Fontana Contarini usata per il pic-nic. «Più controlli»

IN CITTÀ ALTA. Non c’è pace per il monumento, già oggetto di restauri recenti. I turisti pranzano a bordo vasca.

Non c’è pace per la Fontana Contarini, uno dei monumenti più iconici di Città Alta. Chissà come si sono sentite le sfingi in marmo di Zandobbio, quando ai loro piedi hanno visto allestire un «pic-nic». Un gruppo di turisti, infatti, ha pensato bene di scavalcare le catene e accomodarsi a bordo vasca per gustare il pranzo take away.

I gitanti si sono dimostrati poco rispettosi e incuranti di poter danneggiare quello che sin dal 1780, quando il podestà della Repubblica di Venezia Alvise Contarini la donò alla cittadinanza per fornire acqua contro la siccità, è il simbolo di Piazza Vecchia. Passi che nel 2023 la fontana era stata al centro della polemica sulla «piramide verde» montata in occasione de I Maestri del Paesaggio.

Discutibile (poteva piacere o meno) ma quella era quanto meno arte. Qui, invece, c’è solo l’arte di arrangiarsi, di quel turismo mordi-e-fuggi (è il caso di dirlo, visto il panino addentato) che pare ogni volta superare i limiti. L’assessore alla Sicurezza Giacomo Angeloni assicura che i controlli verso i comportamenti «poco rispettosi» dei monumenti prenderà una marcia diversa. «Il distaccamento della polizia locale di Città Alta – spiega – può contare su quattro agenti, che tra i compiti hanno proprio quello di monitorare il centro storico anche per prevenire i comportamenti che vanno contro il patrimonio». Comportamenti che sono sanzionabili, come prevede il Regolamento di polizia urbana. Per intenderci, «se il gruppo “dentro” la Fontana del Contarini fosse stato colto sul fatto sarebbe stato multato», assicura Angeloni. Anche perché la Fontana è particolarmente delicata, come dimostrato dagli interventi degli ultimi anni: dopo il restauro del 2022 (strenuamente voluto dall’allora assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla, in una partnership tra Comune, per la parte idraulica, e l’azienda «Rigoni» di Asiago, per la parte lapidea, con la super visione della Sovrintendenza), sono seguite altre «pulizie» per preservare il colore originale dei marmi

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