Il generale Figliuolo a Bergamo: «Dobbiamo essere fieri di essere italiani e avere speranza nel futuro»

La visita. Accolto in Consiglio provinciale il generale Francesco Paolo Figliuolo, comandante operativo di Vertice interforze, già commissario straordinario per l’emergenza Covid.

È stato un momento carico di emozioni quello vissuto mercoledì pomeriggio nella sala consiliare della Provincia, dove il presidente Pasquale Gandolfi e il Consiglio provinciale hanno ricevuto il generale Francesco Paolo Figliuolo, comandante operativo di Vertice interforze, già commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19. Il generale Figliuolo, ospite anche all’incontro pubblico di mercoledì sera nell’Aula Magna dell’Università di Bergamo nell’ambito della rassegna della Provincia «Capitale per sempre», è stato ricevuto in via Tasso per una breve visita istituzionale alla presenza delle Autorità civili e militari e dei rappresentanti istituzionali del territorio bergamasco, oltre che dirigenti e funzionari della Provincia con il personale della Protezione civile e della Polizia provinciale.

Il disorientamento e la drammaticità dei primi mesi della pandemia e la gratitudine per la campagna vaccinale organizzata magistralmente sono stati i due sentimenti che hanno prevalso in tutti gli interventi. «È impossibile non ricordare con la pelle d’oca quei momenti, la caccia disperata alle mascherine e all’ossigeno, i morti, i volontari stremati dalla fatica – ha ricordato il presidente Gandolfi -. Ne siamo usciti grazie al volontariato e grazie alla collaborazione tra istituzioni che non è mai venuta meno, e all’intuizione di chi le ha dato l’incarico di organizzare la campagna vaccinale, che per noi è stata come una liberazione. Siamo felici di averla qui oggi, il suo è un grande omaggio a Bergamo e al lavoro che ha fatto».

«Sento il dovere di esprimere immensa gratitudine per aver accettato il nostro invito a venire qui a Bergamo, a parlare ai nostri volontari – ha aggiunto il consigliere provinciale delegato a Famiglia e Associazionismo Damiano Amaglio -. È un grande riconoscimento per il nostro territorio, un’opportunità per una vera rinascita di Bergamo e per tracciare il futuro del nostro volontariato». Hanno salutato il generale Figliuolo anche l’assessora alla Cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti e il consigliere regionale Giovanni Malanchini, che hanno entrambi ringraziato il generale per la dedizione e la professionalità con le quali ha portato avanti il suo difficile compito.

«Sono molto emozionato, perché dalle vostre parole avete fatto trasparire la drammaticità di ciò che avete vissuto – ha detto Figliuolo –. Fin dall’inizio del mio incarico ho voluto puntare non solo sulla competenza, ma su persone che avessero valori: lealtà, dedizione, voglia di raggiungere l’obiettivo anche lanciando il cuore oltre l’ostacolo. Ho tenuto molto alla trasparenza, perché stavamo impiegando risorse ingenti, e alla capillarità della nostra azione che si è rivelata fondamentale. Oggi posso dire che la campagna vaccinale è stata un grande successo ed è un esempio di eccellenza a livello internazionale, e che il merito è della straordinaria partecipazione di tutti, cittadini compresi. Rivolgo un pensiero a tutti coloro che non ce l’hanno fatta, al personale sanitario e a tutti coloro che si sono trovati in prima linea nei momenti più difficili. Le emergenze ci sono e ci saranno, ma se c’è squadra, coinvolgimento e capacità di cambiare ce la faremo. Dobbiamo essere fieri di essere italiani e avere speranza nel futuro».

Il presidente Gandolfi ha voluto cogliere l’occasione per dedicare un omaggio commosso al prefetto Enrico Ricci, dopo la notizia del suo imminente trasferimento a Catanzaro: «Sono molto dispiaciuto della sua partenza, lei è arrivato a Bergamo nel momento peggiore, aprile 2020, e si è dedicato con grande abnegazione a questo territorio. A nome del territorio bergamasco esprimo un sentito ringraziamento per tutto il lavoro svolto in questi anni».

Il prefetto, visibilmente commosso, ha espresso il suo ringraziamento a Bergamo «per l’affetto che mi ha sempre dimostrato. Il mio primo incarico è stato accogliere le urne dei defunti che erano stati cremati in altre città e tornavano a Bergamo, senza che i familiari potesserro essere presenti. In quei mesi drammatici devo dire che a Bergamo ho trovato grande professionalità nelle Forze dell’Ordine ma anche grande senso di responsabilità da parte della popolazione». Al lungo applauso della sala consiliare sono seguite le parole del generale Figliuolo: «So cosa significa lasciare un posto nel quale ci si è trovati bene. Ma il nostro compito è anche questo, essere un punto di riferimento e rappresentare lo Stato su tutto il territorio».

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