
Cronaca / Bergamo Città
Sabato 29 Marzo 2025
Grave marginalità, per strada 80 persone. «Crescono le necessità, serve più sinergia»
IL FENOMENO. I senzatetto in città sono sempre più numerosi e il dormitorio Galgario non riesce più ad accoglierne. Don Trussardi: «Numeri elevati, intervenire sull’housing sociale». Don Acquaroli: «Situazioni di disagio mai viste».

Crescono i numeri della grave marginalità a Bergamo e con essi aumentano i bisogni, le richieste di aiuto e le situazioni di disagio. L’allontanamento, giovedì mattina, di una trentina di clochard dall’area delle Autolinee ha messo fine, almeno temporaneamente, a un contesto che nelle ultime settimane si era fatto davvero critico. L’intervento è stato fatto con grande umanità da parte delle forze dell’ordine e dall’Amministrazione comunale, che sta investendo importanti risorse su questo tema.
Decoro e dignità
Da due giorni le pensiline della stazione non sono più popolate dai senzatetto, ma pensare che il problema sia stato risolto sarebbe un errore. Le circostanze che hanno portato all’intervento delle forze dell’ordine e dei servizi sociali invitano infatti a una riflessione molto più ampia. «La situazione aveva raggiunto il limite – dice don Roberto Trussardi, direttore della Caritas diocesana bergamasca –; limite che è stato addirittura superato nel numero delle persone presenti in stazione. La cittadinanza ha senz’altro diritto al decoro: le Autolinee a Bergamo erano diventate un luogo di bivacco sia giornaliero sia notturno, cosa che non succede in altre città. Una situazione non dignitosa per chi arriva in stazione, e penso soprattutto ai tanti ragazzi delle scuole. Bisogna però guardare anche alla dignità di queste persone: per loro la stazione è anche il luogo delle relazioni, l’unico dove si sentono riconosciuti».
In strada 70-80 persone
Così tanti senzatetto, lì come altrove, non se n’erano mai visti. E dunque mai come questa volta a raccontare bene il fenomeno sono proprio i numeri: «Siamo arrivati a contare 70 - 80 persone in strada, conosciute con nome e cognome, mentre ci mancano ovviamente i nomi delle persone non conosciute e non ancora agganciate. Abbiamo poi 80 persone al dormitorio del Galgario e 10 a quello femminile – prosegue don Trussardi –. Dallo scorso autunno i numeri sono cresciuti tantissimo, anche dei servizi: oggi arriviamo fino a 50 docce la mattina, quando fino a pochi mesi fa si arrivava a 20-25. Giovedì alla mensa dei frati c’erano 172 persone, con la fine del Ramadan si superano le 200, quando solo un paio d’anni si arrivava a 140. E anche la sera alla cena del servizio Esodo si è passati in poco tempo da 120 a 190 pasti». I numeri sono elevatissimi, «e se riusciamo a sostenerli – dice ancora il direttore della Caritas – è anche grazie all’enorme a generosità dei bergamaschi».
Resta il fatto che la gestione del fenomeno legato alla grave marginalità è sempre più difficile: «La risposta più efficace sta nella seconda accoglienza, vale a dire l’housing sociale e l’housing first, che permettono una condizione di vita più dignitosa, con strutture più piccole, in grado di accogliere 3-4 persone alla volta e di svuotare il dormitorio».
Non solo spazi, anche risorse
Un problema di spazi, ma anche di risorse: «La Chiesa di Bergamo sta già coprendo tantissime spese – dice ancora don Trussardi – e in questo momento non riuscirebbe a metterne altre. Dobbiamo chiederci piuttosto se, in generale, le risorse a disposizione sono sufficienti. La sinergia tra gli enti sul territorio c’è e funziona, ma servirebbe una collaborazione ancora più forte».
Il fenomeno della grave marginalità «interpella tutti», dice don Dario Acquaroli, direttore della Comunità Don Milani di Sorisole, del Patronato San Vincenzo. «Assistiamo a situazioni che non si erano mai viste: vediamo per la prima volta persone sulla strada che assumono sostanze stupefacenti anche sconosciute, che hanno conseguenze devastanti; un mix di droghe e di alcol che portano a situazioni disumanizzanti. Ma non è sufficiente soffermarsi sul fatto che oggi la stazione è tornata ad essere un po’ più decorosa. Nei servizi che riguardano la grave marginalità stiamo assistendo a cambiamenti forti sui bisogni delle persone, che hanno bisogno di risposte».
Modalità da cambiare
Secondo don Dario Acquaroli è sempre più urgente «cambiare alcune modalità, anche nei servizi di bassa soglia per accompagnare meglio queste persone. Non si può più ragionare solo in termini di grandi numeri – dice –: così non le si aiuta a entrare in un percorso idoneo. Possiamo ragionare creando posti di accoglienza e d’incontro dove queste persone possono trovare qualcuno che si prende cura di loro».
Si riflette sul futuro, su ciò che tutti gli operatori possono fare insieme per dare quelle risposte che il fenomeno richiede, ma ci si interroga anche sul presente: «Oggi una delle nostre preoccupazioni è questa: dove sono andati tutti i clochard allontanati l’altra mattina? – si chiede ancora don Acquaroli –. Il rischio, in questo momento, è di creare situazioni ancora più difficili rispetto a quelle attuali».
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