Grano, costi alle stelle. Il pane deve adeguarsi: «Aumenti fino al 25%»

Da marzo il prezzo della materia prima è raddoppiato: finora i panifici hanno resistito ma ora scatteranno i rialzi. La stangata dalle bollette.

Aumenti a doppia cifra previsti a breve anche per il pane. Se negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un incremento del costo delle fonti energetiche, dal carburante all’elettricità, la scure si abbatte ora anche sul bene più diffuso sulle nostre tavole. I prezzi di tutti i prodotti della panificazione saranno rivisti al rialzo con aumenti fino al 25%.

La motivazione è presto spiegata: da marzo il prezzo del grano è raddoppiato e con esso sono in continua ascesa anche i costi correlati alle attività, su tutte l’energia elettrica. Fino ad oggi i panifici hanno sostanzialmente assorbito gli aumenti registrati negli ultimi sei mesi, ma ora devono per forza di cose rivedere il prezzo del pane al rialzo. Fenomeno che avrà una ricaduta su tutta la gamma dei prodotti di panificazione, non ultimo il tanto atteso panettone, che alcuni panettieri stanno già sfornando in vista delle prossime festività natalizie.

In Italia ci sono 24 mila panifici artigianali, dei quali 4 mila si trovano in Lombardia e 400 in Bergamasca. Il consumo di pane pro capite si attesta fra gli 80 e i 90 grammi al giorno, dato che indurrebbe a pensare ad un’incidenza di pochi centesimi, ma gli aumenti che attendono i consumatori riguardano tutta la filiera e i prodotti derivati.

Aspan: così non si va avanti

«Sinora i panificatori hanno assorbito tutti gli aumenti, dal costo del grano (il 60% viene importato da Francia, Germania, Usa e Canada) a quello dell’energia – commenta Massimo Ferrandi, presidente di Aspan Bergamo -. Ai nostri associati sono arrivate le prime bollette, che rappresentano una vera e propria stangata, considerando che il prezzo del pane è influenzato per il 30% dal costo dell’energia. Così non possiamo andare avanti, di conseguenza assisteremo a brevissimo all’aumento tra il 15 e il 25 % su pane e derivati. Purtroppo anche noi siamo vittime di questo momento davvero critico, che è influenzato da una serie di fattori che causano l’aumento dei prezzi, dal boom di domanda in vista della ripartenza, fino ai fondi che stanno speculando investendo in materie prime e in commodities».

Un’analisi nazionale di Coldiretti evidenzia come «il prezzo del grano tenero per la panificazione ha raggiunto i valori massimi del decennio. «Purtroppo – sottolinea il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio -, stanno iniziando a manifestarsi le conseguenze dovute, da un lato, all’abbandono delle coltivazioni di grano avvenuto negli anni scorsi per la bassa remunerazione del prodotto agli agricoltori, dall’altro, alla sempre maggiore dipendenza delle importazioni dall’estero. Bisogna poi aggiungere il fatto che i cambiamenti climatici e la pandemia hanno generato gravi fenomeni speculativi, spingendo al rialzo i costi energetici e delle materie prime. Per ridurre la volatilità e stabilizzare i prezzi – prosegue Brivio – occorre realizzare rapporti di filiera virtuosi, con accordi che garantiscano la sostenibilità delle produzioni in Italia, con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, tenendo conto degli effettivi costi sostenuti».

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