Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 02 Giugno 2016
Il dolore del Tribunale di Bergamo
«Antonino un collega preparato e gentile»
Non solo rapporti professionali ma anche amicizia legavano l’avvocato Antonino Scopazzo ai suoi colleghi, sconvolti per la morte del professionista rimasto coinvolto in un terribile incidente mercoledì pomeriggio.
Scopazzo aveva appena salutato gli amici in palestra, ad Azzano, e in sella al suo scooter stava tornando in città. Ma all’incrocio del centro Galassia, in via Zanica, lo schianto con una Bmw che si stava immettendo sulla ex statale. Conosciuto e apprezzato avvocato penalista (aveva lo studio al civico 3 in via Masone) è morto dopo i tentativi di rianimazione e una disperata corsa in ospedale.
Scopazzo aveva 57 anni, sposato, con due figli, abitava in via Bologna, nel quartiere di Santa Lucia. I funerali non sono stati ancora fissati, è possibile che sarà effettuata l’autopsia sul corpo dell’avvocato: la decisione sarà presa nella giornata di venerdì 3 giugno. Tantissimi i messaggi di cordoglio e vicinanza alla famiglia.
Tra le testimonianze commosse, quella del presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo, Ermanno Baldassarre. «Sono sconvolto – sono le sue prime parole dopo aver appreso la triste notizia –. Abbiamo perso un collega molto preparato e stimato nel foro, che ha continuato la professione sulle orme del padre Gianni. Lo ricordo come molto attento alla formazione e all’aggiornamento, partecipava ai convegni organizzati dall’ordine e dalle associazioni forensi. Antonino era gioviale, sempre disponibile e godeva di grandissima considerazione tra noi colleghi. A lui mi legava un rapporto di amicizia e le nostre figlie sono state compagne di classe».
Incredulo anche il presidente emerito dell’Ordine, Ettore Tacchini, molto legato a Antonino e alla sua famiglia, che ha saputo della tragedia mentre stava raggiungendo Milano in treno per un impegno lavorativo. «Lo conosco fin da quando era bambino – racconta – perché anche i nostri due padri erano amici e io, praticamente, l’ho visto crescere. Tra noi c’è sempre stato un grande affetto, ci si voleva bene e mi è sempre stato vicino anche nella mia carriera istituzionale. Era un bravissimo ragazzo, festoso, gentile con tutti, una vera forza della natura. Quando ci incontravamo era un piacere discutere, parlavamo di tutto, anche di moto, una delle sue passioni. Questa terribile notizia mi ha lasciato senza parole: avevo un impegno oggi pomeriggio (ieri, ndr) ma credo che lo annullerò: non riesco, dopo quello che è successo».
Cordoglio anche dalla presidente della Camera penale sezione di Bergamo, Monica Di Nardo: «La notizia mi ha sconvolta – afferma –. Pochi giorni fa eravamo controparti in udienza e la prima immagine che mi torna in mente è il suo sorriso. Nino era sempre cordiale e disponibile coi colleghi. Un uomo di buon senso, professionalmente preparato, che sapeva tutelare con intelligenza i suoi assistiti. Entrava in punta di piedi nella vita delle persone per lasciarne un segno indelebile».
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