Il museo del XX secolo, la proposta
Casa della Libertà, storia per immagini

«Un centro motore della vita politica e spirituale della provincia di Bergamo». Questo era l’obiettivo dell’architetto Alziro Bergonzo negli anni Trenta, quando ha progettato l’allora Casa del Fascio, diventata poi Casa della Libertà dopo la Liberazione dal nazifascismo.

Di proprietà dell’ Agenzia del Demanio l’edificio ha tre inquilini: la Prefettura, il Comune e il Corpo Forestale dello Stato. Che finora l’hanno gestita come tanti altri immobili di proprietà dello Stato: non gestendola. Negli ultimi anni sono state lanciate tantissime proposte per recuperare lo storico edificio dall’abbandono. L’ultima in ordine di tempo è quella che è riuscita a trovare un consenso iniziale trasversale tra molti intellettuali di Bergamo. Il traguardo prefissato è già nel nome: «Associazione per il Museo del XX Secolo nel Palazzo della Libertà».

L’appello alla città e alle sue istituzioni, porta le firme, tra gli altri (i soci fondatori sono una quarantina), degli architetti Alessandro Mendini e Paolo Portoghesi, dell’ex ministro Filippo Maria Pandolfi, dell’editore Giovanna Mazzocchi Bordone, del Compasso d’oro Luciano Galimberti, dello scultore Kengiro Azuma. Nomi che vanno ad aggiungersi ai bergamaschi Alberto Barcella, imprenditore e presidente della Gamec, al cartoonista Bruno Bozzetto, all’imprenditore Ferdi Baleri, al presidente di BergamoScienza Mario Salvi, all’architetto e docente universitario Attilio Pizzigoni e al presidente della Fondazione della Comunità bergamasca Carlo Vimercati.

L’associazione per ora punta a far crescere il dibattito all’interno della città. «Vogliamo stimolare l’intelligenza della città – spiega l’architetto Attilio Pizzigoni -, prima ancora che quella del governo». Il presidente Lodovico Acerbis invece ha definito il palazzo un «buco nero rivestito di marmo bianco».

Per far conoscere la proposta verrà messo online un sito internet, ma solo al raggiungimento dei 500 like della pagina Facebook ufficiale. L’associazione ha aperto anche una casella di posta elettronica a cui i cittadini possono inviare proposte di discussione, convegni e spunti sul tema: [email protected]. L’archivio di StoryLab contiene molte foto storiche che immortalano la costruzione del Palazzo e anche la sua inaugurazione.

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