Cronaca / Bergamo Città
Sabato 23 Marzo 2024
Il Vescovo in visita all’ospedale: «Impariamo a consegnarci gli uni agli altri con fiducia»
BERGAMO. La visita di monsignor Beschi al «Papa Giovanni», sabato 23 marzo, è iniziata dai piccoli della terapia intensiva e subitensiva neonatale. Nella chiesa dell’ospedale ha poi presieduto la Messa delle Palme.
«Tra questi bambini si percepisce tanta trepidazione oltre alla speranza, c’è tanto amore da parte dei papà e delle mamme che ho visto accanto alle loro piccolissime creature; ho avvertito anche l’amore di chi si prende cura di loro con professionalità. I piccoli degenti hanno patologie molto delicate, ma ho sentito tanta fiducia ed anche fede». Sono le parole del Vescovo Francesco Beschi che sabato pomeriggio, 23 marzo, ha iniziato dalla terapia intensiva e subintensiva neonatale la visita all’ospedale Papa Giovanni XXIII per portare i suoi auguri ai degenti.
Indossati mascherina e camice verde, il Vescovo si è accostato alle incubatrici dei 12 neonati nella terapia intensiva e degli 8 della subintensiva, ascoltando le loro storie, scambiando qualche parola di incoraggiamento e conforto con i genitori. Monsignor Beschi ha poi visitato il reparto di degenza pediatrica, ostetricia e chirurgia pediatrica.
La visita del Vescovo Francesco Beschi al «Papa Giovanni». Video di www.bergamotv.it
«I bambini che ho incontrato oggi e che sono accolti in ospedale si abbandonano, si consegnano ai papà, alle mamme, alle infermiere, ai medici. Loro hanno fiducia, mentre noi, anche quando stiamo male, siamo sospettosi», ha detto il Vescovo durante la Messa che ha presieduto nella chiesa dell’ospedale. «Nella narrazione della Passione – ha detto monsignor Beschi – il grido di Gesù: “Dio mio, Dio mio, perché mi ha abbandonato” evoca in noi il sentimento della paura che avvertiamo tutti. La paura di essere abbandonati, di non sentirci di nessuno. Ma Dio non ha lasciato il figlio nelle braccia della croce. Lui ha scelto di consegnarsi nelle mani dei malvagi perché si trasformino, non siano mani maledette. Dobbiamo imparare a consegnarci nelle mani gli uni degli altri, altrimenti non c’è comunità, non c’è famiglia, non c’è quella fiducia bellissima che è frutto della Pasqua di morte e resurrezione». Alla fine della celebrazione tre piccoli pazienti hanno donato al vescovo un grande uovo di carta con gli auguri di tutti i bambini della pediatria e un portauovo con una dolce sorpresa. Il Vescovo ha infine ringraziato la nuova direzione, il personale sanitario, i frati e i volontari.
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