Furti in abitazione: quasi nove al giorno. Dal 2019, più 13,7%

IL REPORT. Nel 2023 complessivamente le denunce sono state 3.230, nell’anno prima del Covid erano state 2.841. Bergamasca, undicesima provincia per numero di raid.

La serratura di casa scardinata, oppure una portafinestra manomessa. Ma le casistiche sono ampie e sempre più ingegnose, e alla fine si condensano nei numeri: in Bergamasca, i furti in casa sono quasi nove al giorno. In tutto il 2023 - l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati consolidati dell’Istat -, in provincia di Bergamo sono state 3.230 le denunce per furto in abitazione. Un trend che aveva già ampiamente superato il pre-Covid, visto che nel 2019 le denunce per questa tipologia di reato erano state 2.841, attenuandosi poi fisiologicamente negli anni della pandemia e del progressivo ritorno alla normalità (1.721 denunce nel 2020, crollate anche per via del lockdown, poi 2.281 nel 2021 e 2.719 nel 2022).

La Lombardia, anche per la sua ricchezza, è una delle aree del Paese più a rischio per questa tipologia di crimini. A ribadire il sentore è l’«indice regionale della sicurezza domestica» proposto nella terza edizione dell’Osservatorio sulla sicurezza della casa, redatto dall’istituto di ricerca Censis e da Verisure, tra le più importanti aziende di allarmi e soluzioni antifurto: sulla base di un mix di indicatori quantitativi e qualitativi, dai dati oggettivi sui furti sino alla percezione dei cittadini, la Lombardia è indicata come la quarta regione italiana più a rischio; peggio fanno solo Sicilia, Campania e Lazio.

«Il furto in casa è il reato che preoccupa di più gli italiani – si legge nell’analisi di Censis e Verisure -: il 48% della popolazione lo mette, infatti, al primo posto tra i reati che teme di subire. Un timore che in Lombardia trova conferma nei dati». Approfondendo l’«indice di sicurezza domestica», la ricerca spiega che, «pur registrando un elevato livello di sicurezza delle infrastrutture abitative», la Lombardia «conta un elevato rischio criminale, che ha un impatto diretto sulla sicurezza reale e percepita, generando un senso di vulnerabilità diffuso. L’alto numero di furti e altri fattori di rischio contribuiscono a rendere l’abitare meno sicuro, aumentando la necessità di misure di prevenzione efficaci».

La geografia del rischio

Cifre dell’Istat alla mano, la Bergamasca è messa «meno peggio» di altre province bergamasche. In rapporto alla popolazione, nel 2023 la provincia di Bergamo ha registrato l’equivalente di 291,3 denunce per furto in abitazione ogni 100mila residenti: un coefficiente che pone Bergamo al 37° posto su 106 province in Italia e all’8° tra le 12 della Lombardia. I numeri più alti, sempre in relazione agli abitanti, si rilevano invece nelle province di Monza (7a in Italia con 372,4 denunce ogni 100mila abitanti), Pavia (8a in Italia con 370,6 denunce ogni 100mila abitanti) e Como (9a in Italia con 365,8 denunce ogni 100mila abitanti), poi Brescia, Varese, Lecco, Milano e appunto Bergamo, mentre appaiono più sicure Mantova, Cremona, Lodi e Sondrio.

Guardando invece al valore assoluto dei furti denunciati, con 3.230 reati nel 2023 Bergamo si è classificata all’11° posto tra le province d’Italia e al 4° in Lombardia: peggio, in regione, hanno fatto non solo Milano (2a in Italia, 9.552 furti in casa) e Brescia (4a in Italia, 4.485 furti in casa), le quali hanno più abitanti di Bergamo, ma anche una provincia più piccola come Monza (9a in Italia, 3.261 furti in casa). Confrontando il 2023 col 2019, cioè il pieno post-Covid col pre-pandemia, in Bergamasca emerge però un aggravio significativo: si è passati appunto da 2.841 a 3.230 denunce con un balzo del +13,7%, il secondo incremento più alto in Lombardia (solo il +18,6% di Lodi fa peggio).

I rimedi

In sintesi, conviene attrezzarsi. Non solo con i rimedi più noti (e al passo coi tempi, come l’evitare di postare sui social troppe informazioni a proposito delle vacanze), ma anche con le giuste tecnologie. Secondo il Censis e Verisure, «l’aumento dei furti in Lombardia sta spingendo sempre più famiglie a dotarsi di soluzioni di sicurezza avanzate. Il 64,7% degli italiani ritiene, infatti, necessario un sistema d’allarme integrato, in grado di anticipare e neutralizzare i pericoli. Oltre alla protezione contro le intrusioni, si diffonde anche l’esigenza di dispositivi per la sicurezza della persona, con il 37,7% preoccupato di sentirsi male in casa senza possibilità di ricevere soccorso e il 25,5% che teme incidenti domestici».

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