«Hiv: meno casi, ma guardia ancora alta» - Guarda il video degli studenti

La lotta all’Aids.Il 1° dicembre la Giornata mondiale: da inizio anno 38 nuove infezioni contro le 54 del 2021. Il video di sensibilizzazione realizzato dagli studenti del «Caniana».

La curva è ora in discesa, ed è il frutto di prevenzione, sensibilizzazione, collaborazione. Dall’inizio dell’anno sono state 38 le nuove infezioni di Hiv in Bergamasca, in contrazione rispetto alle 54 del 2021: la diminuzione dei nuovi casi è ancor più significativa se si torna alle oltre 100 diagnosi del 2015 e del 2016, e se si considera che fino al 2018 erano costantemente più di 80 ogni anno. «Un calo importante», lo definisce Franco Maggiolo, responsabile dell’ambulatorio di Malattie infettive dell’Asst «Papa Giovanni».

Dopo l’emergenza degli scorsi decenni, oggi il tema rischia forse di restare nell’ombra e scorrere carsico: Bergamo invece tiene i riflettori accesi, lavorando con i giovani e con le persone più a rischio. Perché i numeri non sono comunque residuali: in Bergamasca si calcolano 3.225 persone che convivono l’Hiv, sommando i casi noti e i casi non intercettati dai servizi sanitari. L’87,9% di questa platea è totalmente seguito dai servizi e inserito in una terapia: il 98,5% delle persone seguite, infine, ha il virus oggi totalmente soppresso. Non può più trasmettere l’infezione.

Dopo l’emergenza degli scorsi decenni, oggi il tema rischia forse di restare nell’ombra

In vista della Giornata mondiale contro l’Hiv, che cade oggi, giovedì 1° dicembre, all’Istituto «Caniana» è stato fatto il punto sulla patologia e sono state presentate le prossime iniziative. Per la Giornata mondiale del 1° dicembre viene lanciato un video di sensibilizzazione creato grazie al contributo degli studenti del «Caniana».

Bergamo Fast-Track City, la rete bergamasca per la prevenzione e l’informazione sull’Hiv, solo quest’ anno ha eseguito 1.501 test gratuiti individuando 6 positivi; nel 2021 erano stati eseguiti 1.315 test con 16 positivi.

«È una rete importante per capillarità e capacità di generare legami dentro la comunità», sottolinea Marcella Messina, assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo. «C’è una sensibilità crescente, si sta affermando una piena cultura della prevenzione», rimarca Paolo Meli, coordinatore della rete Bergamo Fast Track City. Col progetto «Bergamo leaves no one behind», inoltre, sono stati offerti test gratuiti anche al Drop-in, al Patronato di Sorisole, alla Bonomelli, al Galgario, al Patronato in città, alle donne coinvolte nel fenomeno della prostituzione, tramite la collaborazione con La Melarancia.

Per affrontare la sfida dell’Hiv, ragiona il dottor Maggiolo, i cardini sono due: «Fare test, per far emergere il sommerso, e utilizzare i farmaci per arrivare a non rendere più contagiose le persone con Hiv. La provincia di Bergamo sta seguendo la direzione giusta. Si sta potenziando anche la Prep, cioè la profilassi pre-esposizione: le persone ad alto rischio di contrarre l’infezione ricevono, come forma di prevenzione, una parte dei farmaci che si utilizzano per la cura». Resta tuttavia ancora una quota di persone che si sottopone al test solo quando l’infezione è già conclamata, cioè quando si manifestano i sintomi dell’Aids: «Succede in particolare alle persone che hanno meno sentore di essere a rischio. Occorre rafforzare la consapevolezza», ribadisce il medico.

La curva è ora in discesa, ed è il frutto di prevenzione, sensibilizzazione, collaborazione

In campo ci sono anche le scuole. Lo scorso anno, per la prima volta in Italia, degli istituti superiori hanno aderito a un progetto - proposto appunto da Bergamo Fast Track City - per consentire agli studenti maggiorenni di sottoporsi volontariamente al test per l’Hiv: il «Caniana» in città e il «Don Milani» a Romano di Lombardia sono stati pionieri di un progetto ora destinato ad allargarsi. «È un risultato importante, non scontato, e che contribuisce a creare una cultura della prevenzione tra gli studenti», riflette Ilenia Fontana, referente per le attività di prevenzione dell’Ufficio scolastico territoriale. Tra test (gli istituti coinvolti saliranno a quattro) e altre attività divulgative, il progetto «cHIVuoleconoscere» coinvolgerà in questo anno scolastico 14 realtà delle scuole superiori in Bergamasca, con percorsi formativi sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili.

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