Il trasporto pubblico a corto di fondi: mancano 2,5 milioni per i bus di linea

Trasporti. Sul servizio ordinario mancano 2,5 milioni di euro. Tagli per ora congelati: «Vogliamo evitarli». Per Bergamo Brescia Capitale della Cultura proposto un potenziamento estivo e festivo da 5,6 milioni: mai arrivati.

Il Comune di Bergamo con fondi propri attua potenziamenti mirati dei pullman in città in occasione di eventi particolari, come la «Festa delle luci». La Regione ha aumentato i collegamenti ferroviari tra i due capoluoghi. Ma quello delle Capitali della cultura è un evento di portata anche provinciale, che va oltre le città. E qui, in materia di bus e affini, di «rinforzi» non ne sono arrivati, e pare molto difficile possano spuntarne. Le Agenzie del trasporto pubblico bergamasca e bresciana ci avevano provato: alla fine dello scorso anno hanno sottoposto a Comuni, Province e Regione un programma di aggiunta «puntuale» di corse in estate (dove attualmente il servizio esiste praticamente solo, e poco, nelle valli, mentre in pianura è pressoché sparito) e in alcuni fine settimana. Per tutto il 2023 si parlava di una spesa 5,6 milioni di euro, per i due bacini. Ma quella richiesta è rimasta sostanzialmente lettera morta.

Gli scenari

Anzi, il servizio si trova di nuovo a fare i conti con il concreto rischio di tagli, seppur per ora rimandati. Il punto è stato fatto ieri con l’assemblea dei soci dell’Agenzia del Trasporto pubblico locale, a cui ha preso parte anche il nuovo assessore regionale ai Trasporti Franco Lucente. Presenza non scontata (la precedente assessora, la bergamasca Claudia Terzi, da tempo non interveniva direttamente al tavolo) e sottolineata positivamente da tutti i partecipanti: la Regione è socia «solo» al 10% dell’Agenzia, ma ha un ruolo cruciale nella gestione e finanziamento del servizio.

«Abbiamo potuto rappresentare all’assessore Lucente il fatto che, malcontati, mancano 2,5 milioni di euro rispetto all’anno scorso, a causa soprattutto dell’inflazione – dice il consigliere provinciale delegato al Trasporto pubblico, Alessandro Colletta –. riduciamo i chilometri? Ma a forza di tagliare negli anni il 3, il 5, il 10%, il servizio implode. Dobbiamo assolutamente evitarlo. Correlati al trasporto pubblico ci sono scuola, turismo, montagne: temi importantissimi per questo territorio». Con puro calcolo aritmetico, 2,5 milioni di euro in meno vogliono dire 1,2 milioni di chilometri non coperti. «Per rendere l’idea, parliamo di un anno intero di una linea molto grossa», dice il direttore dell’Agenzia, Emilio Grassi. L’obiettivo è evitarlo in tutti i modi: per questo ieri i soci hanno concordato di «congelare» eventuali tagli di corse e di aspettare la certezza del quadro economico dopo l’estate. Tra settembre e ottobre dovrebbero infatti arrivare delle somme aggiuntive dal Ministero (ancora non se ne conosce l’entità: oggi mancano 400mila euro rispetto allo scorso anno), e nel frattempo prenderà forma anche la ripartizione dei 500 milioni di euro destinati a livello nazionale alle aziende per far fronte al calo carburante.

«Se arrivassero risorse rilevanti, il problema potrebbe ridursi, o addirittura potremmo arrivare non dover tagliare - riassume Grassi –. Questo è un anno in cui si vorrebbe riprendere un servizio decente dopo la pandemia, per sostenere una domanda già debole che fatica a riprendersi».

Un «dossier» per l’assessore

Nel frattempo verrà inviato al neo assessore regionale un piccolo «dossier» con lo stato di fatto e le richieste per rafforzare il sistema del trasporto pubblico. «Non vogliamo solo chiedere soldi, che pure sono fondamentali – dice la presidente dell’Agenzia, Angela Ceresoli – ma anche costruire percorsi insieme per dare risposte. Non pensiamo adesso a tagliare corse o servizi, sarebbe un segnale assolutamente negativo per l’utenza, anche perché da tagliare è rimasto ben poco». Pure sulle linee considerate «minori»: «Parliamo di territori che hanno già perso tanti servizi, togliere anche linee di trasporto è molto penalizzante. Ricordo che da tempo segnaliamo che per riportare il trasporto pubblico a livelli più accettabili servirebbero in Bergamasca cinque milioni in più. e invece, oggi, ne abbiamo 2,5 in meno», osserva Ceresoli. Così, la linea decisa è di «assumersi il rischio» di aspettare settembre, sapendo che a quel punto i margini di riduzione delle corse saranno ancora inferiori: semmai il problema diventerà far quadrare i bilanci. Al tavolo è emersa anche l’ipotesi di chiedere un sostegno a tutti i Comuni. Strada certamente non semplice, viste anche le criticità che molti attraversano a loro volta.

«Tutelare l’estivo»

L’assessore Stefano Zenoni del Comune di Bergamo ha evidenziato tra l’altro come «spesso, quando bisogna ridimensionare il servizio di trasporto, si guarda soprattutto all’estivo. Quest’anno sarebbe una scelta particolarmente problematica, visto che aspettiamo più turisti per la Capitale della cultura. La città mette risorse proprie per potenziamenti mirati sugli eventi, ma se il “sottofondo” del servizio ordinario scende, ovviamente c’è un problema. La preoccupazione resta, ma abbiamo rimandato le decisioni sperando in buone notizie». Intanto, c’è anche da correre per individuare il nuovo direttore dell’Agenzia, da scegliere dall’apposito (e pare non sempre aggiornatissimo) elenco regionale: Grassi a giugno andrà in pensione, il sostituto sembrava individuato ma ha rinunciato all’ultimo.

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