Il Tribunale: «Abusò della figlia». Dieci anni a un padre che nega

IL CASO. Accusato di aver abusato della figlia, da quando lei aveva cinque anni e mezzo fino a 12 anni, il 59enne residente in un paese dell’Isola (si omette qualsiasi dettaglio a tutela della vittima) è stato condannato a dieci anni di reclusione, e al pagamento di una provvisionale di 50mila euro per la figlia e 5mila per la moglie.

La sentenza di primo grado è arrivata dopo una lunga camera di consiglio, che ha impegnato i giudici della Corte d’assise.
La vicenda emerge nel 2023, cinque anni dopo i fatti, quando la ragazzina racconta prima a un’amica e poi alla madre, delle presunte violenze subìte per anni dal padre. Inizialmente resta comunque a vivere con il papà (la separazione dei genitori avviene un anno prima), con cui i rapporti erano sempre stati migliori rispetto a quelli con la madre. L’uomo ha sempre negato gli abusi, così come di aver inviato alla figlia un messaggio (all’interno di una conversazione su normali questioni quotidiane) del luglio 2022, salvato in uno screenshot, in cui avrebbe scritto: «Se tornassi indietro, piuttosto che fare quelle cose mi toglierei la vita». Messaggio che, come emerso da perizia, arriva dal suo telefono.

Le richieste delle parti sono state al centro dell’udienza di mercoledì mattina 19 febbraio. Il pm Guido Schininà ha invocato la condanna a 14 anni per l’uomo, parlando di rapporti che – davanti agli esterni – erano tra un padre e una figlia, ma che da soli erano come «tra fidanzati», con la piccola «plasmata» come se fosse la sua partner (i due si dicevano anche «ti amo»). L’accusa ha rimarcato come la ragazzina volesse bene al padre, evidenziando che le accuse mossegli non sono una conseguenza del fatto che lui le avesse «tagliato la paghetta», ma che questo accadde dopo che lei parlò.

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