Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 31 Luglio 2020
Il treno deragliato a Pioltello
Chiesto il processo per 9 persone
L’incidente del 2018 costò la vita a tre pendolari. La richiesta della procura di Milano per manager, dipendenti e tecnici di Rfi. Cento le parti offese
La Procura di Milano ha chiesto ieri, giovedì 30 luglio, il processo per 9 tra manager, dipendenti e tecnici di Rete Ferroviaria Italiana, tra cui l’ad Maurizio Gentile, e per la stessa società, tutti indagati nell’inchiesta sul disastro ferroviario di Pioltello, nel milanese, nel quale il 25 gennaio del 2018 morirono tre persone e diverse decine rimasero ferite. Un disastro ferroviario che segnò profondamente la Bergamasca, le tre pendolari morte infatti abitavano in pianura: Pierangela Tadini, 51 anni, e Ida Milanesi, 61, di Caravaggio e Giuseppina Pirri, 39 anni, di Capralba, paese cremasco al confine con la nostra provincia.
Nell’istanza firmata dai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti e inoltrata oggi all’ufficio gip, i reati contestati a vario titolo sono disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Stralciata, invece la posizione in vista della richiesta di archiviazione, non solo di due dirigenti di Trenond e della società, ma anche di Amedeo Gargiulo all’epoca direttore dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e di un suo vice di allora.
La richiesta della Procura arriva dopo lo stop ai nuovi accertamenti richiesti da Rfi lo scorso febbraio. L’emergenza sanitaria causata dalla pandedemia infatti ha bloccato anche l’attività giudiziaria.
Ora la Procura vuole portare in aula l’intera vicenda e chiarire cause e responsabilità del disastro. Al centro dell’attenzione e delle perizie che hanno richiesto dettagliati rilievi nel tratto dove è deragliato il treno, c’è il giunto dei binari. Stando infatti a quanto affermato dal procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano le condizioni del giunto non erano ottimali: «con quel tipo di ammaloramento, per evitare il deragliamento il treno avrebbe dovuto rallentare e viaggiare a 50 chilometri orari e non a 130». Da qui l’aspetto chiave della manutenzione della linea. Aspetto che secondo la Procura presenta una lacuna evidente: «La prima segnalazione sul giunto danneggiato - aveva dichiarato il magistrato milanese - è dell’agosto 2017, ma l’intervento di sostituzione fu programmato per l’aprile 2018, a disastro avvenuto».
Capire se il mancato intervento sia stato determinante nel disastro o abbiano concorso altre cause sarà uno dei nodi del processo per definire le responsabilità di chi viene chiamato in giudizio. Una risposta la attendono i familiari e gli amici delle vittime e le cento parti offese, ossia i viaggiatori che hanno subito ferite gravi o lievi in quella mattinata che ha tracciato un solco indelebile nella loro esistenza.
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