I fratelli Colasante, artisti del legno
Dall’appennino alla Val Brembilla

Claudio con la moglie Flavia porta avanti l’eredità del papà e degli zii, arrivati negli anni ’60

Questa storia inizia con un ragazzino abruzzese che intaglia il legno come pochi altri. La sua è una passione di famiglia, tramandata di padre in figlio. Il ragazzino viene notato da alcuni imprenditori lombardi. Lui e la sua famiglia, tutti intagliatori del legno, fanno armi e bagagli e salgono al Nord. Il ragazzino, che aveva appena dieci anni, è il papà di Claudio Colasante, che con la moglie Flavia conduce la falegnameria artistica a Val Brembilla. La sua è una delle declinazioni di quella vera e propria dinastia di artigiani del legno che è la famiglia Colasante, sei fratelli originari di Pescasseroli (appennino abruzzese) e trapiantati in Val Brembilla negli anni Sessanta.

«Era il periodo del Dopoguerra, c’era un forte sviluppo produttivo – racconta Claudio –. Hanno subito trovato tutti lavoro come dipendenti e poi, pian piano, si sono messi in proprio».

Claudio racconta di quando il padre aprì la sua falegnameria e di come anche tutti gli zii siano stati impegnati nello stesso settore: sculture, vernici, segherie...

«Già mio nonno lavorava il legno – continua – il nostro è un talento tramandato di generazione in generazione, ce l’abbiamo nel dna. Ho cominciato a lavorare con mio papà in laboratorio fin da bambino, all’inizio sono partito con i quadretti e le cornici, poi con lavorazioni più complesse. Ero portato a livello artistico».

Claudio ha studiato alla Scuola d’Arte Fantoni e poi ha deciso di continuare l’attività del padre. «Ci ho messo un po’ del mio – dice – mi piace tenermi sempre aggiornato».

Claudio e Flavia si occupano di una produzione variegata, si tratta sempre di pezzi unici su misura: restauro di mobili, interi arredi di cucine, salotti, camere, ma anche veri e propri pezzi d’arte, sculture e burattini. Il loro valore è quello di saper dare vita ai desideri delle persone: realizzano un mobile anche a partire dal disegno fatto da un cliente.

Flavia spiega che sono anche molto attenti all’aspetto ecologico, hanno sempre lavorato legno del posto e bruciato gli scarti, utilizzato vernici naturali ed ecosostenibili. C’è anche uno studio specifico delle tipologie di legno e delle loro proprietà, in modo da scegliere materiali adeguati a seconda del loro utilizzo.

«Usiamo legni specifici per un comfort aggiuntivo – continua Flavia – ad esempio, per le camere da letto utilizziamo il cirmolo, che ha un profumo particolare in grado di rallentare il battito cardiaco e favorire il rilassamento. È anche un ottimo anti-tarme».

Entrambi sostengono di aver notato molti cambiamenti a livello sociale e lavorativo nel corso degli anni, la vita nella valle è cambiata completamente. «Prima la gente veniva a commissionarmi un lavoro, magari aveva appena tagliato il suo bosco e aveva già la materia prima. Non c’erano né disegni né render. Facevamo uno schizzo a matita e via! Sicuramente c’era molta più fiducia reciproca: i clienti si fidavano di noi e noi di loro, erano di parola». Oggi, invece, «si investe molto più tempo nell’approccio iniziale con il cliente, si preparano disegni in 3d per dare un’idea di come sarà il prodotto finito».

Claudio sa che, in futuro, attività come la sua subiranno delle trasformazioni: le macchine assumeranno probabilmente un ruolo preponderante sulla manodopera. Ma certo è che la presenza dell’artigiano rimarrà insostituibile per quanto riguarda l’aspetto artistico e di progettazione.

A portare avanti l’intera falegnameria sono loro due soli: Flavia e Claudio si occupano di ogni minimo dettaglio. Sul loro sito web hanno scritto: «Ogni nostra creazione è un frammento di montagna, di legno, di natura, di arte e di storia».

Claudio e Flavia, con il loro lavoro, sono in grado di donare vita al territorio della valle, facendo risplendere con la loro abilità artistica un patrimonio di bellezza.

Continua con questa puntata una serie di pubblicazioni dedicate ai personaggi e alle piccole realtà della Val Brembana, in collaborazione con il Gal Valle Brembana 2020 .

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