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Cronaca / Bergamo Città
Domenica 09 Febbraio 2025
Il vescovo in Costa d’Avorio: «Gioia e affetto, questa visita un dono»
IL PELLEGRINAGGIO. Dopo tre ore di viaggio la tappa a Bangoua: festa con oltre mille persone, tra musica e danze. Il grazie della comunità. Il Vescovo: ciascuno possa farsi carico del prossimo con spirito di condivisione e servizio.
È mattino presto quando lasciamo la strada nazionale che taglia la Costa d’Avorio da Abidjan fino al Burkina Faso. Deviamo sulla sinistra e imbocchiamo la carrozzabile in terra battuta in direzione nord-ovest. La nostra meta è Bangoua, uno dei quattro villaggi affidati alla cura pastorale dei missionari italiani. Viaggiamo per circa tre ore in una nuvola di polvere rossa su una strada sconnessa che ci fa sobbalzare tutto il viaggio. Si taglia la foresta tra piante di cacao e di anacardi. Si attraversano piccoli villaggi dove la vita del mattino si risveglia. Le donne preparano il fuoco per cucinare e spazzano con scopette di rami lo spazio attorno alle case. Gli uomini trasportano materiale o riparano qualche attrezzo. Il sabato le scuole sono chiuse e i bambini giocano correndo fra le case o nei campetti con le reti da calcio.
Don Marco Giudici e don Luca Pezzotta raggiungono i villaggi di quella zona una volta al mese e si fermano tre giorni. Dedicano il tempo alle Confessioni, alla celebrazione della Messa e all’incontro con i responsabili della comunità cattolica. La vita pastorale ordinaria è condotta dai catechisti attraverso la Liturgia della Parola e la catechesi. «Alla comunità si chiede di essere responsabile della vita di fede», spiegano. Nel villaggio un gruppo di persone attende l’arrivo del Vescovo Francesco Beschi e della delegazione. Ci guidano fino alla chiesa. La musica accompagna l’ingresso dei sacerdoti mentre un gruppo di bambine danza sventolando fazzoletti bianchi e gialli. Sono più di mille i presenti, molti giunti a piedi da villaggi lontani diversi chilometri.
Il ringraziamento della comunità della Costa d’Avorio al Vescovo in visita nel Paese: «Grazie per la sua umiltà, per aver percorso la strada difficile che porta a Bangoua. Grazie per questa espressione di fede e di affetto e per la gioia che trasmette con la sua presenza a questo popolo».
«La vita qui è ritmata dal lavoro nelle coltivazioni. Ad accogliervi ci sono comunità cristiane vive e dinamiche», dice don Marco. «Senza Cristo non è possibile trovare il giusto orientamento della vita – dice monsignor Beschi nell’omelia –. Con Lui possiamo superare le prove e progredire nell’amore. Ciascuno possa farsi carico dei problemi e delle sofferenze del prossimo nell’attitudine alla condivisione e al servizio».
Prende la parola un sacerdote diocesano originario di queste comunità e si rivolge al Vescovo. «Grazie per la sua umiltà, per aver percorso la strada difficile che porta a Bangoua. Grazie per questa espressione di fede e di affetto e per la gioia che trasmette con la sua presenza a questo popolo». Un saluto particolare lo dedica a don Gianni Gambirasio. «Grazie. Sei venuto tra noi e sei rimasto per molti anni. Non volevi scoprire l’Africa, ma benedire il cuore di questi villaggi. Hai tracciato le vie della comunione che ora celebriamo insieme dopo 50 anni. Hai percorso queste strade, hai condiviso con questo popolo la vita». Ringrazia i missionari bergamaschi che hanno lasciato la loro terra, il freddo e la neve per prendersi cura della fede di città e villaggi ivoriani.
La Messa è una festa del cuore. Canti, balli, copiose offerte di prodotti della terra. Si percepisce intenso il desiderio delle comunità di partecipare con gioia, di essere protagoniste della loro vita di fede. Le donne cantano e scuotono strumenti artigianali in legno ricavati dai gusci dei frutti. Vengono portati all’altare quattro neonati, gli ultimi nati a Bangoua, per ricevere la benedizione del Vescovo. Terminata la Messa ci si siede a tavola per il pranzo a base di carne e foutou, un impasto di manioca e igname, un grosso tubero locale.
Si ripercorre la carrozzabile per il rientro ad Agnibilekrou dove ad attenderci ci sono i giovani della parrocchia di Saint Maurice che propongono un delicato e intenso concerto-preghiera sul tema del Padre misericordioso. È il loro contributo alla vigilia della grande festa in parrocchia per il 50° anniversario di cooperazione missionaria.
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