Il commercio cambia volto: in 20 anni scomparsi quasi 2.600 negozi di vicinato

I NUMERI. In provincia di Bergamo il bilancio è impietoso, ecco di dati dell’Osservatorio Regionale del Commercio.

Il volto del commercio in provincia di Bergamo è cambiato drasticamente negli ultimi vent’anni. È quanto emerge dai dati aggiornati al 30 giugno 2024, pubblicati dall’Osservatorio Regionale del Commercio di Regione Lombardia. Il report offre un’analisi dettagliata dell’evoluzione delle piccole, medie e grandi superfici di vendita tra il 2005 e il 2024, rivelando una significativa contrazione dei negozi di vicinato: quasi 2.600 attività hanno chiuso i battenti.

Dal 2005, il numero di negozi di vicinato nella provincia è sceso da 12.566 a 9.968, con una perdita netta di 2.598 esercizi. Nel periodo analizzato, si è assistito a un picco nel 2007 con

Tra il 2005 e il 2024 i negozi di vicinato sono calati di 2.600 attività

12.968 attività, ma il declino è diventato evidente dal 2008 e, dopo una stabilità temporanea fino al 2015, la discesa è proseguita in modo costante. A livello regionale, la tendenza è simile, ma con un leggero ritardo: le attività sono aumentate fino al 2015 per poi calare progressivamente. Solo il commercio alimentare e misto ha visto un incremento a livello regionale, mentre il settore non alimentare ha subito un ridimensionamento più marcato.

Il 2024 risulta particolarmente difficile per i negozi di vicinato bergamaschi, con un calo paragonabile solo al 2020, anno della pandemia, in linea con i dati regionali.

Un trend altalenante per le medie superfici

Le medie superfici di vendita in Bergamasca mostrano un andamento variegato. Nel 2005 erano 1.041, un numero che ha toccato il massimo nel 2010 con 1.109 strutture per poi scendere fino al 2017 (1.013). Da lì in avanti, il numero è risalito, con una lieve flessione solo nel 2020. Attualmente, le medie strutture sono 1.068. Anche a livello regionale si osserva un trend simile: un aumento fino al 2009, una diminuzione fino al 2015 e una crescita costante fino al 2024.

Grandi superfici stabili

Le grandi strutture di vendita nella provincia di Bergamo hanno mantenuto un trend pressoché stabile negli ultimi vent’anni, in controtendenza rispetto alla costante crescita regionale. Dal 2005, quando si registravano 42 grandi strutture, si è verificata una leggera crescita fino al 2012, anno in cui il numero ha raggiunto il massimo storico di 46 strutture, per poi scendere progressivamente fino alle 40 attuali.

L’analisi di Confcommercio Bergamo

«Questi dati confermano una tendenza che già conoscevamo», spiega Giovanni Zambonelli, presidente di Confcommercio Bergamo. «Il commercio si ritira dai centri storici, con un’espansione delle medie superfici nelle aree periferiche. La saturazione delle grandi strutture ha portato a un calo costante, mentre i negozi di vicinato, in particolare nel settore non alimentare come abbigliamento e calzature, continuano a perdere terreno.»

Le medie strutture di vendita diminuiscono nei centri storici, ma sono compensate dalla crescita costante fuori dai centri abitati

Zambonelli sottolinea inoltre che anche i negozi alimentari in provincia stanno soffrendo, come riportato dai dati locali di Confcommercio. Per quanto riguarda le medie strutture di vendita, la diminuzione nei centri storici è compensata da una crescita costante fuori dai centri abitati.

Conclusioni

I dati dell’Osservatorio Regionale del Commercio evidenziano un cambio strutturale nel panorama commerciale bergamasco: una ritirata dei negozi di vicinato e una trasformazione delle medie e grandi superfici. Un trend che riflette i cambiamenti nelle abitudini di consumo e la crescente attrattività delle zone periferiche per le nuove aperture commerciali.

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