Farmaco per diabetici «contingentato»: «C’è carenza, va a ruba per dimagrire»

IL CASO. La Regione: consegnare solo una confezione per garantire la disponibilità ai malati. Il problema di correttezza e iperprescrizioni.

In origine era – e lo è ancora – un farmaco per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, un medicinale prezioso e salvavita per una patologia diffusa e insidiosa. Negli ultimi tempi, complice anche una circolazione di notizie non sempre corrette, è invece diventato un prodotto andato a ruba per perdere peso. Conseguenza: quel farmaco oggi è carente, con disagi pesanti per i pazienti.

La nota dalla Regione

È il caso di Ozempic, prodotto dall’azienda danese Novo Nordisk: nella prima parte di agosto, la Direzione generale Welfare della Regione Lombardia ha diramato due note per applicare un «contingentamento» della distribuzione del prodotto in farmacia, come anche per Trulicity (farmaco meno diffuso ma impiegato sempre nel campo della diabetologia). «Si sta acuendo sia a livello regionale che nazionale la situazione critica di fornitura dei medicinali Trulicity e Ozempic, a causa di una sempre più crescente domanda da parte del territorio alle aziende farmaceutiche – si legge nel documento della Regione –. Considerato che anche l’Agenzia italiana del farmaco, al fine di garantire la continuità terapeutica ai pazienti già in trattamento, ha consigliato alle Regioni di governare le richieste di questi medicinali, si dispone quanto segue: le farmacie aperte al pubblico, pur in presenza di prescrizioni mediche riportanti più confezioni o di Trulicity o di Ozempic, possono consegnare una sola confezione». Con una seconda nota, la Regione ha specificato che «il farmacista può consegnare solo una confezione di Trulicity o Ozempic, pur in presenza di ricette con la prescrizione di più confezioni, per intervenire sull’attuale situazione di carenza di questi due medicinali che in questi giorni sta aumentando nel territorio lombardo e non solo». Per i pazienti è prevista un’alternativa: «Tenuto conto del protrarsi della situazione di carenza dei suddetti farmaci (in tutti i dosaggi e formulazioni), che coincide anche con il periodo estivo – prosegue la nota –, al fine di garantire la terapia ai soggetti diabetici, dopo confronto e condivisione con la rete diabetologica lombarda, si forniscono di seguito alcune indicazioni: il medico curante diabetologo o il medico di medicina generale potrà decidere di effettuare il passaggio ad altro GLP1 RA (glucagon-like peptide 1) disponibile, orale o iniettivo, considerando le caratteristiche del paziente». Secondo i dati più recenti sulle cronicità, in Bergamasca sono circa 27.500 le persone col diabete di tipo 2 come «patologia principale»: è la terza cronicità più diffusa dopo l’ipertensione arteriosa e l’ipercolesterolemia.

Prescrizioni e correttezza

La questione chiama in gioco in primis i medici: «Ozempic ha un ambito di prescrizione per il trattamento molto preciso – sottolinea Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –: la scheda tecnica specifica che questo farmaco è indicato per il trattamento degli adulti con diabete di tipo 2. Per il trattamento dell’obesità può essere invece prescritto non a carico dello Stato. Di fronte all’attuale carenza di un farmaco salvavita per i diabetici, sono necessarie correttezza ed eticità all’atto delle prescrizioni».

Sullo sfondo però c’è una «zona grigia» della normativa: «L’uso dell’Ozempic per il trattamento dell’obesità è previsto dal foglietto illustrativo, e questo lega le mani a chiunque volesse intervenire su queste prescrizioni – rileva Ernesto De Amici, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bergamo –. C’è una iperprescrizione del farmaco con questa indicazione: si è sviluppato un meccanismo del tutto legale ma non etico». Per i pazienti diabetici, questa carenza porta a disagi concreti: «Attualmente si può consegnare al paziente solo una confezione, che dura un mese – spiega Andrea Francesco Raciti, presidente di Federfarma Bergamo –, e per i pazienti può risultare scomodo. Pensiamo a situazioni comuni come i pensionati che trascorrono l’intera estate in una seconda casa, anche fuori regione».

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