Guardie mediche, dopo l’accordo ora è «giallo» sulle adesioni

IL CASO. Dopo la firma dell’accordo tra i sindacati e l’Ats non c’è chiarezza su quanti medici di «Ca» abbiano a loro volta aderito, garantendo così la copertura delle sedi nel corso del weekend. Il nodo dei vicariamenti.

Nonostante il nuovo accordo di riorganizzazione delle attività di Continuità assistenziale (Ca) sia stato firmato, allo stato attuale non si sa se e quanti medici abbiano deciso di firmare a loro volta il contratto e riprende così il servizio. Alla soglia di un nuovo weekend estivo, quindi, non si conosce ancora la realtà delle effettive forze in campo per l’ex guardia medica. Ats Bergamo, infatti, ha spiegato che per il momento non vengono forniti dati sui numeri dei nuovi medici contrattualizzati da lunedì (giorno della firma dell’accordo). Mentre i sindacati non hanno saputo a loro volta fornire dei numeri perché gran parte dei medici di Ca non sono in realtà rappresentati dai sindacati che si sono seduti al tavolo a discutere e decidere il nuovo accordo con Ats.

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«I medici di Ca – spiega infatti Marcello Brambilla, Cisl Medici – sono quasi tutti non rappresentati ai tavoli, perché quasi nessuno è iscritto a un sindacato, per lo più per sfiducia verso il sistema. È complesso, ma i medici di assistenza primaria e di Ca hanno lo stesso contratto e pertanto sono rappresentati allo stesso tavolo anche se non iscritti. Molti sindacalisti, come me, comunque vengono da questo lavoro e da questa esperienza già accaduta in passato, quindi conoscono bene la realtà». Una situazione, quella della poca rappresentanza di medici ai tavoli delle trattative, che spiegherebbe, nonostante il nuovo accordo firmato soddisfi sia Ats, che i rappresentanti sindacali presenti alle trattative, il malcontento di diversi medici contattati, i quali non hanno ancora firmato e hanno spiegato come non conoscano nessuno che lo abbia già fatto.

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«Abbiamo letto con una certa perplessità – commenta Giorgio Barbieri, coordinatore Mmg per la Fp Cgil Lombardia – le dichiarazioni di alcune corporazioni mediche che affermano di aver “risolto” il grave problema del servizio di Ca in provincia di Bergamo. Siamo soddisfatti che si sia alfine affrontata una questione sulla quale abbiamo reclamato attenzione fin dall’anno scorso ma non abbiamo le medesime certezze sulla qualità della soluzione proposta. Che io sappia, infatti, per il momento nessuno ha ancora firmato il nuovo contratto. Stanno valutando. So di sicuro che i medici sarebbero pronti a rientrare con qualche correttivo, ma penso che a queste condizioni non lo faranno. D’altronde, avevamo proposto una strada condivisa ad Ats e in quella direzione li avremmo accompagnati. Ats ha dovuto prendere la strada indicata da altri e ora saranno altri ad accompagnarla. Speriamo davvero che quella presa sia comunque una direzione efficace». I dubbi principali dei medici riguardano i pagamenti dei vicariamenti del passato, ma, come spiega uno dei medici dimissionari, anche altri punti: «i disponibili sono costretti a fare due turni; se l’organico non riesce a coprire almeno il 50% dei turni, di fatto la sede non apre, invalidando in tal modo la possibilità di scelta della postazione lavorativa; era stata prevista una road map per la riapertura in progressione delle sedi, ma non c’è traccia di alcuna pianificazione in merito e si rischia che le sedi riaprano a casaccio, con i soliti disagi legati ai vicariamenti; e non si fa cenno al fatto di mantenere i vicariamenti all’interno delle Asst, di conseguenza, avremmo ancora la stessa situazione di prima, con Albino che vicaria Romano e Alzano che vicaria Treviglio».

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E mentre si aspettano i dati sui nuovi contrattualizzati, quelli che non hanno ancora firmato (e dalle indiscrezioni dei coinvolti sembrano essere molti) stanno trovando altri lavori e il rischio è di non avere più medici disponibili a firmare a breve. «Qualcuno – racconta infatti un altro collega – fa lo specializzando, quindi una borsa di studio ce l’ha, qualcuno fa il corso di medico di medicina generale e può prendere l’ambulatorio, qualcuno è uscito dalla provincia e qualcuno ha trovato altri lavori».

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