Il Covid «salva» 1.639 cinghiali
«Ma la proliferazione resta un pericolo»

La stagione venatoria tra mille ombre e pochissime luci si è chiusa lo scorso 31 gennaio e per i cacciatori lombardi è già tempo di guardare al futuro, ma anche di vedere cosa è rimasto del 2020. Innanzitutto la stagione si è chiusa solo pochi giorni fa, ma già sulla rete inizia una conta che ogni anno fa discutere, quella legata alla sicurezza a caccia e agli incidenti.

Le associazioni venatorie riconosciute a livello italiano, Federcaccia, Enalcaccia, ANLC, Arcicaccia, ANUUMigratoristi, Italcaccia, EPS e il CNCN – Comitato Nazionale caccia e Natura, riunite nella Cabina di Regia unitaria del mondo venatorio, hanno messo in risalto i dati della ricerca annuale dell’Università degli Studi di Urbino sul trend degli incidenti conseguenti alla pratica venatoria: le associazioni confermano la necessità di proseguire con costante impegno l’attività di sensibilizzazione sui temi della sicurezza nella pratica della caccia, nonostante i risultati apparentemente incoraggianti emersi

Dallo studio svolto dall’Università di Urbino i decessi sono passati da 18 nel 2017, a 15 sia nel 2018 che nel 2019, e a 12 nel 2020. Analogamente, anche il numero di feriti si è ridotto passando da 66 nel 2017, 62 nel 2018, 60 nel 2019, per poi scendere a 48 nel 2020.

«Considerando che il numero di giornate di caccia autorizzate nel 2020 –spiegano in una nota le associazioni-, è stato inferiore rispetto agli anni precedenti a causa delle restrizioni legate al Covid-19, il confronto dei relativi dati pur significativo non deve far abbassare la guardia. Il numero dei decessi e degli infortuni deve tendere a un “obiettivo zero” che le associazioni venatorie perseguono con determinazione. Continueranno quindi con ancor maggior impegno le campagne informative di sensibilizzazione su larga scala al fine di mantenere alta nei praticanti la consapevolezza dell’importanza di comportamenti prudenti e informati da adottare non soltanto al momento dell’esercizio della pratica venatoria ma anche nelle fasi preparatorie, allo scopo di garantire la massima tutela dell’incolumità propria e altrui e dell’ambiente in cui la medesima si svolge. È un ulteriore esempio di come la caccia si sia saputa negli anni attualizzare, focalizzando concretamente l’attenzione su temi fondamentali come quelli della sostenibilità e della sicurezza, che rappresentano i presidi da rispettare per raggiungere al più presto l’”obiettivo zero” incidenti».

In tema di caccia ai cinghiali prosegue solo quella dei cacciatori di selezione nei vari Comprensori Alpini di caccia. Nella stagione 2020-2021 a Bergamo sono stati abbattuti 250 cinghiali nelle operazioni di controllo delle guardie provinciali, 157 con la selezione e 787 con la caccia collettiva. Nel 2019-2020, invece, i dati dicono di 245 nelle operazioni di controllo, 41 con la selezione e 895 con la braccata. La scorsa settimana Regione Lombardia ha chiesto una nuova proroga per la caccia al cinghiale nella forma alla collettiva, dopo la prima che aveva dato la possibilità ai cacciatori di cacciare anche nel mese di gennaio: questa volta però Ispra ha detto no e proseguirà solo la caccia di selezione.

«Nella stagione venatoria 20/21 gli abbattimenti di cinghiali in Lombardia sono diminuiti a causa del lockdown e alla sospensione delle attività di caccia –sono le parole dell’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi-. Se i prelievi in controllo e selezione sono aumentati, gli abbattimenti con la caccia collettiva si sono dimezzati rispetto allo scorso anno. La proliferazione incontrollata di questo animale rappresenta un pericolo per l’agricoltura e per l’uomo. Le segnalazioni che ci stanno arrivando da numerosi territori della Lombardia certificano come sia necessario affrontare il problema in maniera seria, pragmatica e senza ideologie».

Durante la stagione venatoria 2019/2020 gli abbattimenti in Lombardia erano stati 9.198, nello stesso periodo della stagione 2020/21 sono scesi a 7.559. L’attività di controllo ha fatto registrare un aumento (da 1.222 a 1.342) e anche i prelievi con la caccia di selezione sono cresciuti da 3.118 a 3.830. Sono invece dimezzati i numeri relativi alla caccia collettiva: da 4.858 della scorsa stagione a 2.387 di quest’anno ed è proprio per questo che è stata richiesta la proroga, già arrivata a fine dicembre e valida fino al 31 gennaio per la caccia alla collettiva al cinghiale. Il 2020 è stato l’anno in cui è stata aperta la caccia di selezione al cinghiale per tutto l’anno anche nelle ore serali con visore notturno.

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