Cronaca / Bergamo Città
Domenica 24 Dicembre 2023
Il mondo scolastico piange la vicepreside del Sant’Alessandro
MARTEDI’ I FUNERALI. Antonella Arcaini, docente di Tecnologie alle Medie del Collegio vescovile e di Disegno nei Licei, è morta nella notte del 22 dicembre. Grande dolore nel mondo della scuola e a Bergamo dove era conosciuta e stimata.
«È con grande dispiacere che ci troviamo a interrompere il clima lieto delle festività natalizie con una triste notizia. Questa notte è mancata la nostra professoressa Antonella Arcaini». La comunicazione è arrivata sabato 23 dicembre dalla Comunità dell’Opera Sant’Alessandro alle famiglie degli studenti e ha lasciato tutti nel dolore. «Insegnante di alto profilo professionale e di grande umanità, Antonella era figura preziosa e apprezzata da tutta la famiglia del Sant’Alessandro, dove prestava servizio da molti anni, come docente di Tecnologia e vicepreside alle Medie del Collegio vescovile e insegnante di Disegno e Storia dell’arte ai Licei. Tutta la Comunità si stringe con affetto ai familiari e alle tante persone che le hanno voluto bene. Nella certezza di rivederla serena e splendida come sapeva essere nella Casa del Padre».
La professoressa, 56 anni, abitava in via Pitentino e lascia il marito Giuseppe Bergamaschi. I funerali saranno celebrati martedì alle 14,15 nella chiesa di Ognissanti al cimitero. «Laureata in Architettura al Politecnico di Milano, fin da subito si era appassionata all’insegnamento e alle nuove generazioni – sottolinea la preside del Collegio vescovile, Anna Gabbiadini –. La contraddistinguevano la passione che sapeva trasmettere ai ragazzi, molti dei quali hanno intrapreso i percorsi dell’arte e dell’architettura grazie a lei. Li accendeva all’arte convinta che la meraviglia e la bellezza avrebbero salvato il mondo: diceva sempre che non bisogna farsi trascinare dall’odio e dalle brutture, e che l’arte traduce il tormento dell’uomo in una speranza più alta e più grande».
«Era arrivata giovanissima da noi e aveva una grande vocazione educativa – conferma don Emanuele Poletti, rettore della Fondazione –. Aveva superato il concorso per l’abilitazione ma aveva più volte rinunciato alla chiamata del ministero per insegnare nella scuola pubblica, preferendo continuare nella paritaria. Negli ultimi anni aveva diminuito il monte ore di insegnamento per stare vicina al marito gravemente malato ma, nonostante questo, era una persona dedita ai suoi ragazzi e considerava la scuola la sua seconda casa».
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