Il bonus diciottenni vale 4,2 milioni. «Imperfetto, ma giusto mantenerlo»

In Bergamasca. Levata di scudi dopo la ventilata eliminazione della card, poi sabato la marcia indietro del governo. Terzi (librai): «Strumento da migliorare, ma sostiene la filiera». Il Lab80: «Molto usato per il cinema, è un incentivo».

Sì alla rivisitazione del bonus cultura ai 18enni, no tuttavia alla sua cancellazione, che sarebbe stata interpretata come una scarsa attenzione alle esigenze dei giovani fruitori della «18 App», la carta elettronica da 500 euro servita in sei anni ad acquistare libri, biglietti di teatro, cinema, musei, corsi di musica e beni culturali di vario genere.

L’emendamento alla Legge di Bilancio presentato venerdì dalla maggioranza (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) che prevederebbe di destinare altrove le risorse impiegate finora per il bonus cultura ai neo 18enni, da reindirizzare a un Fondo per il libro, contributi per i lavoratori dello spettacolo e altre iniziative, ha sollevato un polverone. Tant’è che sabato si è registrato un brusco dietrofront: dopo le proteste dell’opposizione e delle associazioni di settore ma anche i forti dubbi espressi da parte di Forza Italia la misura sembra destinata a essere riformulata, rimanendo però nella sostanza. Sarà fatta una nuova Carta che «potrebbe essere legata all’Isee». Per il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano «va modificata perché mostra criticità, ma dire che la cancelliamo è falso». La mossa intanto ha scatenato il dibattito nell’associazionismo, Terzo settore, universo studentesco, editoriale e sindacale.

Finora 8.625 i fruitori nel 2022

Un’autentica levata di scudi contro l’abrogazione del bonus. Ma quanto vale nella nostra provincia? Stimati nel 2022 in circa 11.500 i bergamaschi neo 18enni e intorno al 75% i fruitori finora del bonus (8.625 ragazzi), il contributo vale intorno ai 4,2 milioni di euro. Per quanto riguarda i dati nazionali, in sei anni, dal 2016 ad oggi, sono stati ben 2 milioni e 449mila i giovani che in Italia l’hanno utilizzato. L’erogazione in corso (per i nati nel 2003) interessa in tutto 441.514 neomaggiorenni, che entro il 28 febbraio 2023 avranno da spendere quasi 147 milioni di euro.

«Serve una manutenzione»

«La 18 App aveva bisogno di una manutenzione. Finora - dice Antonio Terzi, presidente di Confesercenti Bergamo e vicepresidente nazionale del sindacato librai (Sil) di Confesercenti - il bonus è stato speso nella quasi totalità online, una distorsione importante per le librerie fisiche e spesso con utilizzi impropri. Tuttavia cancellarlo avrebbe ricadute sui 18enni, come ovvio, e sull’intera filiera del libro: verrebbero meno in sostanza 150 milioni di euro (questa la cifra spesa nel settore con quelle risorse)».

La ventilata cancellazione del bonus, seguita sabato da un brusco dietrofront del governo che ora è intenzionato a mantenerlo, pur rivedendone i criteri – aveva provocato la sollevazione del «mondo» del libro (autori, editori, librai, cartolibrai, bibliotecari nelle associazioni del settore). «Da quando è stata approvata nel 2016 - recita una nota congiunta - la “18App” ha consentito a migliaia di giovani di esplorare e avvicinarsi al mondo del libro, scegliendo in piena libertà cosa leggere. Questa misura non solo ha sostenuto il mondo del libro economicamente, ma ha consentito a un Paese che tradizionalmente legge poco di fare enormi passi in avanti. Lo certifica l’Istat: nei primi tre anni il bonus ha permesso una crescita della lettura nella fascia d’età 18-21 anni dal 46,8% al 54%».

L’assessore comunale alla Cultura, Nadia Ghisalberti, amplia il discorso: «La 18 App non è uno strumento perfetto, ma la sua abolizione tout court senza che fosse chiaro come sarebbero stati ridestinati i 230 milioni del suo valore avrebbe avuto più il sapore di solito taglio alla cultura». Ghisalberti amplia poi il discorso: «Mi chiedo inoltre quanto verrà destinato per la legge sull’indennità di discontinuità approvata sul finire della scorsa legislatura, che riconosceva per la prima volta il carattere intermittente del lavoro artistico, per il sostegno ai lavoratori del mondo dello spettacolo. Una misura che la Legge di bilancio ha completamente dimenticato di finanziare».

L’assessore all’Istruzione, Loredana Poli, sottolinea la scarsa attenzione riservata al mondo giovanile, stigmatizzando «la retorica dei “giovani che sono il nostro futuro”» e sottolineando che, al contrario, sono spesso loro a fare le spese di scelte miopi: «Il momento di sostenerli è oggi, se già non è tardi». Claudio Angeleri, musicista e didatta, presidente del Centro didattico produzione musica di Bergamo (Cdpm), invita a una riflessione: «Non abbiamo avuto a dir la verità una corsa all’acquisto di corsi di musica con la 18App, ma tutto ciò che è un incentivo per la cultura va bene, anche se tematiche più importanti dovrebbero riguardare ad esempio l’agevolazione dell’Iva sulla cultura. La didattica ha l’aliquota Iva più alta al 22%, ma dovrebbe essere al 5% come i libri. Ciò avrebbe senso per un aiuto concreto alla cultura, interventi strutturali che agevolino la didattica. Le associazioni del Terzo settore svolgono un ruolo fondamentale per la cultura italiana e non sono considerate».

Angelo Signorelli, presidente di Lab 80 Film di Bergamo, rimarca: «Il bonus da noi è molto usato, i giovani probabilmente sono tornati anche al cinema grazie a questa misura. Siamo favorevoli al bonus cultura. La percezione è che fossero in tanti ad utilizzarlo alla cassa con l’app, un ottimo incentivo».

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