Inchiesta «I quartieri al centro». Malpensata, il 30,8% degli abitanti è straniero

È la percentuale più alta tra i 25 rioni di Bergamo. Anche qui non si sfugge all’invecchiamento: gli over 60 sono passati dal 22,6% nel 1987 al 30,3%.

È il quartiere più «cosmopolita». Qui, alla Malpensata, quasi un residente su tre è straniero: alla fine del 2020, su 4.571 residenti se ne contavano 1.408 con cittadinanza non italiana. Corrispondono al 30,8% degli abitanti del quartiere, il dato più alto tra tutti e 25 i rioni di Bergamo e quasi il doppio rispetto alla media cittadina che si ferma al 16,6%. Un cuore multiculturale – con ricchezze e problematiche a intrecciarsi – incastonato tra centro e periferia, e con dati parecchio diversi dai quartieri confinanti: se Carnovali è al 25,8%, Campagnola è invece al 16,3%, Boccaleone al 17,5%, Sant’Alessandro al 20,8% (in questo spicchio ricade per esempio via Quarenghi), viale Papa Giovanni al 16,3%.

L’andamento della presenza degli stranieri ha vissuto cicli a velocità differente, come in altre aree cittadine. Se si riavvolgono i decenni, il quadro appare certo straordinariamente diverso: nel 1987 erano appena 16 su 4.250 i residenti non italiani della Malpensata, lo 0,4% del totale dei residenti (e poco sotto la media cittadina, che era dello 0,5%). Via via i numeri sono cresciuti a passo discreto sino al 2002, quando gli stranieri erano 429. Poi è stato un susseguirsi di scatti: si sale a 817 nel 2005, con gli stranieri praticamente raddoppiati in appena tre anni, e poi ancora a 1.308 nel 2011. Da quel momento, cioè dall’apertura di una fase difficile per l’economia, gli stranieri si stabilizzano con minime oscillazioni annue: nel 2016 scendono a 1.244, nel 2020 sono appunto risaliti a 1.408 unità; allargando lo sguardo sull’ultimo decennio, però, l’incremento è appunto di appena un centinaio di residenti.

«Attrattività» in calo

La parabola degli ultimi trent’anni abbondanti consegna una fotografia con più ampie sfaccettature. Il quartiere in realtà è cresciuto poco, se si guarda al totale dei cittadini: nel 1987 i residenti erano in totale 4.250 e alla fine del 2020 sono saliti a 4.571, con un incremento del 7,6%, che è decisamente più lieve rispetto alla «corsa» di alcuni rioni confinanti (Boccaleone +67,4%, Carnovali +23,4%, Campagnola +50,7%). Incrociando i dati complessivi con quelli focalizzati sugli stranieri, emerge che in questi tre decenni «pieni» i residenti italiani sono così scesi dai 4.234 del 1987 ai 3.163 del 2020, con una contrazione del 25,3%. Negli ultimissimi anni, più in generale, è emersa una propensione a lasciare il quartiere; lo indica la voce dei cittadini che qui avevano la residenza e che si sono trasferiti verso un altro rione o un altro comune: 166 nel 2015, 209 nel 2016, 213 nel 2017, 243 nel 2018, 253 nel 2019 e ancora 253 nel 2020, a concludere una parabola di tendenziale e costante crescita delle «partenze»; di contro, i tempi più recenti evidenziano che nel 2019 qui si erano «insediati» 318 cittadini arrivati da altri quartieri o comuni, e poi nel 2020 ne sono arrivati solo 256. I dati dell’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, tra l’altro, segnalano una stagnazione delle compravendite, scese da 56 a 53 tra 2019 e 2020, con un lievissimo incremento dei prezzi (si compra a 1.400 euro al metro quadrato, tra le valutazioni più basse dell’intera città). Il reddito medio, fissato a 22.570 euro annui pro capite, è decisamente sotto la media cittadina, che si attesta invece a 27.677 euro pro capite all’anno.

Invecchiamento e famiglie

Il versante più strettamente demografico non sfugge alla tendenza dell’invecchiamento, anche se con proporzioni leggermente più contenute rispetto alla media cittadina. Nel 1987 il 50,4% dei residenti della Malpensata aveva meno di quarant’anni, oggi invece gli under 40 sono scesi al 41,1%; di contro, il «peso» degli over 60 è passato dal 22,6% al 30,3%. Lo sguardo di dettaglio indica che è soprattutto la componente ultraottantenne a essere cresciuta: nel 1987 gli over 80 rappresentavano il 3% dei residenti (la media cittadina era del 3,4%) e oggi sono il 9,2% (la media cittadina è dell’8,8%), praticamente più che triplicati.

La morfologia delle famiglie evidenzia una piccola polarizzazione: sono sopra la media cittadina sia l’incidenza delle persone sole sia l’incidenza delle famiglie numerose, cioè le due voci agli antipodi, mentre gli altri formati non si discostano granché dagli altri quartieri. Concretamente, il 48,3% dei nuclei familiari è «unipersonale», cioè formato da una sola persona, mentre la media cittadina è del 46,1%. Allo stesso tempo, però, alla Malpensata il 2,2% delle famiglie è composta da sei o più persone: è il doppio della media cittadina, che è dell’1,1%, e uno dei dati più alti tra tutti i quartieri (lo stesso di Monterosso, e solo Grumello al 2,5% mostra un valore più elevato).

La natalità però si assottiglia sempre più. Nel 2003, per esempio, la Malpensata aveva contato 42 bebè, pari a 9,2 nascite ogni mille residenti, di poco oltre la media cittadina (8,9 nati ogni mille residenti); nel 2020 le nascite sono state appena 26 (di cui 13 da genitori stranieri), quasi dimezzate rispetto al 2003, ed equivalenti a 5,3 fiocchi rosa o azzurri ogni mille abitanti, contro una media cittadina che si attesta a 6,3.

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