Il prefetto dopo l’omicidio a Bergamo: «Rete di telecamere più capillare e stretta sui coltelli»

IL VERTICE. Le riflessioni dopo il vertice in prefettura, convocato dopo il delitto in via Tiraboschi di venerdì 3 gennaio: «Un fatto così grave non può non destare grande preoccupazione».

Da un lato le telecamere – che si sono rivelate fondamentali per ripercorrere la via di fuga del presunto assassino di Mamadi Tunkara – e che «è bene siano ancora più efficienti, con impianti disseminati il più possibile nei punti critici della città». Dall’altro la diffusione dei coltelli tra giovanissimi, italiani e stranieri, soprattutto giovani ma anche adulti, che si muovono in città e per la quale «saremo ora più incisivi». Sono i due passaggi che il prefetto Luca Rotondi evidenzia al termine dell’incontro del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che ha convocato nella mattinata di sabato 4 gennaio in Prefettura per fare il punto sulla sicurezza in centro dopo l’omicidio di venerdì in via Tiraboschi.

«La comunità è colpita da un fatto così grave»

«Un fatto così grave non può non destare grande preoccupazione – rileva il prefetto –, ma deve essere ben inquadrato il tipo di episodio, che non è stata una rapina e che ha avuto dinamiche esterne, con motivazioni a sé stanti». Il vicesindaco Sergio Gandi, a margine dell’incontro, ha sottolineato: «Il sistema istituzionale ha risposto con immediatezza, senso di responsabilità ed efficacia, assicurando alla giustizia chi ha commesso questo gravissimo crimine. La comunità è molto colpita da questo fatto così grave. Non posso negare che non ci sia un problema di sicurezza dopo questo episodio, ma la risposta è stata immediata e questo va evidenziato».

«Troppi giovani girano con i coltelli in tasca»

Anche il prefetto Rotondi ha evidenziato quanto l’episodio abbia scosso la città: «Senza dubbio – ha sottolineato – anche perché per le festività erano stati predisposti servizi molto mirati a Bergamo città e in tutta la provincia, con in campo la polizia di Stato, i carabinieri, la Guardia di finanza e le polizie locali, tutti impegnati nel fare squadra. Non esiste un problema di carenza di personale tra le forze dell’ordine: anzi, i servizi sono stati rinforzati. Quello che nella riunione è emerso è piuttosto la necessità di essere ancora più incisivi, se possibile, in generale nei controlli e perché troppi giovani, italiani o extracomunitari, girano con i coltelli in tasca. Ora saremo ancora più incisivi».

Il prefetto ha poi aggiunto: «È chiaro che non ci può essere una pattuglia in ogni strada, perché è impossibile non solo a Bergamo ma ovunque, ma abbiamo un numero di uomini sufficiente e quello che conta è la sinergia perché la città venga controllata capillarmente. A questo si aggiunge la collaborazione dei cittadini, che deve essere immediata nel segnalare alle forze dell’ordine ogni situazione sospetta».

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