Febbre dei prezzi, carrello della spesa e trasporti sempre più cari: i dati

Carovita. L’inflazione sta diventando strutturale, galoppano i generi alimentari e i biglietti di bus, treni e aerei anche se in Bergamasca meno che nel Paese. S’inverte la tendenza per energia e combustibili (-2,8% in un mese).

Più che un rallentamento, è una stabilizzazione. E non è certo una notizia del tutto positiva: l’inflazione alle stelle pare ormai strutturale, e ora galoppano i generi alimentari e le spese per i trasporti. A luglio, secondo i dati diffusi ieri dall’Istat, la variazione tendenziale dei prezzi in Bergamasca – cioè l’inflazione su base annua – si è attestata al 6,3%, contro il 6,6% di giugno: una lieve frenata, certificata anche dalla variazione congiunturale dei prezzi (l’inflazione su base mensile) che a luglio si è fermata allo 0,5% contro lo 0,9% di giugno.

Cambiano così leggermente i protagonisti della «febbre» dei prezzi. I prodotti alimentari hanno raggiunto un’inflazione su base annua del 7%, in ulteriore salita rispetto al 6,7% di giugno. Un anno fa, viceversa, il carrello della spesa era addirittura in deflazione: a luglio 2021, infatti, la variazione su base annua dei prezzi degli alimentari era addirittura al -0,9%. Questa è una delle voci dove si leggono maggiormente i riflessi diretti della guerra in Ucraina, l’accelerazione dei prezzi si è fatta rapida soprattutto da febbraio-marzo. Rincari pesanti anche nella galassia dei trasporti, che a livello di macrocategoria mostrano in Bergamasca un’inflazione su base annua del 13,6%, mentre a giugno si era al 12,9%; se ci si sofferma sulla sottocategoria dei «servizi di trasporto», e dunque sui costi che l’utente sostiene per i biglietti di un mezzo di trasporto (bus, treni o aerei che siano), il balzo è addirittura del 28,1%, mentre a giugno si arrivava «solo» al 19,3%. Si raffredda invece l’inflazione energetica: la variazione annua dei prezzi dell’energia elettrica, del gas e dei combustibili si stabilizza ora al +62,1%, contro il +78,9% di giugno.

L’Istat: «La crescita dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa si porta al +9,1% a livello nazionale, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984»

«L’inflazione su base tendenziale rimane elevata pur riducendosi – è la lettura che l’Istat dà dei dati nazionali –. Ciò si deve ad andamenti contrastanti. Da una parte, infatti, rallentano i prezzi dei beni energetici. Dall’altra parte, accelerano i prezzi dei beni alimentari e dei servizi relativi ai trasporti». Il comparto alimentare è l’osservato speciale: «La crescita dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa si porta al +9,1% a livello nazionale, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984», rimarca l’Istituto di statistica. Resta una magra consolazione ormai costante: l’inflazione a Bergamo è più attenuata rispetto ad altre aree del Paese. Se la variazione su base annua dei prezzi in terra orobica è appunto al +6,3%, a livello lombardo si viaggia al +7,7% e a livello nazionale si arriva al +7,9%. Nella mole dei dati dell’Istat, la variazione congiunturale dei prezzi permette invece di radiografare la fluttuazione dei prezzi tra giugno e luglio.

I prezzi dell’energia e dei combustibili invertono la tendenza: a luglio sono scesi del 2,8% rispetto al mese precedente

L’ultimo miglio dell’inflazione in Bergamasca indica un aumento complessivo dei prezzi dello 0,5%, discretamente limato rispetto a quanto registrato a giugno (+0,9%). Solo nell’ultimo mese, appunto, i prezzi degli alimentari sono però cresciuti dello 0,6% (e le bevande analcoliche balzano al +2,1%: è la registrazione ufficiale di quel grido d’allarme sulle bibite gassate), i trasporti salgono in generale del 2% (ma la specifica voce dei servizi di trasporto, in sostanza i biglietti, rincara addirittura del 10,6% rispetto al mese precedente), i pacchetti vacanza a luglio sono stati più salati del 5,8% rispetto a giugno. I prezzi dell’energia e dei combustibili, come anticipato, invertono la tendenza: a luglio sono scesi del 2,8% rispetto al mese precedente; recentemente erano calati anche ad aprile (-1,2%), per via dei primi provvedimenti governativi volti a tamponare l’emergenza.

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