«Il Vescovo Roberto era come un padre. I giovani nel cuore»

L’ANNIVERSARIO. Messa e concerto a 15 anni dalla morte. Mons. Locatelli, il suo segretario: «La sua visita pastorale durò nove anni: volle incontrare tutte le parrocchie».

«È stato un padre che ha accompagnato il mio sacerdozio e gli insegnamenti della vita. Ed è stato un padre per tutti i preti bergamaschi, che contattava direttamente, oppure con lettere o telefonate. È stato un pastore veramente appassionato per la Chiesa di Bergamo, soprattutto con l’assidua visita pastorale e il sinodo diocesano». Monsignor Alessandro Locatelli, parroco di Torre Boldone e già suo segretario per l’intero arco di episcopato a Savona-Noli (1990-91) e a Bergamo (1992-2009), ricorda la figura e l’opera del Vescovo Roberto Amadei, di cui domenica 29 dicembre ricorre il 15° anniversario della scomparsa (29 dicembre 2009). Un evento che sarà ricordato in due momenti.

«Dopo la nomina a Savona-Noli, mi chiese di seguirlo in quella Diocesi, ma inizialmente non come segretario. E avevo obbedito, anche se avevo dovuto interrompere gli studi universitari in Lettere moderne. Lasciò Bergamo con sofferenza perché era profondamente legato alla sua terra e alla Chiesa locale e oltretutto approdava sul mare che non aveva mai amato, perché prediligeva le passeggiate in montagna». Dopo nemmeno due anni la nomina a Bergamo. «Il nunzio gliela comunicò per telefonò a tarda sera – ricorda monsignor Locatelli –. Accettò con preoccupazione perché, da buon storico, conosceva la vasta realtà della Chiesa di Bergamo. Ed erano passati più di cent’anni da quando un bergamasco era stato nominato in questa sede. Fece l’ingresso ufficiale domenica 26 gennaio 1992. Ma il suo primo atto, ancor prima della Messa in Cattedrale il pomeriggio, fu la visita di mattina alla salma del parroco di Gavarno Vescovado. La sua giornata iniziava alle 6 e celebrava la Messa nella cappella dell’episcopio. La sera, anche quando si rientrava tardi, prima di coricarsi andava in cappella a pregare. Aveva un carattere chiuso e schietto, tipico di noi bergamaschi».

La riflessione pastorale

Nel suo episcopato, il Vescovo Amadei ha sollecitato un profondo ripensamento della pastorale, superando le illusioni sulla tenuta del tessuto cristiano in Diocesi. «Con la sua formazione storica – prosegue monsignor Locatelli – sapeva leggere la realtà oggettiva, non quella idealizzata. Si era posto questa domanda: qual è il senso delle nostre feste patronali, processioni, tradizioni? Queste pratiche intercettavano le giovani generazioni? E proprio il pianeta gioventù è stato nel cuore del Vescovo Amadei e invitava a capirne il linguaggio e aver fiducia in loro».

Il ricordo: «La sua giornata iniziava alle 6 e celebrava la Messa nella cappella dell’episcopio. La sera, anche quando si rientrava tardi, prima di coricarsi andava in cappella a pregare. Aveva un carattere chiuso e schietto, tipico di noi bergamaschi»

La sua visita pastorale alle parrocchie durò ben nove anni. «È stata una visita accurata – sottolinea monsignor Locatelli – con al centro l’assemblea pubblica aperta a tutta la popolazione, la visita alle classi di catechismo, alle fabbriche per la sua sensibilità sociale, alle scuole e ai malati. Era triste quando non era accettata la visita a una scuola. Ha visitato i malati nelle case di riposo locali e soprattutto nelle case, ascoltando i loro problemi, soprattutto la solitudine, e pregando con loro». Poi l’indizione nel 2003 del sinodo diocesano sulla parrocchia, che non avveniva dal lontano 1952. «Lo volle come coronamento della visita pastorale e lo intese non tanto come un insieme di tante norme giuridiche, ma come dialogo fra clero e laici. Credo sia stato un sinodo profetico, perché già allora si parlò di Chiesa sinodale, come da anni afferma Papa Francesco. Penso che le fatiche del sinodo e della visita pastorale abbiamo influito sulla sua salute. L’11 novembre 2008 gli fu diagnosticata la Sla e mi disse: “Non riuscirò ad arrivare al Natale del prossimo anno”». È stato calzante il suo motto episcopale «Plus amari quam timeri» (Meglio essere amato che temuto)»? «È stato sia amato, sia temuto».

Nel 2009 il ritiro

Infine il ritiro per limiti di età, il 22 gennaio 2009, residenza dai Preti del Sacro Cuore e la morte. «Ogni domenica, quando ero parroco di San Paolo – ricorda monsignor Locatelli – veniva in chiesa a celebrare la prima Messa, fino all’aggravarsi della malattia. I suoi funerali in Cattedrale, il 2 gennaio 2010, furono presieduti dall’Arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi, che ricordò la saggezza e la concretezza pastorale del Vescovo Amadei nella Chiesa lombarda».

Il programma delle iniziative

Questo il programma delle iniziative nella chiesa parrocchiale di Torre Boldone. Domenica 29 dicembre alle 18,30 Messa in memoria, presieduta da don Michele Falabretti, parroco di Boccaleone (animata dai canti della Messa giovani di Assisi del 2007, «molto cara al Vescovo Amadei»). Domenica 5 gennaio: alle 20,45 «Concerto per la pace» offerto dalla Fondazione Credito Bergamasco con l’Ensemble Locatelli e la partecipazione di Tiziana Manenti, cantautrice di musica cristiana, accompagnata dal maestro Marcello Merlini e dal Coretto di Gazzaniga. Per l’occasione la stessa Fondazione donerà il quadro «Con Amore» di Cosetta Arzuffi, dedicato a San Luigi Maria Palazzolo.

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