Gori e Magoni a Strasburgo: «Lavoreremo per il territorio bergamasco» - Video

UE. Martedì 16 luglio il debutto al Parlamento europeo. L’ex sindaco nella commissione che riguarda industria, energia e ricerca mentre l’ex sottosegretario si occuperà di giovani, cultura e commercio: «Servirà un approccio comune».

È suonata la campanella, martedì 16 luglio, al Parlamento di Strasburgo. Disciplinati e puntuali come ogni prima classe che si rispetti, i deputati europei hanno occupato i loro posti nell’ immenso emiciclo colorato di blu, il colore dell’Unione. Un primo giorno di voti per eleggere presidente e vicepresidenti e soprattutto per conoscersi e contarsi. Scontata la conferma di Roberta Metsola, popolare, che supera ogni più ottimistica previsione con un voto pressoché plebiscitario. Scontata anche un po’ di emozione per i due deputati bergamaschi.

Giorgio Gori esce tra un voto e l’altro della lista interminabile dei vicepresidenti. Lo scrutinio va bene per la maggioranza di popolari, socialisti e liberali. Nell’attesa del voto sul bis della presidente della commissione di Bruxelles, Ursula Von Der Leyen che si annuncia ben più a rischio. Se ne parlerà giovedì 18 luglio alle 13. Nel frattempo l’ex sindaco di Bergamo, portato fino in Europa da una grande successo nelle liste del Pd, spiega i suoi progetti europei. Ogni deputato europeo infatti si dovrà iscrivere a un gruppo di lavoro che avrà il compito di mettere a punto proposte e di valutare quelle della commissione. Ricordando che ogni legge dovrà essere approvata oltre che dal Parlamento anche dai governi dei 27 riuniti nel Consiglio europeo. «Farò parte della commissione Itre, che si occupa di industria energia e ricerca». Siamo nel cuore dell’Unione europea. Dove passano i progetti sulla decarbonizzazione, di motori elettrici, di cambiamenti climatici.

Giorgio Gori al Parlamento europeo

Temi al centro del dibattito e delle polemiche. Che hanno alimentato la campagna elettorale. «C’è molta semplificazione – spiega Gori – non possiamo nascondere il problema, tanto che Stati uniti e Cina stanno investendo grandi capitali e risorse per trasformare le loro economie. L’Europa non può permettersi ritardi se non vuole perdere di competitività. E questo discorso coinvolge inevitabilmente il settore manifatturiero della provincia di Bergamo». Ma la commissione Itre si occuperà anche di altre materie fondamentali come la trasformazione digitale e l’industria aerospaziale. Il futuro e il successo dell’Unione europea dipenderanno anche dalla capacità di lavorare insieme su questi temi. E l’altra commissione parlamentare in cui sarà impegnato Gori è quella degli affari esteri. Quella di una politica comune oltre i propri confini è una delle debolezze dell’Unione. «C’è bisogno di stabilità – ricorda Gori, e non è certo necessario spiegarlo alla luce delle recenti crisi nell’Est e in Medio Oriente – io sarò solo supplente, ma conto di portare il mio contributo anche su questi temi. Il ruolo non impedisce di essere relatore di proposte».

Lara Magoni al Parlamento europeo

Impegno rivolto soprattutto ai giovani è quello che si prende Lara Magoni, eletta con Fratelli d’Italia, che pure non nasconde la propria emozione. «La prima cosa che mi ha colpito è la fila di bandiere all’ingresso, mi hanno ricordato il mio passato sportivo». La neo parlamentare ringrazia gli elettori bergamaschi, ricorda gli anni in Regione Lombardia e promette la stessa concretezza dimostrata nel recente passato: «Lavorerò nella commissione Cult, dedicata ai giovani, alla cultura, allo sport e all’intelligenza artificiale. Io potrei dare un mio contributo proprio partendo dalle mie esperienze». L’altro impegno per Lara Magoni si chiama commercio interno dell’unione, la commissione Imco: «Per il territorio bergamasco è un settore determinante perché coinvolge tante piccole e medie imprese». E per portare a casa importanti risultati, la neo deputata europea chiama in causa il suo collega Giorgio Gori: «Servirà un approccio comune per portare avanti e vincere le sfide che riguardano il territorio bergamasco». Suona l’ennesima campanella. Si tratta di votare gli ultimi vicepresidenti. Poi ad entrambi tocca la riunione dei gruppi parlamentari. Fino alle 22 niente cena nei locali di Strasburgo. Il primo giorno è sempre il più lungo.

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