Guardia medica, Ats a caccia di dottori per evitare le chiusure

CONTINUITÀ ASSISTENZIALE. L’azienda: «Sospensioni solo temporanee». Ma al nuovo contratto aderiscono in 38 per 70 posti. Sindaci preoccupati. Leggi l’approfondimento di due pagine su L’Eco di Bergamo in edicola giovedì 25 maggio.

La prevista chiusura da giugno di 20 sedi su 27 (il 74%) della vecchia guardia medica, preoccupa, per non dire spaventa, sindaci e i cittadini, nonostante i vertici di Ats abbiano sottolineato che si tratta di una sospensione momentanea. La novità, come riportato nell’edizione di ieri dal nostro giornale, prospetta infatti un carico maggiore di lavoro, fino a 4-5 volte di pazienti in più, alle sole 7 sedi che Ats lascerà aperte.

I reclutamenti

«Ats Bergamo vuole precisare – ha comunicato ieri la stessa azienda al termine dei tavoli di lavoro istituzionali dedicati ai medici di medicina generale riunitisi per affrontare la gestione delle sedi di Continuità assistenziale – che la situazione rappresentata dagli organi di stampa è in continua evoluzione e quindi lontana dall’essere definitiva: sono in essere numerose azioni volte a garantire al territorio l’adeguata risposta ai bisogni della popolazione». «Sono sicuro – ha dichiarato Massimo Giupponi, direttore generale di Ats Bergamo – che attraverso tutte le azioni attivate e messe in campo, a breve potrà essere garantita la rete di Continuità assistenziale (Ca) più adeguata per un territorio complesso ed esteso come quello della nostra provincia».

Per garantire il funzionamento più adeguato delle 27 sedi di Ca presenti in provincia, Ats, dopo la scadenza del precedente contratto, ha riproposto ai professionisti medici una contrattualizzazione, secondo gli strumenti disponibili dall’accordo nazionale in vigore, a 24 ore la settimana, ricevendo l’adesione di 38 medici su 70 potenziali interessati.

Vista la necessità di ampliare il numero dei medici disponibili a operare nelle Ca, «Ats Bergamo ha contattato i medici di assistenza primaria titolari, per poter arrivare a una turnazione in linea con le necessità: dai primi riscontri avuti Ats Bergamo è fiduciosa di poter riconfermare a breve la rete territoriale di Continuità assistenziale fino ad ora operativa sul territorio».

Nel mentre, Ats ha anche pubblicato un bando (scade il 12 giugno) per il reclutamento di medici di Ca, che prevede la possibilità di un impegno contrattualizzato a 12 ore a settimana, più compatibile con le attività professionali dei medici interessati e con l’obiettivo di aumentare quindi il numero dei professionisti interessati.

«Non abbiamo mai smesso di vagliare tutte le possibilità per un’efficace ed efficiente gestione della continuità assistenziale – ha spiegato Michele Sofia, direttore sanitario di Ats Bergamo –, e grazie alla risposta e disponibilità dei medici che svolgono la loro attività a stretto contatto con gli assistiti stiamo lavorando per ristabilire la funzionalità della rete territoriale, per garantire a tutti e in egual misura il diritto di accesso ai servizi sanitari».

«Una fase delicata»

Inoltre è in fase di avvio «una nuova modalità di gestione delle chiamate alla Ca, attraverso una centrale operativa: i medici disponibili potranno rispondere anche da remoto a tutte le telefonate in ingresso, provenienti da ogni comune della provincia e con un enorme vantaggio in termini di efficacia del servizio».

Nonostante le rassicurazioni, resta viva la preoccupazione del territorio. «La situazione che stiamo vivendo è certamente delicata – ha commentato Gabriele Cortesi, presidente della Conferenza dei sindaci Asst Bergamo Est –. Confidiamo che l’azione di reclutamento che Ats sta attuando possa attenuarne gli effetti, nella consapevolezza che la carenza di medici sull’intero territorio nazionale necessiti di una urgente azione del governo, finalizzata a colmare le gravi lacune che poi si riversano nei Comuni». «È una fase delicata e complicata per la medicina di territorio – ha aggiunto Juri Imeri, presidente della Conferenza dei sindaci Asst Bergamo Ovest –, con tante sollecitazioni dei cittadini. Purtroppo è una fase che dura da molto tempo e in certi territori la situazione tende all’esasperazione».

Tutti al Pronto soccorso?

Esasperati ormai sembrano essere di certo i medici, che vedono questa «novità» della chiusura delle Ca sommarsi alla grave carenza dei medici di famiglia già presente sul territorio. «Bene, ora, tutta la riva est del lago di Iseo rimane senza ambulatorio di guardia medica notturna. Un sincero grazie alle istituzioni per la distribuzione del sevizio di guardia medica in provincia di Bergamo» scrive infatti un medico in un post in rete.

Inoltre, la chiusura di 20 sedi di Ca su 27 rischia di innescare un circolo vizioso che peggiorerà la situazione della sanità pubblica: essendo le sedi sopravvissute poche e meno rapidamente raggiungibili, inevitabilmente i pazienti si rivolgeranno ai Pronto soccorso ospedalieri dove i tempi di attesa sono quindi destinati a peggiorare ulteriormente. Con conseguenti problemi da risolvere per le tre Asst bergamasche.

Le aziende ospedaliere

L’Asst Papa Giovanni XXIII ha commentato che «prende atto del quadro estremamente critico che si sta delineando sul territorio. È ineludibile da parte di Ats il tempestivo ricorso a contratti più flessibili per aumentare il numero di ore-medico e le sedi disponibili». «La grave carenza di medici – ha spiegato Asst Bergamo Est – riscontrata a livello nazionale si ripercuote anche sulla nostra provincia. Siamo ampiamente consapevoli del problema e dei conseguenti disagi che ciò può provocare. Tutti noi stiamo lavorando al massimo per garantire le risposte ai bisogni di salute dei cittadini». L’Asst Bergamo Ovest ha dichiarato che «nell’ambito delle competenze ad essa già affidate ha messo in campo delle azioni sia a sostegno dei pazienti orfani di Mmg, sia per supplire alla mancanza di medici di Ca. In particolare sono attive sul territorio cinque sedi di Continuità assistenziale diurna e 15 ambulatori infermieristici territoriali».

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