I ricoveri salgono a quota 200: «Curva in rapida crescita anche nella Bergamasca»

Aumento in tutte le strutture. Lunedì altri 1.175 nuovi positivi. La Vecchia: «Se la velocità in Lombardia non cala, rischio zona arancione ».

La zona bianca è durata oltre sei mesi . Da lunedì la Lombardia è entrata ufficialmente nel giallo, ma potrebbe restarci ben poco: l’arancione, infatti, non sembra così distante . È una partita che si gioca sul filo sottile dei numeri e del tempo, forse già entro un paio di settimane.

«Un pericolo molto concreto», lo definisce il professor Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università degli Studi di Milano, attento osservatore della pandemia. Ieri i ricoverati nelle terapie intensive lombarde sono saliti a 219 (+3): il tasso di occupazione è del 14,31%, per non scivolare in arancione occorre restare sotto il 20%; in altri termini, c’è un cuscinetto di 87 posti «occupabili». Viaggiano veloci soprattutto i ricoveri ordinari: sono ora 2.147 i pazienti, 95 in più di domenica, e la saturazione tocca il 20,53% contro una soglia massima del 30% (il cuscinetto è rappresentato da 990 posti letto); in area medica i degenti salgono di un centinaio di unità al giorno, per questo il margine rischia di farsi rapidamente stretto.

« Il numero di nuovi casi, sia in Lombardia sia in Italia, è fuori controllo – rileva La Vecchia -. Probabilmente, considerato il tasso di positività, nel Paese abbiamo almeno 3-4 milioni di persone realmente positive , ma la conta dei contagi è un puro esercizio: il vero problema sono le malattie gravi, i ricoverati ». La Vecchia pesa i numeri: non paragonabili alla prima ondata, certo, ma «l’aspetto preoccupante è che la scorsa settimana i ricoverati in Lombardia sono cresciuti del 43%, mentre nelle precedenti l’incremento era solo del 10-17%. Questo è il primo riflesso di Omicron sulle ospedalizzazioni». Anche perché «quanto Omicron sia meno grave non lo sa nessuno con certezza: causa moltissime malattie moderate perché incontra una popolazione quasi totalmente immunizzata, ma i casi gravi continuano a esserci».

Bergamo, 200 ricoverati

La fotografia degli ospedali testimonia anche in territorio bergamasco lo stress sulle strutture. Al «Papa Giovanni» sono 19 i pazienti in terapia intensiva e 91 nei reparti ordinari . L’Asst Bergamo Est conta 32 pazienti ordinari ad Alzano (diversi da fuori provincia) e 2 in terapia intensiva a Seriate ; all’ospedale di Lovere è stato attivato il reparto sub-acuti, per la riabilitazione post-Covid, con 14 posti già tutti occupati , e sempre a Lovere saranno attivati entro la settimana specifici posti per «incidentalomi» (reparto polichirurgico/multispecialistico, per persone ricoverate per traumi ma con tampone positivo). All’Humanitas Gavazzeni sono occupati tutti i 12 posti Covid disponibili (saliranno a 20 entro fine settimana). Erano una trentina, a fine 2021, i ricoverati nell’Asst Bergamo Ovest. Numeri alla mano, si viaggia attorno ai 200 ricoverati nelle strutture orobiche. In continuo aumento : gli Istituti Ospedalieri Bergamaschi attiveranno nei prossimi giorni i posti letto sub-acuti Covid.

I contagi

« L’arancione può essere questione di un paio di settimane – ragiona La Vecchia -. La Bergamasca mostra valori più buoni del resto della Lombardia, per due componenti: una maggiore immunità dopo la prima ondata e una maggiore attenzione dopo ciò che si è vissuto nel 2020. Perché la Lombardia è l’epicentro? Milano è la terza area urbana d’Europa, non è sorprendente che il virus circoli di più che altrove». Il bollettino di ieri, come ogni lunedì, ha valori assoluti più bassi per quanto riguarda i contagi. Sono stati 13.421 in tutta la Lombardia, con 67.449 tamponi analizzati (tasso di positività al 19,9%); 1.175 le infezioni segnalate in Bergamasca, contro le 339 del lunedì precedente. Ieri la Lombardia ha registrato 19 decessi per Covid, nessuno dei quali in provincia di Bergamo.

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