Fondi per tre progetti internazionali: l’ateneo si rafforza in Africa e in Asia

UNIVERSITÀ DI BERGAMO. Altri tre progetti per ampliare l’internazionalizzazione dell’Università di Bergamo. È quanto accaduto nell’ultima settimana, con accordi legati a Europa, Africa e Asia per rafforzare collaborazioni, scambi e ricerche.

L’alleanza Bauhaus 4EU di cui l’Unibg è membro – insieme a 10 università di 9 diverse nazioni – ha infatti ottenuto un finanziamento di 14,4 milioni di euro per i prossimi quattro anni: ciò consentirà anche a studenti e ricercatori dell’Unibg la possibilità di scambi e collaborazioni con partner europei. «Con l’approvazione del progetto, UniBg diventa ufficialmente un ateneo transnazionale – commenta il rettore Sergio Cavalieri -. Entra come full partner in una delle reti di università promosse e finanziate dell’Ue per dare impulso e sostegno alla competitività del continente. Le alleanze sono state pensate per garantire all’Europa la capacità di tenere alta la qualità di ricerca e innovazione e di formare adeguatamente i giovani europei sia professionalmente sia in quanto cittadini. Alla presentazione del progetto hanno lavorato più di venti tra docenti e studenti, che ringrazio per l’entusiasmo e l’impegno profuso».

Altro risultato è l’approvazione e il finanziamento – legato ai fondi Pnrr, per un totale di 300mila euro – dei due progetti di «Iniziative educative transnazionali»: l’Università di Bergamo è coinvolta in una «cordata» (guidata. da Ca’ Foscari di Venezia) sull’Asia e in una «cordata» (guidata dall’Università di Brescia) sull’Africa; l’Unibg avrà così ulteriori risorse per amplificare i propri rapporti con le università partner di Cina, Vietnam, Giappone, Etiopia. «Questi finanziamenti – spiega Flaminia Nicora, prorettrice all’Internazionalizzazione – premiano il lavoro all’interno dell’Ateneo nelle aree più strategiche promosse dalla Ue e dal Ministero. Le alleanze tra università europee sono uno dei progetti più ambiziosi dell’Unione Europea, che punta sulla formazione universitaria transnazionale per mantenere la competitività, ma anche come strumento per mantenere i valori europei e la coesione sociale».

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