Il Vescovo di Bergamo in Costa d’Avorio: «La missione apre il cuore e arricchisce la nostra fede»

IL PELLEGRINAGGIO. La tappa ad Abengourou e l’incontro con il Vescovo Ziri. Monsignor Beschi: «Necessità missionaria anche a Bergamo, nelle comunità».

Una lunga striscia d’asfalto ci porta da Agnibilekrou a Abengourou. L’arancio intenso della terra si alterna a macchie di foresta che dall’ottobre scorso è senza pioggia. La vita nei villaggi si muove lenta sotto il sole che porta le temperature a circa 40 gradi. Dopo pochi chilometri di viaggio la foratura di una gomma del pulmino ci blocca a bordo strada e godiamo della cortesia dei sacerdoti locali che ci accompagnano al Santuario della Santa Famiglia. È la giornata di celebrazioni ufficiali con il Vescovo Boniface Ziri. La diocesi di Abengourou festeggia con la diocesi di Bergamo i 50 anni di cooperazione missionaria.

«La missione, opera comunitaria»

Nel parco del Santuario il festoso Akwaba, il rito di benvenuto accompagnato dal canto e dal ritmo battuto con bastoncini di legno su bottiglie di vetro. In una sala ornata a festa siedono i due Vescovi, insieme alle autorità tradizionali - tra cui il capo villaggio e la regina madre - e alla delegazione bergamasca. Si apre l’ «Échange des nouvelles», il dialogo fra i portavoce delle autorità e della delegazione. Vengono poi riuniti i sacerdoti locali per ascoltare i Vescovi. «Festeggiamo questo Giubileo missionario nell’anno del Giubileo universale – dice monsignor Ziri –. I nostri predecessori hanno avuto l’illuminata intuizione di aprire la strada della comunione che oggi continua in una sinodalità fraterna ed evangelica. Vogliamo essere insieme costruttori di una fraternità universale senza frontiere».

Il Vescovo Francesco Beschi punta il suo intervento sui frutti nati dalla cooperazione, dono per entrambe le diocesi. «Siamo passati da una missione di solidarietà ad una di condivisione. È cresciuta in questi anni la consapevolezza che la missione è opera comunitaria. Bergamo ha una grande e lunga storia di Chiesa ma una forte identità storica porta il rischio di chiusura. La missione ci insegna l’apertura, ci fa aprire il cuore ancora prima degli orizzonti. La missione arricchisce la fede». Definisce anche Bergamo come terra di missione.

«L’esperienza missionaria nella vostra diocesi accresce la consapevolezza della necessità missionaria anche a Bergamo, dove le comunità sono a volte segnate dalla fatica e dalla disillusione»

«L’esperienza missionaria nella vostra diocesi accresce la consapevolezza della necessità missionaria anche a Bergamo, dove le comunità sono a volte segnate dalla fatica e dalla disillusione».

L’accoglienza dei bambini

Ci si sposta in auto verso la cattedrale di Sainte Thérèse. Centinaia di bambini ci accolgono e ci salutano. La Messa è concelebrata dai Vescovi e dal clero diocesano. La parrocchia di Saint Maurice, dove operano i due missionari bergamaschi, ha fatto dono a ciascun sacerdote di una stola ornata con un tessuto floreale e siglata dal logo del 50° anniversario. Nei banchi sono presenti autorità civili, tradizionali e militari.

Il ricordo dei preti bergamaschi

Nell’omelia il Vescovo Boniface esprime la riconoscenza verso la Chiesa di Bergamo: «La missione non è un’espansione ideologica – dice – ma tende alla formazione di una comunità più grande nella comune appartenenza a Dio». Cita i preti bergamaschi che hanno offerto il loro servizio nella diocesi e ricorda in modo particolare don Elvio Nicoli, morto nel 2021 e sepolto ad Agnibilekrou. Un saluto affettuoso lo rivolge a don Gianni Gambirasio per 37 anni missionario a Agnibilekrou, ora rientrato a Bergamo e in questi giorni membro della delegazione. I doni dell’Offertorio sono portati all’altare da un gruppo di bambini e di giovani che danzano nella navata centrale. La musica e il canto delle due corali della cattedrale accompagnano il corteo che si conclude con il saluto ai Vescovi da parte di due membri della famiglia reale. Al termine della celebrazione monsignor Beschi saluta la numerosa assemblea. «La Chiesa giovane dell’Africa ci ha regalato una testimonianza di fede fresca e gioiosa e la Chiesa d’Europa, di antica data, ha regalato la testimonianza di una fede che nei secoli è stata trasmessa mantenendosi fedele».

In regalo per il Vescovo Francesco un manto tradizionale, una catena dorata, un copricapo e dei sandali, segno del riconoscimento dell’autorità. Dopo il pranzo comunitario il rientro in missione per un caffè attorno al tavolo e la condivisione delle tante emozioni della giornata.

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