I fragili nella morsa del supercaldo: numero verde Ats

Giugno rovente Per la Bergamasca disagio da calore «moderato». Da lunedì attivo il call center per consigli.

Il primo giorno, da calendario, è oggi, ma l’estate sulla colonnina del termometro è iniziata già da tempo. E se il gran caldo affanna un po’ tutti, a rischiare conseguenze sono soprattutto i più fragili. Il bollettino Arpa sul disagio da calore è in questi giorni sull’arancione per la Bergamasca, corrispondente a un livello «moderato».

Numeri utili

Per offrire consigli e indicazioni utili a chi ne avesse bisogno, l’Ats ha riattivato da ieri, e fino al 31 luglio, il numero verde dedicato 800.844999. Si può chiamare dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12,30 e dalle 13,30 alle 16. È inoltre disponibile il numero verde nazionale 1500: risponde tutti i giorni dalle 8 alle 18, sabato e domenica compresi. Le fasce di popolazione più colpite dal caldo estremo, evidenzia il Ministero della Salute, «sono quelle che vivono nelle grandi città, in zone con poco riparo all’ombra, in abitazioni surriscaldate e con scarsa ventilazione. Rischiano di più le persone anziane, specialmente se malate e in solitudine».

Mirko Tassinari, medico di base ad Albino e segretario provinciale della Fimmg, racconta di non aver personalmente riscontrato finora particolari criticità da caldo nei pazienti, ma «il quadro può variare da un professionista all’altro». Quali problemi può comportare il caldo? «I più comuni riguardano la disidratazione (negli anziani il senso della sete tende a diminuire, e questo favorisce il non bere a sufficienza) e le alterazioni della pressione – spiega Tassinari –. In estate non è raro dover riaggiustare le terapie per chi prende farmaci per l’ipertensione. Poi ci sono le cistiti legate alla disidratazione: sono più frequenti nelle donne, non necessariamente anziane».

Il medico: «Tra le possibili criticità, disidratazione e alterazioni della pressione»

Le ricadute sociali

Oltre al fronte dei disturbi di carattere sanitario, da tener presente c’è l’aspetto sociale: «Gli anziani soli o le persone fragili spesso non hanno la possibilità di avere l’area condizionata in casa – osserva Tassinari –. La tendenza rischia di essere quella di chiudersi in casa, con le tapparelle abbassate, aggravando le situazioni di solitudine o isolamento».

Insomma, il tema merita di non essere trascurato. Sul sito di Ats, tra decaloghi e vademecum, si trova un opuscolo realizzato dalla stessa Agenzia per la tutela della Salute, con i consigli per affrontare i più comuni disturbi che possono derivare dall’esposizione a temperature elevate: dall’edema (gonfiore e rossore) ai piedi e alle gambe, fino a svenimenti, crampi, colpi di calore. La brochure include poi una serie di indicazioni per chi pratica attività motoria e sportiva.

Quanto alle «ondate di calore», il Ministero della Salute emette per la Lombardia i bollettini relativi alle città di Brescia e Milano: nella giornata di oggi saranno entrambe in arancione, che significa «temperature elevate e condizioni meteorologiche che possono avere effetti negativi sulla salute della popolazione, in particolare nei sottogruppi suscettibili».

Regole d’oro

In generale restano sempre valide le regole diffuse dalle autorità sanitarie: evitare o ridurre le uscite nelle ore più calde, dalle 11 alle 18 circa, prestare attenzione agli sbalzi dati dalla presenza di condizionatori, all’aperto coprirsi il capo e utilizzare occhiali da sole, indossare abiti leggeri, chiari, ampi e in fibre naturali come il cotone e il lino. Attenzione anche alla corretta conservazione dei farmaci, leggendo quanto riportato sulle confezioni. Dove possibile, prestare attenzione a familiari o vicini di casa anziani, specialmente se vivono da soli e aiutarli a svolgere alcune piccole faccende.

Il decalogo: abiti freschi, cura degli anziani, occhio alla conservazione dei farmaci

La siccità

Intanto, a preoccupare è anche la siccità. Ieri l’Osservatorio Permanente sugli utilizzi della risorsa idrica nel Distretto del fiume Po ha stabilito il passaggio dal livello medio ad alto di «severità idrica», proponendo una diminuzione dei prelievi irrigui in tutto il bacino del Po. «In relazione alla Lombardia - spiega l’assessore regionale Massimo Sertori – considerato che al momento non si rilevano problemi all’acqua potabile in modo diffuso, stiamo concentrando gli sforzi per cercare di preservare la prima stagione irrigua e quindi il primo raccolto. L’accordo raggiunto con i gestori idroelettrici è volto a mettere a disposizione acqua per coprire almeno 10 giorni di irrigazione».

«La nostra Regione non è ancora in difficoltà per quanto riguarda il consumo civile» di acqua, ha sottolineato ieri il governatore Attilio Fontana, spiegando che in Conferenza delle Regioni sottolineerà «la necessità di mantenere un equilibrio tra le esigenze del mondo agricolo con quelle legate all’utilizzo civile dell’acqua. Non devono esserci sofferenze né da una parte né dall’altra. Sarà un equilibrio difficile da trovare, ma faremo di tutto per evitare problemi maggiori». L’invito di Fontana è «a fare uso parsimonioso di un bene prezioso come l’acqua. Negli anni passati sulla Pianura Padana, in questo periodo, l’acqua risultava sufficiente. Ciò che si accumulava nei mesi invernali serviva a compensare le eventuali necessità impellenti. Oggi la situazione è diversa e va affrontata in maniera strutturale, attuando varie iniziative che presto esporremo al governo»

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