In carcere l’investitore del carabiniere
Disposta la perizia sulla velocità

Nel tratto in cui l’appuntato Emanuele Anzini è stato travolto e ucciso il limite di velocità è di 50 chilometri all’ora.

«Un uomo distrutto e ancora sotto choc». Così l’avvocato Federico Riva descrive Matteo Colombi Manzi, il cuoco di 34 anni in carcere in via Gleno dalla notte di domenica 16 giugno per aver travolto e ucciso, mentre guidava ubriaco la sua Audi A3, l’appuntato Emanuele Anzini sulla provinciale tra Terno d’Isola e Carvico. Nella mattinata di mercoledì 19 giugno alle 9 Colombi Manzi, che vive a Sotto il Monte Giovanni XXIII, comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari Federica Gaudino per l’interrogatorio di garanzia.

Il cuoco di 34 anni è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale (decisa dalla procura a seguito della ricostruzione dei fatti e in particolare per la decisione di Colombi Manzi di dileguarsi dopo il violentissimo investimento del carabinieri, conscio di essere ubriaco), ma anche di guida in stato di ebbrezza con le aggravanti previste dal Codice della strada dell’aver causato l’incidente e dell’orario notturno, oltre che di fuga con omissione di soccorso. Tornato una decina di minuti dopo sul luogo dell’investimento e sottoposto all’alcoltest dalla polizia stradale, il trentaquattrenne era risultato positivo, con un tasso alcolico pari a 2,97, ovvero quasi cinque volte il limite. Già tra fine gennaio e inizio maggio gli era stata ritirata la patente, ma per eccesso di velocità, dalla polizia locale di Bergamo.

Nel frattempo il sostituto procuratore titolare dell’indagine, Raffaella Latorraca, ha disposto la perizia cinematica, affidando l’incarico all’ingegner Paolo Panzeri, consulente tecnico della Procura: l’accertamento dovrà stabilire, oltre all’esatta dinamica dell’accaduto, in particolare anche a quale velocità procedesse l’Audi al momento dell’investimento, su un tratto dove il limite è fissato a 50 chilometri orari.

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