Green pass, scattano i controlli nei locali: prima sanzione a un bar e al cliente in via Borgo Palazzo

La Polizia locale sta verificando i green pass: non sono state riscontrate altre irregolarità in bar e ristoranti.

Prima sanzione nella serata di venerdì 20 agosto a un gestore di un bar e a un cliente in via Borgo Palazzo per la mancanza di green pass. Lo comunica il Comune di Bergamo dopo i controlli in vista del weekend. La sanzione ammonta a 400 euro per ciascuno (280 se pagata entro 5 gg).

In generale bergamaschi e turisti stranieri si stanno dimostrando virtuosi in tema di green pass. Nei giorni scorsi sono partiti i controlli delle forze dell’ordine, ma al momento non sono state elevate altre sanzioni da parte della Polizia locale di Bergamo. La certificazione verde è obbligatoria dal 6 agosto per sedersi nelle sale al chiuso di bar e ristoranti. Dopo aver dato il tempo a clienti ed esercenti di abituarsi e potersi di conseguenza organizzare, questa settimana sono scesi in campo gli agenti di via Coghetti. Smartphone alla mano, i vigili scelgono locali a campione e verificano la regolarità della documentazione di cui devono essere dotati i commensali.

«Sinora in linea generale non abbiamo riscontrato problemi – conferma Gabriella Messina, comandante della Polizia locale di Bergamo –. Proseguiremo i controlli anche nei prossimi giorni, in modo da accertare che i clienti seduti all’interno dei locali siano dotati di green pass.». L’introduzione del green pass per accedere a bar, ristoranti, ma anche musei, palestre e piscine al chiuso, ha lo scopo di limitare l’emergenza sanitaria. La certificazione risulta valida dopo una dose di vaccino, un tampone negativo nelle 48 ore precedenti o l’avvenuta guarigione dal Covid-19 negli ultimi sei mesi.

Gli agenti in divisa hanno operato controlli sia in città bassa sia nel centro storico, a pranzo e a cena, riscontrando una sola irregolarità.

In Città Alta si sta peraltro registrando una grande presenza di turisti stranieri, che sono chiaramente a conoscenza del provvedimento in vigore, tanto che si presentano con il cellulare in mano o con la copia cartacea del green pass, mostrandoli agli esercenti prima di sedersi ai tavoli dei ristoranti. E i più scrupolosi porgono ai ristoratori il documento, anche per accomodarsi nei dehor e nelle aree esterne ai locali. Ma il decreto legge 105 del 2021 ha escluso dal provvedimento le consumazioni al bancone dei bar e naturalmente pranzi e cene nei pubblici esercizi che dispongono di spazi di somministrazione all’aperto.

Gli imprenditori si erano già dichiarati favorevoli al provvedimento, visto come una misura introdotta per evitare un peggioramento dell’emergenza sanitaria che richiederebbero ancora inevitabili chiusure nei prossimi mesi. I gestori di bar e ristoranti avevano anche sottolineato come i controlli avrebbero potuto comportare un’ulteriore burocrazia, con il rischio di creare una sorta di tappo all’ingresso di bar e ristoranti. Fortunatamente così non è avvenuto, tutti gli operatori si sono dotati di strumentazioni funzionali e tramite l’app del ministero riescono a verificare la presenza del green pass, riducendo al minimo disagi e perdite di tempo. Qualche problema rimane per le versioni cartacee che lo scanner degli smartphone fa più fatica a leggere, rispetto al Qr code mostrato sulla schermata del telefono.

Se nei locali cittadini la situazione è sotto controllo, anche nei centri commerciali non si sono registrati particolari problemi. I clienti che decidono di fermarsi per uno spuntino, un pranzo o una cena nelle aree food vengono avvicinati dagli addetti alla sicurezza, che chiedono loro di mostrare il green pass. Nessuno protesta e mostra il documento al vigilante, segno che è stata compresa l’importanza del provvedimento introdotto. Si va dunque nella direzione del bene comune, grazie a una misura che comporta un piccolo sforzo, per mettere al primo posto la salute e la sicurezza di clienti e dipendenti. Da cui dipende un grande risultato finale: la salute dell’intera collettività e la conseguente uscita dalla pandemia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA