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Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 12 Febbraio 2025
Il pellegrinaggio in Costa d’Avorio: «Amicizia e competenza regalano gioia a chi soffre»
IL PELLEGRINAGGIO. Il Vescovo in Costa d’Avorio in visita alle Case delle suore: cure e sostegno per ammalati, bambini e mamme.
Le due congregazioni religiose delle Figlie del Sacro Cuore e delle Suore delle Poverelle sono ad Agnibilekrou in Costa d’Avorio il segno della cura verso chi vive sulla sua pelle fatiche, malattie o disabilità.
Visitiamo le loro Case, angoli di quiete nel trambusto della città. Le Figlie del Sacro Cuore – quattro religiose – guidano l’attività della Scuola dell’infanzia – con circa 90 bambini –, del Centro di fisioterapia e del Foyer delle ragazze, un luogo di accoglienza per studentesse che giungono da lontano. La loro Casa sorge in un quartiere con un’alta percentuale di stranieri e con una numerosa presenza di persone di religione musulmana. Molti giungono dal Togo, dal Benin, dal Ghana perché in Costa d’Avorio si stendono ampie zone di terra fertile da coltivare per sostenere l’economia familiare. Le suore visitano i malati, sostengono mamme abbandonate con i loro bimbi, incontrano le fatiche di famiglie spesso sbriciolate e svolgono animazione vocazionale in parrocchia.
Il Centro di fisioterapia e riabilitazione
Suor Michela Di Gregorio racconta al Vescovo Francesco Beschi e alla delegazione la missione della loro congregazione in terra ivoriana: «Possiamo dire di essere uno dei frutti della cooperazione missionaria», dice. Una delle opere delle Figlie del Sacro Cuore è il Centro di fisioterapia e riabilitazione «Santa Teresa Verzeri», l’unico in tutta la vasta regione. Vi giungono soprattutto bambini e ragazzi con disabilità congenite o difficoltà motorie post-traumatiche. A salutare la delegazione ci sono tanti bambini con le loro mamme. Sono presenti anche alcuni papà. È un giorno di festa. Due ragazzi, con microfono in mano, raccontano – attraverso le barre della musica rap – i loro pensieri. Ci si abbraccia, si balla e anche il Vescovo Francesco viene trascinato nelle danze.
«Una casa della gioia»
«Grazie all’aiuto della Diocesi di Bergamo, dei sacerdoti, dell’educatore Walter Negrinotti – dice suor Gwladys – molti bambini, che rischiavano l’emarginazione e persino la morte, qui hanno avuto la possibilità di vivere e di rinascere. Grazie per tutto il bene ricevuto». «In vite toccate dalla sofferenza – dice monsignor Beschi – l’amicizia, l’amore e il cuore, accompagnati dalla competenza, possono regalare la gioia più pura. Questa struttura non è solo un Centro di fisioterapia, ma è soprattutto la casa della gioia». A poca distanza sorge la Casa delle Suore delle Poverelle. Ad aprire la porta è la Superiora suor Angela, una giovane ivoriana, infermiera, cresciuta nella formazione religiosa attraverso l’incontro con suor Primanna, vicentina, da 50 anni in Africa. Ora vivono nella stessa casa. «Qui la gente ci ha accolto in piedi, con fierezza e dignità, chiedendo anzitutto il rispetto della loro cultura e della loro umanità – spiega suor Primanna –. È un Paese accogliente, con persone cordiali e con tante potenzialità, che cerca a piccoli passi uno sviluppo».
Nel parco della Casa sorge un Centro di spiritualità capace di accogliere fino a novanta persone per giornate di ritiro e di preghiera. La cappella dai muri bianchi e dai vetri colorati è un piccolo gioiello. Si percorrono i vialetti della missione e si raggiunge il Centro medico, con ambulatori per le visite e per esami specialistici dedicati soprattutto alle mamme, con il laboratorio analisi e con un reparto di Oculistica. Nel pomeriggio si ricongiungono alla delegazione i due sacerdoti e i due laici che hanno trascorso i giorni scorsi nella parrocchia di Tanda – fino a pochi anni fa affidata alla cura pastorale dei missionari bergamaschi – incontrando la comunità e visitando i villaggi vicini. Si avvicina il rientro in Italia e si preparano le valigie per il viaggio verso Abidjan.
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