Fondi extra ai Comuni più colpiti dal virus
In Bergamasca 68 milioni di euro - Mappa

Per 5 centri orobici in arrivo oltre un milione di euro. Ecco quanto spetta a ciascun comune della provincia.

Hanno gestito l’emergenza in prima linea, perché sono loro la prima frontiera delle istituzioni agli occhi del cittadino. Nel decreto Rilancio, allora, c’è un riconoscimento anche per loro, i Comuni delle terre più flagellate dall’emergenza sanitaria, cioè 200 milioni di euro suddivisi tra cinque province: appunto Bergamo, insieme a Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza. In Bergamasca ne arriverebbero oltre 68 milioni di euro, calcolo a cui si giunge dividendo la somma del «fondo» per il numero dei residenti in quelle aree.

Lo indica infatti l’ultima bozza, quella entrata mercoledì (13 maggio) sera in Consiglio dei ministri, che all’articolo 121 illustra l’istituzione del «Fondo comuni ricadenti nei territori delle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza»: «In considerazione della particolare gravità dell’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha interessato i territori delle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza – si legge -, è istituito presso il ministero dell’Interno un fondo con una dotazione di 200 milioni di euro per l’anno 2020, in favore dei comuni ricadenti nei territori delle predette province. Con decreto del ministero dell’Interno, da adottarsi entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, legge è disposto il riparto del contributo di cui al primo periodo sulla base della popolazione residente. I comuni beneficiari devono destinare le risorse di cui al periodo precedente ad interventi di sostegno di carattere economico e sociale connessi con l’emergenza sanitaria da Covid-19».

Soldi a stretto giro

Soldi che arriveranno dunque a stretto giro di posta, con le modalità indicate dal Viminale, e che gli enti locali dovranno utilizzare per progetti legati agli effetti del coronavirus. Una boccata di ossigeno per i servizi, e dunque per l’aiuto dei cittadini, e più in generale per l’economia, grazie a quel volano che gli enti locali da sempre rappresentano. «Un atto concreto e decisivo», lo definiscono i deputati bergamaschi del Pd Maurizio Martina ed Elena Carnevali, che a inizio aprile avevano presentato la proposta insieme ai colleghi «dem» delle altre province interessate: «Si tratta di un intervento energico e di risorse molto importanti che potranno essere spese liberamente dai comuni per rafforzare i servizi locali alle persone, alle famiglie e alle imprese. Ringraziamo il premier Conte, il ministro Gualtieri e in particolare il viceministro Antonio Misiani, nostro conterraneo, per avere seguito da subito con noi questa proposta nel provvedimento, fondamentale per la ripartenza del Paese. Lasciamo ad altre forze politiche la polemica inutile e sterile, smentita dai fatti. Per noi si tratta di un passo concreto».

Se alla Bergamasca andranno 68,445 milioni di euro, la proiezione parla di 77 milioni di euro per Brescia e provincia, 22 milioni circa per il Cremonese, 14 milioni e rotti per il Lodigiano, 18 milioni al Piacentino. Il confronto solo tra le città capoluogo mette al primo posto Brescia (che si avvicina ai 200 mila residenti) con oltre 12 milioni di euro, poi Bergamo (121 mila abitanti) con 7,4 milioni di euro, Piacenza (quasi 104 mila abitanti) con quasi 6,4 milioni, Cremona (quasi 73 mila cittadini) con 4,4 milioni, Lodi con 2,8 milioni.

Ovviamente, la geografia della ripartizione su scala comunale in terra orobica riflette la popolazione di ciascuna località. La parte del leone la fa il capoluogo, che dovrebbe ricevere appunto circa 7,4 milioni di euro. Oltre il milione di euro di contributo ci sono cinque Comuni: Treviglio con 1,8; Seriate con 1,5; Dalmine con 1,4; Romano di Lombardia con 1,2; Albino con poco meno di 1,1 milioni.

Alzano e Nembro

Tra il mezzo milione di euro e il milione si contano invece 25 paesi: per fare qualche esempio, Alzano Lombardo e Nembro, le due località più drammaticamente ferite dall’epidemia, dovrebbero incassare rispettivamente circa 830 mila e 700 mila euro.

Via via, il resto della Bergamasca riceverà cifre che si assottigliano, compatibilmente con le piccole dimensioni dei paesi orobici: 71 dovrebbero ricevere tra i 250 mila e i 500 mila euro, altri 57 tra i 100 mila e i 250 mila euro. Meno di centomila euro di contributo a testa per i restanti 84 Comuni della provincia, a scendere sino ai quattromila euro di Blello, i cinquemila di Piazzolo, i seimila di Cassiglio, i settemila di Brumano.

Nell’evoluzione delle bozze, emergono un paio di cambiamenti. Uno ha più a che fare col «burocratese», infine limato con un pizzico di sentimento: prima il titolo dell’articolo era un freddo «Fondo Comuni ricadenti nei territori delle province di cui al comma 6 dell’articolo 18 del decreto legge 9 aprile 2020, n. 23», ieri invece nell’intestazione è stato specificato che quelle province sono «Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza», nomi messi nero su bianco. Poi, una questione più sostanziale: nella bozza dell’11 maggio si affermava che il fondo era da ripartire tra i Comuni «entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legge»; nell’ultima bozza di ieri, invece, specifica che «entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legge è disposto il riparto del contributo», che avverrà «con decreto del ministero dell’Interno».

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