«Il mio Kevin, morto a 24 anni. Il suo coraggio contro il tumore»

LA STORIA. Il papà Daniele: «Sapeva di stare male, ma guardava al futuro». Colpito dalla stessa malattia che nel 2015 si era portata via la mamma Silvana.

Il suo sorriso pieno di vita, lo spirito solare e speranzoso verso il futuro lo hanno accompagnato in tutti i cambiamenti e le sfide, anche nella più difficile, quella della malattia, che ha affrontato con fiducia e coraggio. Kevin Farsa se n’è andato martedì a 24 anni, circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici. Per primo quello del suo «Dani», così Kevin chiamava il papà Daniele, che è rimasto sempre con lui. «Si lasciava coccolare. Sapeva della sua malattia, ma io lo rassicuravo a tal punto che si augurava di stare bene e ci credeva».

La diagnosi, un glioma maligno, è arrivata a giugno. La stessa malattia che colpì sua mamma Silvana, mancata nel 2015. Ma Kevin non si è mai lasciato andare allo sconforto: ha vissuto con gioia e sempre attento all’altro. «Conosceva bene la sua malattia e sapeva che era difficile da affrontare, ma era sempre proiettato al futuro e il suo cruccio era che gli altri non si preoccupassero per lui. All’hospice di Borgo Palazzo, dove era ricoverato, ringraziava sempre tutti, credeva quasi di dare fastidio. Avrà avuto dei dolori terribili – dice il papà – ma mi diceva “Dani poca roba” e che riusciva a gestirli».

Il doppio trasferimento

Al suo papà voleva bene. Cresciuto alla Clementina, viveva con lui a Boccaleone. Era un po’ il suo faro e insieme hanno affrontato, nel 2016, dopo la morte della mamma, anche il trasferimento a Napoli, città d’origine del padre. «Frequentava il secondo anno all’istituto agrario al Mario Rigoni Stern, dove lavoro come collaboratore scolastico. Per un paio d’anni ce ne siamo andati, avevo bisogno di respirare. Era contento, nonostante i cambiamenti. Ho sempre avuto l’impressione che fosse felice delle scelte che facevo».

Rientrati in città, Kevin ha ripreso gli studi agrari al Rigoni Stern. «Nel 2018 siamo tornati e si è diplomato. Aveva deciso di rimettersi in gioco con entusiasmo».

La passione per il tedesco, spinto anche dai viaggi in Germania per andare a trovare la moglie di papà Daniele, Luisa, che lavora lì, lo aveva convinto ad iscriversi all’Università di Bergamo per studiare Lingue. «Ma erano gli anni del Covid - spiega Daniele - e gli pesava seguire le lezioni a distanza».

Il Servizio Civile e la passione per la musica

Prima di ammalarsi, tra fine maggio e inizio giugno, aveva iniziato il Servizio Civile all’Auser di Bergamo. È stato volontario per due settimane, un tempo breve ma sufficiente per lasciare a tutti un ricordo indelebile. «Era un ragazzo diligente, svolgeva bene il suo lavoro e riusciva a stabilire subito con le persone un ottimo rapporto nonostante fosse un po’ introverso. Dopo la morte di sua madre si era chiuso, era un po’ diffidente ma sempre buono». La musica e l’hip hop erano le sue passioni. «Era iscritto a un gruppo di ballo e da qualche tempo voleva riprendere a suonare il sax».

Affascinato dalla politica

Anche la politica aveva iniziato ad affascinarlo, soprattutto durante le scorse elezioni, quando il papà aveva deciso di candidarsi come consigliere comunale con il Partito Democratico. «L’ho fatto per lui – racconta Daniele –, mi aveva spinto a farlo. Era molto orgoglioso, al punto che voleva mettersi in gioco anche lui. Mi diceva “Quando guarisco vengo anch’io”». La comunità del Pd partecipa al lutto: dalla sindaca Elena Carnevali al vicesindaco Sergio Gandi, sono tante le persone che hanno portato a Daniele e alla famiglia il loro affetto. «In questi giorni sono venuti anche i suoi amici, i vecchi compagni e le maestre delle elementari. Sto riscoprendo un calore attorno a lui e mi fa piacere – conclude Daniele –. Mi sto aggrappando all’affetto e al ricordo di Kevin, perché la perdita di un figlio è strutturale. Senti un pezzo di te venire meno». I funerali si terranno oggi alle 10 nella chiesa parrocchiale di Boccaleone.

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