I «Pennuti Skizzati» mettono le ali
alla capacità di apprezzare le diversità

Clara Grassi, mamma di Susanna, ragazza con sindrome di down, supera gli stereotipi con i suoi disegni.

Ubaldo è un canarino, Susanna una tartaruga. Sono amici inseparabili, nonostante siano diversi: «Tu hai il guscio, io ho le ali. Tu sei lenta, io scattante, io so fare alcune cose ma tu me ne insegni tante. Non importa cosa mangi, non importa il tuo colore, siam diversi tutti quanti, ma abbiamo lo stesso cuore».

Non è solo una fiaba per bambini «Ubaldo e Susanna. Amici diversi, ma uguali» (edizioni Edicart) di Clara Grassi. Ognuno può riconoscere qualcosa di sé nei suoi coloratissimi Pennuti Skizzati (www.pennutiskizzati.com), e in ogni disegno si esprime il sogno di costruire un mondo migliore, in cui anche le persone più fragili trovino un posto e la possibilità di esprimere i propri talenti.

Il talento della creatività

Clara è un’illustratrice e tiene laboratori creativi per bambini, per lei è naturale parlare ai più piccoli: su Youtube nel canale dei Pennuti racconta questa storia con la figlia Susanna, 5 anni, una bambina allegra, simpatica, sempre sorridente, che tra i suoi segni particolari conta anche la sindrome di Down. «Le ho dedicato il personaggio della tartaruga - spiega Clara - che le piace moltissimo. A un certo punto della storia dice che ha gli occhi a mandorla, ma non ho voluto aggiungere niente di più specifico, per non farle indossare un’etichetta, come troppo spesso accade nella vita reale. Non voglio alimentare gli stereotipi». La battaglia vera è quella di infrangerli e di superarli.

Clara l’ha imparato fin dall’adolescenza, quando è capitato anche a lei di sentirsi «diversa»: «Vivevo a Lovere e frequentavo il liceo scientifico, anche se avevo già una forte propensione all’arte e al disegno. È stata la prima occasione in cui davvero ho scoperto che ognuno ha un cervello diverso. Il mio non era fatto per la matematica e la fisica, faticavo a tenere il passo. Il problema più serio, però, era quello delle mie forme morbide: gli altri ragazzi mi prendevano in giro, mi mettevano a disagio, con atti che oggi definiremmo di bullismo. Mi sono portata dietro questi complessi per anni». Il modo in cui gli altri ci giudicano senza diritto influisce inevitabilmente sulla nostra autostima e sulla percezione che abbiamo di noi stessi.

Normalità, falsa convinzione

Come scrive Mark Van Doren, poeta e scrittore americano, «ci sono due dichiarazioni sugli esseri umani che sono vere: che tutti gli esseri umani sono uguali, e che tutti sono differenti. Su questi due fatti è fondata l’intera saggezza umana».

Spesso definiamo «normale» ciò che più ci somiglia, ma si tratta in realtà di una falsa convinzione, e i personaggi di Clara, così allegri e tutti diversi, aiutano a smascherarla. Come dice il testo scritto per la «sigla» del canale dei Pennuti Skizzati da Giovanni Caviezel, uno dei docenti di Clara, celebre autore di testi per ragazzi e di canzoni, come quelle de L’Albero Azzurro: «C’è un mondo sereno, con l’arcobaleno, la grande famiglia con gli occhi a biglia, sono tutti diversi, ma solo insieme ci si vuole bene».

Clara ha iniziato a disegnare i pennuti per gioco: «Nei giorni di noia continuavo a schizzare sul foglio alberi e a riempirli di canarini. Poi ho iniziato a metterli in fila sul foglio bianco, dando a ognuno caratteristiche diverse. Nelle prime tavole rappresentavano i mestieri oppure forme e attributi fisici: alti, bassi, magri, grassi».

Clara prima di dedicarsi a tempo pieno all’illustrazione dipingeva a olio, e ha partecipato a diverse esposizioni artistiche: «Coltivare la bellezza è importante, nutre l’anima. A me però questo non bastava. I Pennuti Skizzati mi davano la possibilità di andare oltre, di lanciare messaggi che mi stavano a cuore. Col tempo la mia vita è cambiata, nel 2015 è arrivata mia figlia, con tutti i suoi problemi di salute, anche le mie illustrazioni si sono arricchite di nuovi significati. Susanna Tartaruga, per esempio, è un personaggio che ho disegnato per lei e l’ho dedicato a tutti quei bambini che sono un po’ più lenti, ma allo stesso tempo hanno risorse insospettabili. Ho cercato di mostrare in modo semplice come anche loro possano fare molto, basta offrirgliene la possibilità. Queste storie dicono che siamo umani allo stesso modo, nonostante le differenze. Susanna tartaruga è lenta, il pennuto Ubaldo è veloce, ma lei è capace di dipingere, lui invece no. Possono aiutarsi a vicenda».

I suoi libri illustrati

All’inizio della sua carriera Clara illustrava libri scolastici, ma non ha mai abbandonato il sogno di creare personaggi che fossero solo suoi. «Ho deciso il nome con mia sorella Silvia. “Skizzati” ci è piaciuto perché ha più significati: può voler dire “pazzerelli” ma anche disegnati di getto».

I primi libri dei Pennuti, pubblicati da Edicart, sono usciti nell’autunno 2019: accanto a «Ubaldo e Susanna» c’è un’altra storia per i più piccoli, «Pallino misterioso»: «È una storia sull’amicizia che cambia nel tempo - chiarisce Clara -. Il pennuto trova un pallino, ci gioca, dal pallino esce un bruco, giocano insieme, passa la notte, poi il bruco diventa farfalla. Elementi semplici, che però mostrano come le persone possano restare sempre amiche, anche se il tempo passa e le trasforma, basta essere attenti, saper ascoltare, accettare l’evoluzione». L’ultimo libro è «I love differences» ed è rivolto a tutti, non solo ai piccoli: «È una raccolta con disegni in bianco e nero - spiega Clara - in cui ci sono tanti ritratti di pennuti, ognuno con una caratteristica particolare. Hanno per esempio zampe diverse, perché ognuno ha il suo passo. Procedono a ritmo lento, veloce, spedito, zoppicante, ma tutti lasciano una traccia. C’è chi ha una sola zampa, chi due, chi quattro, chi usa le molle, sono tutte metafore per descrivere l’unicità di ognuno. Le differenze devono essere una ricchezza, non un problema». Così ancora una volta i Pennuti diventano un inno ad amare le singolarità, gli aspetti «unici» di ogni individuo: «Non è mai facile - chiarisce Clara -, per nessuno». Oltre ai libri è uscita una serie di gadget e ora i primi prodotti in collaborazione con «Sabbiarelli», per giocare e creare disegni con la sabbia colorata. I Pennuti sono anche una linea d’abbigliamento per bambini pronta per questo autunno.

Il messaggio lanciato dai suoi personaggi per Clara però resta l’aspetto più importante, quello che attraversa tutta la sua vita: «Non è solo uno slogan e non è una moda». Ne ha compreso il significato sul campo tanti anni fa partecipando a esperienze di volontariato: «Sono stata in Bangladesh per due volte con una amica medico e un’amica suora. Ho fatto compagnia ai bambini di suor Tecla, che dispensava cure in un ambulatorio per i poveri fondato dalle Suore di Maria Bambina, che altrimenti non avrebbero avuto accesso all’assistenza sanitaria. Il mio compito era stare con i piccoli malati nei giorni del ricovero, aiutarli a sopportare le terapie e a ingannare l’attesa di un intervento chirurgico. Ho messo a frutto ciò che avevo imparato in tanti anni come animatrice all’oratorio. È stata un’esperienza potentissima che ha cambiato il mio sguardo sul mondo. Sono consapevole che sia una goccia nel mare, non sono andata a salvare nessuno, questo periodo ha arricchito più me che le persone a cui offrivo assistenza. Poi sono stata in Perù e in Romania accanto ai bambini di strada. Su invito di un bambino con la sindrome di Down che accompagnavo nel mio gruppo scout, per due anni mi sono impegnata nel volontariato con un gruppo di bambini con disabilità in Val Cavallina». Tutte queste esperienze sono state per Clara un allenamento all’empatia: «Spesso nella società di oggi le persone esprimono giudizi aspri senza tener conto delle fatiche e sofferenze degli altri. Credo che immergersi in realtà diverse sia un privilegio, che possa acuire la sensibilità di fronte a situazioni difficili».

Cambiare lo sguardo

Clara, in seguito, ha messo a frutto questi incontri cercando di offrire le possibilità migliori alla figlia, nata con una cardiopatia e con la sindrome di Down: «Mi rattrista molto pensare che qualcuno un giorno la possa prendere in giro oppure la discrimini per la sua condizione. In quei momenti capisco che tutto l’amore del mondo non basta se non si riesce a cambiare lo sguardo della gente. Non siamo abituati ed educati a comprendere e ad amare le differenze, ci danno fastidio e spesso ce ne allontaniamo». Susanna adora il personaggio della tartaruga che la mamma le ha dedicato: «La prima volta che l’ha visto mi ha ringraziato per averla trasformata. Spero che questo personaggio, come gli altri Pennuti, possa contribuire a superare le barriere, a valorizzare le differenze, a creare spazi di inclusione. C’è molto lavoro da fare e credo che l’unica strada percorribile sia incominciare dai più piccoli».

I pregiudizi

Come scrive André Maurois, «le conversazioni sarebbero enormemente migliorate dal costante uso di quattro semplici parole: io non lo so». Spesso è infatti l’ignoranza a far nascere pregiudizi: «Abbiamo sperimentato che la gente non conosce la sindrome di Down. Molti pensano che renda stupidi. C’è chi guarda Susanna con insistenza, ma non mi offendo per questo. Mi ferisce di più chi si allontana, chi giudica, chi all’opposto dà per scontato che tutto sia facile. Non è così: penso alle sedute di riabilitazione per tre volte alla settimana, ai controlli e agli esami per la cardiopatia, ai farmaci. A volte penso con preoccupazione al futuro, ai ragazzi più grandi che restano a casa con i genitori, da soli perché nessuno li cerca, nessuno li invita alle feste. Anche per questo credo sia importante continuare a lanciare messaggi. L’avventura dei Pennuti Skizzati è piccola ma noi ci mettiamo impegno e fiducia». Continuando a sognare un mondo in cui ogni colore trovi il suo posto.

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