Gioco d’azzardo: bruciati 707 milioni soltanto in sei mesi

IL REPORT. La proiezione sull’intero 2023 dà 1.415 milioni e una spesa pro capite di 1.536 euro, in aumento sul 2022.

Millequattrocentonovantotto euro, praticamente uno stipendio. Sono i soldi giocati nel 2022, la media dei soldi spesi nel gioco d’azzardo fisico da parte di ogni cittadino maggiorenne. Se consideriamo la cifra giocata nel primo semestre del 2023 – 768 euro – si può presumere che di qui alla fine dell’anno si possano superare i numeri del 2022: le proiezioni danno infatti un valore di 1.536 euro, sostanzialmente in linea a quello lombardo – 1.520 euro –, ma superiore a quello nazionale che risulta di 1.327 euro come proiezione sull’intero 2023.

E quanto si è investito nel gioco d’azzardo, in totale, nella Bergamasca? Anche questa risposta arriva dal monitoraggio del fenomeno attraverso i dati messi a disposizione dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli attraverso l’applicativo Smart. Dati rielaborati dalla Cooperativa Il Piccolo principe con il coinvolgimento degli Ambiti territoriali, così come previsto dal Piano locale Gap (Gioco d’azzardo patologico) stilato da Ats insieme ai referenti del Tavolo interistituzionale sul gioco d’azzardo patologico e quelli degli Ambiti territoriali.

Giocate in aumento

Ebbene, da gennaio a giugno 707,924 milioni di euro che fanno ipotizzare una raccolta complessiva per l’intero 2023 di 1.415,847 milioni di euro a fronte dei 1.374,651 del 2022.

Un cifra quindi in aumento progressivo a partire dal 2021, quando la cifra giocata fu di 929,01 milioni, ma parecchio sotto il totale del 2019: -20,9% se si considera il 2022. Nel periodo pre-Covid infatti i bergamaschi si erano giocati qualcosa come 1.653,131 milioni di euro e nel 2018 erano 1.693,655, tra apparecchi Vlt (gli apparecchi che possono essere installati esclusivamente nelle sale bingo, agenzie e negozi di scommesse sportive e ippiche, sale giochi e nelle sale dedicate) e Awp (comunemente conosciute come macchinette o slot machine, quelle di bar, edicole, tabacchi, sale bingo, agenzie), scommesse, giochi numerici e lotterie.

A cosa si gioca, alcuni in modo consapevole e altri invece trasformando il loro svago in una vera dipendenza, quindi malattia? Un’indagine nazionale realizzata anni fa dall’Istituto superiore di sanità ha stimato nella nostra provincia la presenza di più di 20mila persone con una situazione di gioco d’azzardo problematico, ma i numeri potrebbero essere più alti.

La spesa maggiore nelle macchinette

La parte del leone la fanno sempre gli apparecchi, con 446.042.827 euro spesi da gennaio a giugno: è il 63 per cento della raccolta totale, valore comunque inferiore rispetto al periodo pre-pandemico, quando si attestava al 73%.

I cosiddetti giochi numerici (ad esempio SuperEnalotto e Win For Life) e le lotterie «fanno registrare – spiega Gilberto Giudici, responsabile del Servizio multidisciplinare integrato (Smi) della cooperativa Il Piccolo principe – un incremento significativo nel periodo pandemico (da quasi 267 milioni di euro nel 2020 a oltre 400 nell’anno successivo, ndr) per poi ridursi nel periodo successivo rimanendo tuttavia su importi superiori al periodo pre-Covid. E anche le scommesse registrano un progressivo aumento» arrivando addirittura a più che raddoppiare la raccolta tra gli anni 2021 e ’22 e con i primi sei mesi del 2023 già segnati da un incremento: 48 milioni spesi contro i 35 totali del 2021.

Per conoscere il fenomeno del gioco d’azzardo e la sua evoluzione, oltre alla domanda espressa in termini di raccolta dal gioco legale fisico, ossia l’insieme delle puntate effettuate, risulta utile fotografare anche l’offerta di gioco d’azzardo fisico (locali, tipologia di giochi) presente sul territorio. Ebbene, dai dati dei Monopoli di Stato risulta che ad agosto 2023 sono presenti nella nostra provincia 0,4 locali con apparecchi ogni chilometro quadrato: una densità inferiore al dato regionale (0,42) ma quasi doppio rispetto a quello nazionale (0,21). Quanti apparecchi? Nel 2023 ne risultano attivi 5.760: 4.376 Awp e 1.384 Vlt, con una media di 15,2 apparecchi per ogni sala Vlt e di 4,3 nei locali con Awp.

Inquadrato il fenomeno, resta da dire che la piaga da combattere, il gioco d’azzardo patologico, è ben radicata e serve proseguire nello sforzo per arginarla. Lo dimostrano le centinaia di persone che anche nel 2022 si sono rivolte ai servizi ambulatoriali con problematiche legate alla cosiddetta ludopatia, la malattia del gioco. Sono state 445 di cui 318 già in carico e 127 presentatisi per la prima volta un anno fa: 405 cittadini residenti nella nostra provincia, due dall’estero, 36 da fuori provincia e altri due privi di residenza. Persone che sono riuscite a chiedere aiuto per uscire da un vortice di bugie, perdite di denaro spesso importanti e spesso debiti.

A loro soprattutto e a quanti si spera non cadano mai in comportamenti a rischio legati al gioco è dedicato il lavoro che da ormai dieci anni imposta e aggiorna il Tavolo provinciale per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico di cui fa parte anche «L’Eco di Bergamo» e che riunisce istituzioni, enti locali e terzo settore. Un impegno messo nero su bianco nel Piano locale Gap che, fra le tante azioni, prevede campagne di comunicazione mirate, attività di monitoraggio (come quella dalla quale scaturisce questo approfondimento), formazione di esercenti, associazioni di consumatori e utenti, polizia locale, oltre al mantenimento di sportelli informativi. Cura e prevenzione.

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