Lorini: «Fra 4 settimane si vedrà l’effetto dei vaccini sui bimbi»

Il direttore dell’Area critica del «Papa Giovanni»: «Per le feste fate i buoni, se potete». Martedì in Lombardia 1.468 ricoverati.

«Che cosa ci aspetta? La situazione è ben delineata, chiara, c’è una lenta ma costante crescita dei ricoveri. In Lombardia stiamo oscillando tra i 160 e i 170 pazienti nelle Terapie intensive, solo tre settimane fa ne avevamo 50. E si andrà avanti così ancora per un po’. La pressione ospedaliera sta aumentando: è vero che rispetto al dicembre scorso abbiamo numeri decisamente più bassi, e questo solo grazie ai vaccini, ma il virus è ancora qui, lo si deve tenere a mente. Nella Terapia intensiva del “Papa Giovanni”, per esempio, i nostri 12 posti sono quasi sempre occupati tutti, possiamo arrivare tranquillamente fino a 16 posti, ma se la pressione aumentasse ancora, dovremo sottrarre moduli di Terapia intensiva ad altre patologie. L’andamento è questo, stiamo crescendo non solo nei contagi ma anche nei ricoveri». Una crescita, quella raccontata da Luca Lorini, direttore del Dipartimento di Emergenza urgenza e dell’Area critica dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che porta all’orizzonte della Lombardia il rischio del «giallo», a breve.

«I numeri parlano, i contagiati aumentano, la saturazione delle Terapie intensive ha già superato la soglia critica del 10%, con i ricoveri ordinari va un po’ meglio, ma la progressione delle nuove infezioni continua. Costante. Potrei sbagliarmi, ma il rischio del giallo è concreto», illustra Lorini.

Martedì in Lombardia i ricoveri erano a quota 1.468, 1.307 (50 in più) nei reparti ordinari , mentre quelli nelle Terapie intensive hanno registrato una flessione minima e sono ora 161 (2 in meno). Andamento simile in Bergamasca: al «Papa Giovanni» di Bergamo 9 i pazienti in Terapia intensiva (due in meno di martedì) e 49 quelli in degenza (martedì erano 38); salgono a 19 (3 in più ) i posti occupati all’ospedale di Alzano (Asst Bergamo Est); non comunica dati l’Asst Bergamo Ovest, dove l’ultimo aggiornamento contava 17 ricoverati.

Intanto, con il Natale alle porte, la variante Omicron che galoppa, i contagi che crescono e il rischio del «giallo» le feste imminenti diventano sempre più momenti rischiosi: come ci si deve comportare? «Ricordiamo cosa accadeva l’anno scorso: io, come tanti, non ho fatto il pranzo in famiglia, per esempio, non ho potuto sciare, né andare al ristorante. Quest’anno sì: c’è il vaccino, ci sono le terze dosi, molte cose sono cambiate. E per i vaccinati, se arriva la zona gialla, nulla cambierà. Io direi, per Natale e le prossime feste: fate i bravi, se potete – rimarca Luca Lorini –. Personalmente, da tempo frequento soltanto persone vaccinate, e dovrebbero fare tutti così: se mi dicessero che a una cena natalizia, anche in famiglia, ci saranno persone non vaccinate anche se con tampone negativo, non avrei problemi: non ci andrei. E dovrebbe essere per tutti così, se ci si riflette, in fondo è questo lo scopo del Green pass: dare accesso alla socialità in sicurezza. E la sicurezza la dà il vaccino. I tamponi? ricordiamo sempre che fotografano la situazione del momento. Per questo dico: fate i buoni se potete, perché in queste occasioni di festa non si deve mai dimenticare l’importanza del vaccino, e della terza dose. E non si devono trascurare le norme di protezione: usare la mascherina, evitare assembramenti e la calca, osservare l’igiene delle mani. Abbiamo ottenuto risultati importanti, non gettiamoli via. Da tanto sto ribadendo che dovevamo imparare a convivere con il virus per parecchio tempo: dobbiamo continuare a farlo».

Per quanto ancora? Davanti a un aumento così vistoso dei contagi, peraltro, c’è chi trova gioco facile nel sostenere che questa è la dimostrazione che i vaccini non funzionano. «I vaccini funzionano eccome: lo dicono i numeri. In Terapia intensiva l’80-90% delle persone ricoverate è non vaccinata, e gli studi ci dicono che il 35% dei ricoverati non vaccinati ha un’alta probabilità di non sopravvivere. Ci sono vaccinati ricoverati sì, sono persone che non hanno avuto accesso per tempo alla terza dose, e comunque non rischiano un’evoluzione grave della malattia. Io mi aspetto molto dal prossimo futuro: entro le prossime quattro settimane cominceremo a vedere gli effetti delle vaccinazioni sui bambini, perché ora sono loro il grande serbatoio di trasmissione, vedremo rafforzato l’effetto delle terze dosi, sulle quali abbiamo cominciato in ritardo ma ora stiamo però marciando a grande velocità. E mi aspetto che questa pandemia abbia lo stesso sviluppo di tutte le altre: una durata di due anni o poco più. Forse potrebbe esserci la necessità di una quarta dose, per metterci ulteriormente in sicurezza. Ma se faremo i bravi e se continueremo a vaccinarci, e ad osservare le regole di prevenzione del contagio, il prossimo inverno avremo un quadro ben diverso. Fate i bravi, quindi, se potete».

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