Il rientro a casa dopo l’incendio in via Moroni: «Finalmente dormo nel mio appartamento. Ma i timori sono tanti»

LA RACCOLTA FONDI ANCORA ATTIVA. Gli inquilini tornati al civico 14: «Non tutti si possono permettere di anticipare le spese dei lavori». Emergenza, lunedì 4 settembre la riunione del Centro operativo.

Un tecnico sta sistemando il contatore del gas degli appartamenti agibili, mentre un inquilino apre la serratura ed entra in casa tirando un sospiro di sollievo, dopo giorni di angoscia e paura, e all’ingresso c’è un via vai di persone, che riportano dentro valigie e sacchetti pieni di quei vestiti e beni che avevano recuperato quasi due settimane fa insieme ai vigili del fuoco.

«Tornare a casa è un mix di emozioni, tra cui la preoccupazione per il futuro», hanno raccontato gli ex sfollati del civico 14 di via Moroni, dove sono tornate agibili le prime otto unità immobiliari coinvolte nel disastroso incendio. Le fiamme sono partite nella mattinata di lunedì 21 agosto all’ultimo piano del civico 20, su un pianerottolo dove c’è un appartamento (ora sotto sequestro per indagini) oggetto di lavori di ristrutturazione, per poi propagarsi sui vicini tetti, bruciando una superficie di 300 metri quadri e provocando una cinquantina di sfollati, di cui 37 ospitati a spese del Comune al Central Hostel. Il Comune ha firmato l’ordinanza di sgombero, causa inagibilità, degli appartamenti dal civico 14 al 30 di via Moroni, compreso l’ultimo piano del 40. Nel frattempo sono partite le operazioni di rimozione delle macerie e messa in sicurezza delle palazzine.

Dal numero 14, dove ci sono dieci appartamenti, è arrivata la prima buona notizia. L’edificio è stato solo marginalmente interessato dal fuoco e dall’acqua gettata dai pompieri per spegnerlo, tanto che l’ingegnere del condominio ha depositato una relazione in cui ha dichiarato l’agibilità degli appartamenti di questo civico, tranne due, uno al secondo piano e l’altro al terzo, coinvolti dall’incendio al tetto del vicino numero 20. Il documento è arrivato agli uffici comunali martedì.

Una volta allertati polizia locale e amministratore di condominio, la notizia si è diffusa sulle chat whatsapp dei residenti al civico 14, che mano a mano stanno riprendendo possesso degli otto appartamenti (su dieci) dichiarati agibili. «Tutto quello che abbiamo passato in questi giorni ha creato stress, tensione e stanchezza, ma ora sono finalmente riuscito a ritrovare il sonno dopo tante notti insonni – ha raccontato un inquilino –. Sono tornato a vivere a casa e a dormire nel mio letto. All’inizio ho provato sollievo per averla scampata. Poi però sono arrivate mille preoccupazioni per il futuro, soprattutto quello di chi è stato meno fortunato e ha perso tutto».

Tra gli ex sfollati del civico 14 il pensiero principale è di natura economica. «I costi per l’intervento di messa in sicurezza sono a nostro carico», ci hanno spiegato. «È un tema sociale molto critico – ha aggiunto un residente –. Non tutti potranno anticipare le spese necessarie per la ricostruzione».

«Le incognite sono tante, soprattutto legate all’assicurazione – ha spiegato il proprietario di un appartamento ora in affitto –. Si parla di diverse migliaia di euro per la ricostruzione». Per far fronte a questo problema c’è chi ipotizza soluzioni: «Serve una regia che trovi canali di credito adeguati per poter fare tornare gli inquilini in possesso dei propri appartamenti», il suggerimento di un ex sfollato. «Anche perché con l’autunno arriveranno il freddo e le piogge, che rischiano di peggiorare la situazione, e tra lavoro, malattia, bambini e fragilità varie avere una casa è più che mai fondamentale», dice qualcun altro pensando agli sfollati.

In uno dei due appartamenti inagibili del civico 14 abita una coppia di trentenni liguri, ora ospitati da amici: «Già prima dell’incendio stavamo cercando una nuova casa e ora siamo stati costretti ad accelerare il tutto, anche perché ci hanno detto che la sistemazione dell’appartamento durerà almeno un paio di mesi – hanno raccontato –. L’affetto dei nostri cari ci sta aiutando a superare questo momento. Un gruppo di amici è venuto con noi a fare il trasloco, dandoci una mano a portare via tutta la nostra vita».

Nel frattempo la raccolta fondi de L’Eco di Bergamo-Kendoo, in collaborazione con Comune di Bergamo e Croce Rossa Italiana - Comitato di Bergamo, ha già raggiunto 5.268 euro a sostegno di chi è rimasto senza casa. Domani mattina è prevista la riunione del Centro operativo comunale per fare il punto sull’emergenza.

Sul maxi rogo si indaga per incendio colposo, a carico d’ignoti, come da fascicolo aperto dal pm Antonio Pansa: nei prossimi giorni arriverà la relazione del Nucleo investigativo Antincendio dei vigili del fuoco in merito alle cause del disastro.

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