Grumello del Piano, sbocciano 1.400 metri quadrati di orti

L’INAUGURAZIONE. Sono 17 le vasche per la coltivazione, più 6 le «didattiche». Installate anche delle postazioni per i disabili.

In primavera si ritroveranno per raccogliere i frutti (e le verdure) che avranno seminato. E, magari, per mangiarli insieme. Le famiglie «ortiste» di Grumello del Piano hanno inaugurato sabato 12 ottobre in via Muraschi l’area verde che da febbraio permetterà loro di coltivare prodotti biologici e a chilometro zero.

Un terreno di 1.400 metri quadrati - più altri 700 per il mercato - dedicato agli orti collettivi e realizzato grazie al lavoro della cooperativa Biplano in collaborazione con il Comune.

«Lo sognavamo»

«Siamo molto contenti di inaugurare gli orti urbani – dice Licia De Angelis, presidente di Biplano –. Il progetto è nato insieme al Comune, con il quale abbiamo ragionato su cosa fare di questi campi. Sognavamo uno spazio inclusivo, rivolto alla cittadinanza, e accessibile a tutti per la coltivazione». La filiera biologica è uno dei settori in cui opera la cooperativa, che ha una storia di 25 anni. Biplano si occupa infatti anche di inserimento lavorativo di soggetti fragili e di salute mentale con la gestione di un centro diurno, una struttura residenziale e un servizio di housing sociale.

«Uno degli orti urbani più grandi della città»

La progettazione degli orti, affidata a Francesco Maria Agliardi di Studio Habilis, è durata quasi 3 anni ma vede finalmente la luce. Sono 17 le vasche realizzate per la coltivazione da parte delle famiglie, a cui si aggiungono 6 vasche per la coltivazione didattica. «È uno degli orti urbani più grandi della città» commenta Agliardi, che ricorda il valore inclusivo dell’area: «Sono state installate delle postazioni accessibili alle carrozzine. Verranno riempite con del terriccio per favorire la partecipazione delle persone con disabilità».

«Mi attira l’esperienza. Lo facciamo anche per vivere meglio il quartiere»

La cooperativa guiderà nei prossimi mesi il gruppo di ortisti con corsi di formazione per approfondire colture e periodi di semina e raccolta. I residenti e i membri della Rete di Quartiere sono stati conquistati dal progetto, come Nadia Bertoli e Gisella Bentoglio: «È la prima volta che coltivo, non l’ho mai fatto» dice la prima. Aggiunge Gisella: «Mi attira l’esperienza. Lo facciamo anche per vivere meglio il quartiere. In più ho un nipote e vorrei fargli vedere come dal terreno possono nascere i pomodori o le zucchine».

«Quella del verde è una vocazione della città in cui crediamo molto»

La progettazione è iniziata con l’assessorato al Verde di Marzia Marchesi nella Giunta Gori (oggi è assessore ai Servizi educativi), che ringrazia Biplano «per la pazienza e la tenacia, e per la capacità di riportare al centro il rapporto uomo-natura». Una natura e un paesaggio che per l’attuale assessore al Verde, Oriana Ruzzini, sono tratti distintivi del quartiere, e non solo: «Quella del verde è una vocazione della città in cui crediamo molto: tornare a contatto con la natura, lavorare la terra cercando di alimentarsi in maniera sana e allo stesso tempo vivere le aree belle della città. Bergamo è al secondo posto in Lombardia per percentuale vegetata. Chi ci ha preceduto è stato lungimirante e virtuoso. La direzione per noi è questa». Nelle politiche sul verde dell’amministrazione i quartieri rivestono un ruolo importante. «Dobbiamo ripensare le periferie come cardine della città, perché – conclude – è qui che si concentra l’ecosistema».

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