
(Foto di Bedolis)
IL CANTIERE . Già aperto il varco verso il parco Suardi. L’impresa: «I lavori procedono come da programma». Le nuove residenze saranno consegnate a fine 2026.
Piante da frutto punteggiate di boccioli, un prato incolto, una roggia dimenticata dove l’acqua scorre tra muri del Cinquecento. C’è un potenziale poetico negli orti di San Tomaso, una finestra di verde intonso che si apre dietro al parco Suardi. Il varco che connette le due aree è già stato aperto dentro un vecchio muro e un’anteprima di ciò che sarà si intravede tra le reti di cantiere. Risvolto pubblico dell’operazione urbanistica ex Canossiane, a cui il privato (la società Supernova) ha dato il nome di «Orti nuovi», gli orti storici di San Tomaso apriranno alla città a maggio, insieme alla pista ciclabile che da via San Giovanni (l’accesso è accanto a quello del parco Suardi) attraversa il comparto verde, raggiungendo il cortile della Gamec, attraversando la roggia su una passerella.
L’intervento è in carico al privato, standard di urbanizzazione che porterà al raddoppio del verde pubblico, con 26mila metri quadri, composti per metà dal parco Suardi e per metà dagli orti. In questi giorni le restauratrici sono al lavoro su un muretto che si costeggerà per arrivare, a piedi o in bicicletta, agli orti (o viceversa in Gamec e piazza Carrara). A breve sarà posata la passerella sopra la roggia, nuova connessione urbana che svelerà viste inedite. Si apre così un polmone verde nel denso abitato del borgo storico di Pignolo, dove le vecchie piante saranno mantenute e dove il Comune di Bergamo realizzerà orti urbani. Il percorso ciclabile è ormai terminato: «I lavori stanno procedendo secondo il cronoprogramma con i cantieri in costante avanzamento – fa il punto Andrea Murciano, project manager di Supernova -. Agli orti di San Tomaso siamo nella fase finale: stiamo completando la costruzione della passerella, la sistemazione del verde e del tracciato ciclopedonale, orgogliosi di consegnare in maggio l’area rigenerata e accessibile per la comunità. Nelle ex Canossiane abbiamo completato con successo la fase di strip out e demolizione di edifici preesistenti e siamo ora impegnati nei lavori per l’autorimessa e nel recupero e ristrutturazione del complesso storico. La collaborazione con il Comune, gli enti e le imprese locali è la chiave di un cantiere che procede con energia e nei tempi previsti, dimostrando come la rigenerazione urbana possa creare valore per tutta la comunità».
Un piano «datato» quello delle ex Canossiane, ricorda l’assessore alla Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo Francesco Valesini: «È stata un’opera che l’amministrazione comunale ha promosso da molti anni e che per la sua complessità ha richiesto tempo. Si è sempre operato per arrivare alla cessione degli orti e realizzare il collegamento ciclopedonale, un altro tassello nell’ambito del polo della cultura che stiamo costruendo insieme alla nuova Gamec e alla Montelungo. Siamo finalmente vicini alla conclusione dell’intervento, con la passerella sopra la roggia che sfocerà nel cortile della Gamec».
«Le alberature saranno salvaguardate, ci sarà inoltre una piccola oasi felina»
L’assessore al Verde Oriana Ruzzini sottolinea il «pregio dell’area, chiusa per decenni alla cittadinanza. Il nostro sarà un intervento “soft”: lasceremo una parte come area naturalistica mentre una parte sarà destinata agli orti, ritrovando quella connotazione storica e caratteristica dell’area, come erano le ortaglie di via Pignolo. Le alberature saranno salvaguardate, ci sarà inoltre una piccola oasi felina». Palafrizzoni ha stanziato 1,2 milioni di euro sulla riqualificazione degli orti: «Si cercherà di intervenire anche sulla struttura-bar del parco Suardi – aggiunge Ruzzini –, pensiamo a laboratori legati al cibo insieme alle associazioni del territorio e alla vendita di prodotti a km zero».
I 12mila metri quadri di verde sono stati ceduti dal privato impegnato nell’operazione «Orti Nuovi» che comprende il recupero e la rifunzionalizzazione delle ex Canossiane, il cui nucleo originario, con Palazzo Spini e la sua corte gotica, risale al XVIII secolo. Un investimento di circa 45 milioni di euro. Entrando da via San Giovanni (questo l’ingresso delle auto per i futuri residenti) il cantiere ferve tra scavi per la realizzazione dell’autorimessa (in campo l’impresa Vitali), il recupero e ricostruzione degli edifici (da gennaio è operativa l’impresa Racco). Dal complesso saranno ricavati 62 appartamenti, uno spazio direzionale e box auto, con corti, spazi verdi, balconi, logge e giardini privati. Dopo le demolizioni autorizzate dalla Soprintendenza (l’ex palestra e il corpo aule dei tardi anni ’60 del Novecento) ha preso il via il recupero degli edifici più antichi, fortemente stratificati. Dai soffitti spuntano volti di figure affrescate, così come su alcune pareti ancora si vedono le carte da parati delle vecchie aule, quando qui c’era la scuola: «Gli elementi architettonici storici vengono conservati e restaurati – spiegano da Supernova –. Oltre agli edifici storici che saranno recuperati, sono previste nuove architetture, sempre a destinazione residenziale, in sostituzione di quelle demolite». Il cantiere ha preso il via la primavera scorsa, l’obiettivo è chiudere a fine 2026.
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