Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 01 Settembre 2022
Gorbaciov, su L’Eco i ricordi della sua visita nella Bergamasca
Amarcord. L’ultimo leader sovietico, morto martedì a 91 anni, nel marzo del 1995 fece un vero «tour de force» per conoscere Bergamo e l’economia del territorio. Su L’Eco in edicola giovedì 1° settembre i ricordi dei protagonisti.
Mikhail Gorbaciov, morto a 91 anni martedì, nel marzo del 1995 fece visita con la moglie Raissa a Bergamo. La visita del premio Nobel e la moglie iniziò alla Cms di Zogno, poi tappa a Curno, dove lo attendeva in Brembo il patron Alberto Bombassei, che su L’Eco di Bergamo in edicola giovedì 1° settembre, insieme agli altri protagonisti di quel giorno, ricorda «la sua curiosità per gli aspetti produttivi, per l’organizzazione della fabbrica: era convinto che presto le aziende italiane potessero avviare produzioni nel suo Paese». Poi fu il turno della Gewiss e della Abb Sace. Dopo il pranzo i coniugi Gorbaciov si divisero: lui per continuare il dialogo con la Bergamo economica, la moglie per visitare la mostra sui Tesori miniati al Palazzo della Ragione.
La colonna raggiunse Lallio per visitare la Agnelli metalli. Poi il ritorno in città per l’incontro con gli imprenditori in una sede dell’Unione industriali gremita, dove Gorbaciov fu accolto dal presidente Mario Ratti, fresco di nomina e al suo primo appuntamento ufficiale, e dal presidente della Camera di commercio Roberto Sestini. «C’era molta empatia – ricorda Ratti – parlava benissimo della città e dell’eccellenza che aveva trovato nelle nostre realtà industriali». La coppia si ricongiunse verso sera per l’incontro in Episcopio con il vescovo ausiliare Angelo Paravisi. L’intensa giornata si concluse con un incontro al Centro congressi Giovanni XXIII. Sul palco, oltre a Mikhail e Raissa, monsignor Loris Capovilla e il filosofo Mauro Ceruti: «Fu emozionante incontrarlo – racconta Ceruti – mi disse di aver letto alcune parti del mio libro sulla caduta del Muro di Berlino e che io, che ero giovane, avrei visto un mondo che allora non potevo nemmeno immaginare».
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