![Le operazioni di scrutinio delle schede per l’elezione del presidente e del Consiglio regionale, in uno dei seggi bergamaschi Le operazioni di scrutinio delle schede per l’elezione del presidente e del Consiglio regionale, in uno dei seggi bergamaschi](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2023/2/8/photos/cache/feudi-vecchi-e-nuovi-cosi-i-candidati-forti-hanno-spinto-le-loro-liste_58960b0e-acac-11ed-99a8-84583c0875cf_1920_1080_v3_large_libera.jpg)
(Foto di Colleoni)
Elezioni regionali. Il voto in Bergamasca: FdI in testa in 167 comuni, Pd a Bergamo, FI in alta Val Brembana e Lega nella fascia centrale della Bassa.
La prima sintesi è chiara e netta: Fratelli d’Italia si conferma il primo partito in Bergamasca, come emerso plasticamente già il 25 settembre. Scavando tra i dati fino al livello comunale, a questo giro emerge però un quadro ben più variegato. Un flash: se nell’ultimo decennio ogni tornata elettorale era stata contraddistinta da un partito che aveva cannibalizzato il voto in ogni angolo della provincia, stavolta la cartina orobica è più a macchia di leopardo.
Basta riavvolgere il nastro. Alle Europee del 2014 – quelle del «boom» di Renzi – il Partito democratico era risultato il primo partito in 241 comuni bergamaschi su 243 (le uniche eccezioni furono Vigolo e Santa Brigida, appannaggio della Lega). Seguì poi il ritorno dell’onda verde della Lega: alle Politiche del 2018 il Carroccio risultava il primo in 237 comuni (col Pd a comandare a Bergamo città, Valnegra, Roncobello, Oltressenda Alta, Castro e Lovere), alle Europee 2019 – l’apice del consenso per Matteo Salvini – la Lega primeggiò in 238 località (al Pd rimasero Bergamo città, Valnegra, Oltressenda Alta e Castro). Il resto è storia recente, le Politiche dello scorso settembre avevano consegnato il trionfo di Fratelli d’Italia: primo partito in 238 comuni bergamaschi, con le briciole agli altri (Bergamo, Oltressenda Alta e Castro al Pd, Chiuduno e Foppolo alla Lega).
E stavolta? Le mappe elaborate da InTwig – società di data intelligence bergamasca – tratteggiano una geografia differenziata. Fratelli d’Italia resta indubbiamente il partito predominante (è in testa in 167 comuni su 243, praticamente due terzi), consolidando nella Val Seriana (media e alta) un nuovo feudo, ma per la prima volta nell’ultimo decennio sono ben quattro le formazioni che possono rivendicare il ruolo di prima forza in almeno un comune: oltre a FdI, piantano le proprie «bandierine» anche il Partito Democratico (primo in 18 comuni), la Lega (39 comuni) e – un ritorno, dopo alcuni anni di china – Forza Italia (21 comuni); si segnalano gli ex aequo di Mezzoldo (tra Forza Italia e Lega) e Vedeseta (tra Forza Italia e Fdi).
I «dem» hanno l’epicentro del proprio consenso in città e lo allargano tra l’hinterland e la bassa Val Seriana, con una «coda» nella Bassa occidentale (il Pd è primo anche a Treviglio). Il Carroccio tinge di verde la fascia centrale della Bassa e la dorsale che giunge sino al Basso Sebino: tra le località conquistate e quelle conservate ci sono ad esempio Ciserano, Spirano, Brignano, Cologno, Martinengo, Telgate, Grumello, Villongo e Sarnico. Forza Italia segnala due poli ben precisi di consenso: l’alta Val Brembana e l’area attorno a Credaro, con una «puntata» anche a Misano.
La spiegazione di questi risultati variegati pesca soprattutto in quella che è la peculiarità delle Regionali, la sfida nella sfida all’interno dei partiti: le preferenze. Candidati forti, risultati forti: l’equazione pare questa. Al di là di un consenso comunque diffuso, Fratelli d’Italia schierava soprattutto tre candidati di peso – i primi tre per preferenze: Franco, Magoni e Schiavi – provenienti dalla Val Seriana, e lì ha volato. Il Partito Democratico, che da tempo è la prima forza nel capoluogo, spicca nei bacini storici dei propri candidati «trainanti»: l’area urbana per Casati (sindaco di Scanzo), l’imbocco della Val Seriana con Scandella (pur di Clusone), l’orbita di Treviglio con Riva (già sindaco di Arzago). I territori dove s’impone Forza Italia coincidono con i bacini principali di Jonathan Lobati (sindaco di Lenna e presidente della Comunità montana della Valle Brembana) e Adriana Bellini (sindaca di Credaro e presidente della Comunità montana dei Laghi). In queste sfide, essere amministratori locali premia.
Il responso delle urne restituisce anche altri flussi. Guardando al solo consenso percentuale, rispetto alle Politiche di settembre si segnalano due rimbalzi: in Bergamasca la Lega recupera quasi 3,5 punti, il Pd ne aggiunge 4,3; Azione-Italia Viva rimbalza in negativo perdendo 5,59 punti, mentre Fratelli d’Italia arretra giusto di un paio di punti, e per gli altri partiti le oscillazioni sono nell’ordine della frazione di punto. Rispetto a cinque anni fa, risalta l’exploit della Lista Fontana: era all’1,71% nel 2018 ed è salita al 5,94% a questo giro. Sempre rispetto al 2018 (sembra un altro mondo, oggi…), la Lega scende dal 36,7% al 20,17%, Forza Italia arretra dal 12,69% al 6,97%, il Pd è stabile (dal 19,34% al 20,17%), il Movimento 5 Stelle frana dal 13,21% al 2,88%.
La vincitrice occulta di queste Regionali, cioè l’astensione, porge altri numeri. Aspri, anche al netto di quanto fisiologicamente drenato dalle liste civiche dei candidati presidenti: solo rispetto a pochi mesi fa, cioè al 25 settembre, tutti i partiti lasciano sul terreno tantissimi voti «reali», nell’ordine di almeno un paio di decine di migliaia per ciascuna delle forze principali.
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