Il prefetto Forlenza lascia Bergamo: «Mi sono sentito a casa, tornerò. Stazione, presidio più forte»

IL SALUTO. «Maggior sicurezza urbana, trenta protocolli con i sindaci. Migranti, riattivata la rete di accoglienza, grazie al Vescovo e alle cooperative»

«Mi dispiace lasciare Bergamo, una terra incredibile che mi ha accolto e mi ha fatto sentire a casa da quasi due anni. È stata un’esperienza professionale e personale straordinaria, dove ho avuto l’occasione di incontrare a livello istituzionale, ma anche nella società civile, tante persone che sono diventate amiche. Quindi ritornerò volentieri qui a Bergamo per coltivare questi rapporti». Parte dall’aspetto che più gli sta a cuore, quello dei rapporti umani, il prefetto Giuseppe Forlenza in questa chiacchierata di «congedo» da via Tasso: martedì 17 settembre il Consiglio dei ministri lo ha nominato, un po’ a sorpresa, prefetto di Padova: entrerà in servizio a inizio ottobre (la data del trasferimento non è ancora stata formalizzata).

Dal carattere molto pragmatico – così si era presentato dopo il suo arrivo in città, il 9 gennaio dell’anno scorso, e i fatti avevano poi rapidamente confermato questa sua peculiarità –, Forlenza riepiloga questi quasi due anni a Bergamo. «Appena arrivato, l’emergenza principale era rappresentata dai flussi migratori: abbiamo riattivato la rete dell’accoglienza e di questo voglio ringraziare ancora una volta pubblicamente il Vescovo e anche le cooperative sociali che, con la loro disponibilità, hanno partecipato ai nostri bandi».

«Lavoro di squadra»

«Abbiamo rafforzato il dispositivo di prevenzione in zona stazione attraverso un servizio interforze di polizia, carabinieri e Finanza»

Il grazie va poi agli enti con cui il prefetto ha collaborato pressoché quotidianamente: «Le forze dell’ordine, il questore e i comandanti provinciali di carabinieri e Guardia di finanza e, tramite loro, anche le varie specialità, per il supporto che mi hanno offerto: siamo riusciti a creare una squadra che ha consentito di affrontare in maniera serena, leale e con efficacia una serie di questioni». Tra queste spicca la sicurezza in zona stazione: «Abbiamo rafforzato il dispositivo di prevenzione attraverso un servizio interforze di polizia, carabinieri e Finanza e che io ho voluto ulteriormente implementare con la presenza dei militari di “Strade sicure”, in modo da aumentare la percezione di sicurezza. Ma la sicurezza non può essere legata soltanto alla presenza numerica delle forze dell’ordine: investe un discorso più complessivo, che abbraccia anche aspetti legati alla qualità della vita e urbanistici». Tra i protocolli siglati in Prefettura anche quello antimafia, proprio per i lavori sulla rete ferroviaria, «per monitorare tutta la filiera delle imprese che entreranno nelle lavorazioni e rafforzare il presidio di legalità sul territorio».

Con i sindaci

Safety e security sono stati invece al centro del vademecum per gli spettacoli predisposto dalla Prefettura, «per dare un supporto agli organizzatori», rileva Forlenza. Che sottolinea: «Sono stati oltre 30 i patti di attuazione per la sicurezza urbana siglati con i sindaci del territorio, ai quali va il mio ringraziamento e il mio saluto affettuoso per la vicinanza che mi hanno dimostrato anche in questi giorni con messaggi e con testimonianze».

Nel sociale

Tra i protocolli siglati dal prefetto Forlenza anche quello contro l’usura e l’estorsione

Sul fronte sociale sono stati due i campi d’azione: «Il tavolo sul disagio giovanile, accanto all’Università, all’azienda sanitaria, alla fondazione Don Resmini e al Comune di Bergamo e poi “Terre di mezzo”, per intercettare situazioni di fragilità, coinvolgendo non solo le istituzioni ma anche gli organismi sociali». Ampio anche il lavoro di protezione civile: dagli aggiornamenti della documentazione su dighe e incidenti a rischio rilevante, «avviando un’azione di maggiore divulgazione di queste procedure di emergenza che possono riguardare tutta la popolazione». Sul Sebino è stata intensificata la vigilanza estiva, in collaborazione con Brescia, tramite uno specifico protocollo: «Un segnale davvero importante per cui ringrazio il comando provinciale dei vigili del fuoco, anche per l’opera instancabile che svolgono quotidianamente, spesso in silenzio, e per il concreto aiuto che mi hanno dato sia nelle emergenze che abbiamo gestito sia in occasione degli eventi istituzionali».

Tra i protocolli siglati dal prefetto Forlenza anche quello contro l’usura e l’estorsione, con la partecipazione del mondo bancario e notarile e sfociato «nell’attivazione di un tavolo per il monitoraggio di un fenomeno che è strisciante e che viene denunciato poco, ma che va attentamente monitorato».

I progetti del Pnrr

E poi la cabina di coordinamento sui fondi del Pnrr istituita in Prefettura: «Sono centinaia i progetti del territorio bergamasco che riceveranno finanziamenti per il Pnrr e la cabina di coordinamento avrà il compito non soltanto di verificare, insieme alla Ragioneria dello Stato, le rendicontazioni sui progetti, ma anche di alzare un po’ le antenne su questi flussi finanziari, perché la criminalità segue i soldi e quindi è necessario che ci sia un presidio maggiore su questo aspetto». Non da ultimi altri due temi più che attuali affrontati in questi quasi due anni: «La cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, tramite il rinnovo del protocollo assieme ad Ats, e il contrasto alla violenza alle donne, con la giornata organizzata con il liceo Mascheroni. È stato un momento di importante confronto, perché non bisogna mai abbassare la guardia e spegnere i riflettori su questo tema».

«Una terra di valore»

«Padova è una sfida importante e ne sono contento, perché rappresenta un riconoscimento che il ministero ha voluto darmi»

«Lascio Bergamo con dispiacere, ma anche con gioia, perché ho avuto l’opportunità di conoscere una terra che non conoscevo prima – prosegue il prefetto – e di apprezzare il valore dei bergamaschi, popolazione dedita al lavoro, determinata e con un cuore grande. Tutto questo mi ha aiutato a sentirmi a casa, accolto e anche meno solo, avendo la famiglia distante. Ma soprattutto a creare una rete che mi ha consentito di svolgere al meglio le mie funzioni».

Un grazie dal prefetto anche «alla sindaca di Bergamo, con la quale si è instaurata fin da subito un’intesa straordinaria: abbiamo già mosso i primi passi su alcune questioni rilevanti che, sono certo, proseguiranno anche con il mio successore». Così come non conosceva direttamente Bergamo, Forlenza ammette di non conoscere Padova: «È una sfida importante e ne sono contento, perché rappresenta un riconoscimento che il ministero ha voluto darmi. Fino all’ultimo giorno qui a Bergamo proseguirò al meglio la mia attività con lo stesso spirito di servizio e pragmatismo».

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