«Il nuovo Codice della strada funziona. Stretta sui comportamenti rischiosi»

LA LETTERA. Il ministro Salvini: «Bene la diminuzione delle vittime degli incidenti, ma bisogna arrivare a zero». Punito l’uso del telefono mentre si guida e il consumo di droghe. «Non sono stati modificati i limiti per l’alcol».

Nel tentativo di ridurle ulteriormente abbiamo costruito un nuovo Codice della strada che è entrato in vigore il 14 dicembre scorso e che sta offrendo segnali positivi a livello nazionale e lombardo. Ringrazio le Forze dell’Ordine, impegnate con straordinaria professionalità, che solo nella nostra regione hanno messo in campo 34.127 pattuglie nei trenta giorni successivi all’entrata in vigore delle nuove regole. Hanno riscontrato una diminuzione degli incidenti (-16,6%), delle vittime (-33,3%), dei feriti (-23,3%).

In tutto, tra il 14 dicembre e il 14 gennaio, in Lombardia sono state ritirate 947 patenti di cui il 50% per uso improprio del cellulare alla guida

In tutto, tra il 14 dicembre e il 14 gennaio, in Lombardia sono state ritirate 947 patenti di cui il 50% per uso improprio del cellulare alla guida. È un aspetto che mi preme segnalare: mentre non è vero che sono stati modificati i limiti per il consumo di alcol (contrariamente a quanto raccontato da troppi media nazionali, perché le regole sono già sufficientemente dure), abbiamo cercato di scoraggiare comportamenti rischiosi ma sottovalutati. Penso alla pessima abitudine di smanettare sullo smartphone mentre si è alla guida o al consumo di droghe che, con le vecchie norme, erano più difficili da controllare e rilevare. Ovviamente, la repressione da sola non basta. Per questo vogliamo sensibilizzare sempre di più i giovani e non solo, con campagne mirate e una sempre più stretta collaborazione tra il mio ministero, il Viminale e quello dell’Istruzione e del Merito.

Sono molto colpito da alcune realtà come «On the Road» (motivo d’orgoglio per Bergamo con cui mi sono confrontato anche pochi giorni fa), impegnate in prima linea per educare alla strada e alla legalità e che spero siano sempre più valorizzate e diffuse soprattutto nelle classi. Come sa, direttore, da ministro e da leader della Lega sono abituato alle polemiche e non mi tiro certo indietro. Ma penso che su un tema così delicato e importante come la sicurezza sia necessario un approccio serio, ragionevole, collaborativo e non ideologico.

«Sono molto colpito da alcune realtà come «On the Road» (motivo d’orgoglio per Bergamo con cui mi sono confrontato anche pochi giorni fa), impegnate in prima linea per educare alla strada e alla legalità e che spero siano sempre più valorizzate e diffuse soprattutto nelle classi»

Faccio un altro esempio. Per puntare sulla prevenzione e non solo sulla repressione, abbiamo previsto l’alcolock obbligatorio per chi in passato è stato pizzicato in stato di ubriachezza: per poter avviare il motore e guidare, dovrà confermare a un dispositivo di non aver toccato alcun bicchiere. È una novità già prevista in altri Paesi europei come la Francia. E sempre per evitare inutili bastonate agli automobilisti, come Ministero abbiamo ricordato che gli autovelox devono essere installati per prevenire guide pericolose e non per fare cassa sulla pelle dei cittadini. Le istituzioni devono essere al fianco degli utenti della strada: devono prevenire, non dare l’idea di fregarli. Potrei ricordare alcune novità come la stretta sui monopattini, particolarmente diffusi nelle grandi città e che ora dovranno avere assicurazione, targa e casco, ma non voglio dilungarmi.

«Purtroppo, soprattutto tra i giovani, c’è la convinzione che non possa mai succedere nulla di brutto o drammatico, e che le bravate come una serata troppo alcolica, un’impennata sullo scooter o una banalità come un messaggio whatsapp non abbiano conseguenze. Non è sempre così»

Mi faccia ribadire il concetto. Purtroppo, soprattutto tra i giovani, c’è la convinzione che non possa mai succedere nulla di brutto o drammatico, e che le bravate come una serata troppo alcolica, un’impennata sullo scooter o una banalità come un messaggio whatsapp non abbiano conseguenze. Non è sempre così. I dati incoraggianti sulla diminuzione delle vittime ci fanno ben sperare, è vero. Ma c’è solo un numero di morti che potrebbe farci dormire sereni: zero. Ecco, dobbiamo fare di tutto per renderlo possibile.

Grazie dell’ospitalità.

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