Cronaca / Bergamo Città
Sabato 02 Novembre 2024
In tanti in visita al cimitero: «Il bene ostinato resiste»
AL MONUMENTALE. Sotto un insolito sole, fiori e preghiere sulle tombe nella giornata del 2 novembre per ricordare i Defunti. «I legami restano oltre la morte». Il programma della giornata.
Le strade trafficate, i supermercati pieni. C’è (sempre) da fare nei giorni di festa. Difficile fermarsi. Eppureantissimi (saranno circa 40mila nel Ponte di Ognissanti) in questi giorni si sono ritagliati una pausa dal turbinìo, con un gesto e una preghiera dedicati ai propri cari defunti. Basta varcare la soglia del cimitero Monumentale per respirare la quiete. Il cuore e la mente si placano un po’, il passo rallenta sui viali. C’è pure il sole, con le mezze maniche rispolverate dal cambio armadi, e tutto sembra brillare. I colori caldi dell’autunno, il tripudio dei fiori sulle tombe. Una beatitudine, come dice il Vangelo nel giorno dei Santi.
Il buono delle relazioni
E anche il silenzio si fa cosa viva. Nella conversazione con i nostri morti si manifesta quel «bene ostinato» - come lo chiama don Cristiano Re nella sua riflessione condivisa sui social - che, nonostante gli affanni, dimora dentro e nelle relazioni, per far crescere una vita che porti frutto, che renda felici.
Una coppia si tiene per mano e prega su una lapide. «Ci sposiamo tra qualche settimana», confidano i fidanzati. Lei, poco più che ventenne, è venuta a «conoscere» la nonna di lui. «Non ho fatto in tempo a incontrarla di persona, ma ci tenevo a venire a trovarla, sarebbe stato bello condividere questo momento tanto importante per noi», racconta la ragazza. Poco distante c’è Marta, è incinta di sette mesi: «Sarà un maschietto, si chiamerà Daniele come il nonno. Siamo venuti a portargli dei ciclamini, gli piacevano tanto». Tra i viali si intrecciano le generazioni, si tramanda il ricordo di chi non c’è più. Un’occasione di incontro, senza appuntamento. Un bisogno di un contatto quasi fisico, con un abbraccio, una stretta di mano, un bacio sulla guancia per quel familiare o quell’amico che non si vedeva da tanto tempo e che oggi si incrocia qui, tra i cipressi.
«Eravamo tanti in famiglia – racconta un anziano venuto a portare una rosa alla moglie, accompagnato da un gruppetto di persone –. I figli sono cresciuti, i nipoti sono lontani. Le occasioni per vedersi non sono molte. Ma il Ponte di Ognissanti ci si ritrova sempre, ed è bello»
«Eravamo tanti in famiglia – racconta un anziano venuto a portare una rosa alla moglie, accompagnato da un gruppetto di persone –. I figli sono cresciuti, i nipoti sono lontani. Le occasioni per vedersi non sono molte. Ma il Ponte di Ognissanti ci si ritrova sempre, ed è bello». Tante le tracce delle passioni coltivate in vita che fanno capolino dalle tombe. Le fotografie parlano dei momenti belli, un libro, una nota musicale, una sciarpa o un gagliardetto dell’Atalanta, una stella alpina spesso accompagnano l’ultimo viaggio. Il dolore resta, a volte cambia pelle, «è come avere una gamba rotta che non guarisce mai perfettamente, ma poi impari a ballare con quel piccolo zoppicare», scrive Anne Lamott.
Il prendersi cura che consola
Il prendersi cura delle tombe consola, riempie la mancanza, è una restituzione dell’amore ricevuto. C’è chi arriva da casa con gli annaffiatoi («Non si trovano mai», commenta una signora), chi porta un bouquet, chi è alle prese con gli strofinacci per pulire i marmi. Qualcuno, nonostante la mappa stampata ai totem d’ingresso, si perde ancora. «Ma va bene, non c’è fretta oggi. E poi forse ha senso anche non trovarla subito la strada giusta, perché vuol dire che ce ne sono tante di strade», la prende con filosofia un visitatore. Su alcune lastre c’è l’avviso del Comune che la concessione è scaduta, su altre il tempo ha preso il sopravvento. Ma oggi c’è un pensiero per tutti, nessuno è solo. Tanti infatti si fermano anche davanti alle foto ormai sbiadite, al cadere delle foglie.
Messe al cimitero e in Cattedrale
Oggi (sabato 2 novembre) è il giorno dedicato alla commemorazione di tutti i Defunti. Alle 15,30, nella chiesa del cimitero civico, il vicario generale monsignor Davide Pelucchi presiede una Messa solenne, concelebrata anche dai Frati Cappuccini che officiano nella chiesa e da alcuni parroci della città. La sera alle 18, in Cattedrale, il Vescovo Francesco Beschi presiede una solenne concelebrazione eucaristica in memoria e suffragio di tutti i defunti della diocesi. Lunedì la nostra diocesi ricorderà invece i missionari e le missionarie (sacerdoti, religiosi, religiose, laici) defunti nel corso dell’anno, che hanno speso la vita per l’evangelizzazione e la promozione umana delle popolazioni di vari continenti. In loro memoria e suffragio, nella chiesa del cimitero civico, alle 15,30 sarà celebrata una Messa, presieduta dal vicario episcopale monsignor Michelangelo Finazzi. Giovedì 7 novembre la nostra diocesi farà memoria di tutti i Vescovi che l’hanno guidata nel corso dei secoli con una Messa alle 18 in Cattedrale, presieduta da monsignor Francesco Beschi. Nella cripta sono conservate le tombe dei Vescovi Radini Tedeschi, Marelli, Bernareggi, Piazzi, Gaddi, Oggioni e Amadei.
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