica, e non è invidiabile. Bergamo è la decima provincia in Italia (e la prima in Lombardia) per il maggior rincaro su base annua dovuto all’aumento dei prezzi: con un tasso d’inflazione tendenziale al 2%, la conseguenza è che una famiglia media bergamasca si trova a spendere 559 euro in più all’anno.

Inflazione, la top ten

A tirare le somme è l’Unione nazionale consumatori, sulla base dei dati provinciali diffusi ieri dall’Istat e riferiti alla situazione dei prezzi a febbraio. La top ten dei rincari vede in testa Bolzano (+753 euro annui, inflazione annua al 2,6%), poi Rimini (+734 euro, inflazione al 2,7%) e Siena (+663 euro, inflazione al 2,6%) a completare il podio, quindi ecco Padova (+617 euro, inflazione al 2,4%), Siracusa (+600 euro, inflazione al 2,8%), Bologna (+584 euro, inflazione al 2,1%), Imperia (+582 euro, inflazione al 2,6%), Piacenza (+571 euro, inflazione al 2,1%), Ferrara (+571 euro, inflazione al 2,1%) e appunto Bergamo (+559 euro, inflazione al 2%).

Valore più alto da settembre 2023

In Lombardia, le altre città col maggior impatto dell’inflazione sono Como (+475 euro, inflazione all’1,7%) e Lecco (+394 euro, inflazione all’1,5%). In Bergamasca, la corsa dei prezzi s’è fatta di nuovo accelerata: a febbraio il tasso annuo d’inflazione è risalito al 2% (a gennaio si attestava all’1,6%), e per trovare un valore più alto occorre tornare a settembre 2023 (quando era al 5%); tra le voci col maggior aumento dei prezzi nel giro degli ultimi dodici mesi ci sono i pacchetti vacanza (+12%), le bevande analcoliche (+6,4%), le assicurazioni (+6,4%), i servizi culturali (+4,9%), la ristorazione (+4,1%). «Il problema – osserva Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo – è la crescente difficoltà delle famiglie a far quadrare i conti: l’inflazione cresce, anche il nostro osservatorio indica un aumento di circa 500 euro annui per le famiglie. Preoccupa soprattutto il carrello della spesa: c’è chi rinuncia ad alcuni tipi di carne o al pesce, e secondo le nostre stime a livello nazionale i consumi alimentari sono calati del 17%, specie tra le fasce più deboli».

Energia, nuova fiammata

A spingere il carovita c’è anche la nuova fiammata dell’energia, cui il governo prova a rispondere col bonus bollette introdotto da un recente decreto: «In molti ci stanno contattando per capire, per essere sicuri che avendo già l’Isee possano beneficiarne in automatico – spiega Perria –. La soglia è abbastanza alta, fino ai 25mila euro, e per questo invitiamo quantomeno a presentare l’Isee. Certo il bonus non è risolutivo: il problema è il lungo periodo, perché senza un supporto vero ed efficace si rischia solamente di rimandare i problemi».

«I prezzi crescono più velocemente»

«I prezzi non hanno mai smesso di crescere, ora lo fanno di nuovo più velocemente – rileva Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo –, e lo vediamo continuamente. Dall’altro lato gli stipendi sono fermi, la gente deve tirare la cinghia». Sul bonus bollette, anche da Adiconsum confermano che «stanno arrivando parecchie richieste di informazione – aggiunge Busi –, così come sono sempre frequenti le richieste di rateizzazione o chi cerca un gestore più conveniente».

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