In piazza per la verità su Sharon: «A luglio già 100 chiamate alla Rete antiviolenza»

IL RICORDO. Giovedì 8 agosto l’appuntamento mensile in largo Rezzara a Bergamo. «Questa volta sarà in memoria della giovane donna uccisa a Terno d’Isola, un delitto ancora senza risposta».

Sarà anche un modo per ricordare Sharon Verzeni il presidio di agosto contro femminicidi e violenza di genere che si terrà giovedì 8, a partire dalle 18,30 in largo Rezzara, a Bergamo, organizzato, come ogni mese, dalla Rete bergamasca contro la violenza di genere. «Nei giorni scorsi a Terno d’Isola è stata uccisa a coltellate una giovane donna, Sharon Verzeni – spiegano in una nota gli organizzatori –. Anche noi siamo scossi per questo fatto, su cui ancora c’è molto da capire, come chi l’ha uccisa e perché, posto che non esiste un motivo che giustifichi un’uccisione. Non ci azzardiamo a definire femminicidio questo brutale assassinio, perché la parola femminicidio non indica la persona che è stata uccisa, ma la ragione. Femminicidio significa uccidere una donna in quanto donna, con l’obiettivo di perpetuarne la subordinazione e annientarne identità e libertà. Aspettiamo di sapere di più sull’uccisione di Sharon Verzeni ed esprimiamo la nostra vicinanza ai suoi affetti. Ci spingiamo però a dire che, se risulterà essere un femminicidio, in qualche modo potremo dire “lo sapevamo già” – prosegue la nota della Rete antiviolenza –, perché, ancora oggi, per le donne è pericoloso girare da sole per strada e ancora troppo spesso a togliere la vita è la violenza maschile. E già questa è un’ingiustizia, una limitazione della libertà e quindi una forma di violenza di genere, di cui la società dovrebbe farsi carico e prendersi cura».

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La chiamata alla mobilitazione permanente si rinnova quindi con il presidio in piazza di giovedì prossimo, 8 agosto. In programma c’è anche la performance intitolata «Ipazia» – la grande filosofa greca – della danzatrice Silvia Masnada, un coinvolgente lavoro dedicato al tema della violenza, che verrà messo in scena in strada.

«La violenza di genere – continuano dalla Rete bergamasca contro la violenza di genere – non va in vacanza. Anzi, con caldo e vacanze, quindi vita in famiglia forzata senza le assenze dovute al lavoro, i maltrattamenti aumentano e il rischio si fa più grave per chi subisce violenza quotidianamente». Solo nel mese di luglio di quest’anno, le chiamate ai Centri antiviolenza della nostra provincia sono state complessivamente cento, da inizio anno ben 760 nuove chiamate. Sono invece 59 femminicidi che sono stati commessi in tutta Italia a partire dal 1° gennaio di quest’anno per arrivare a oggi».

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